mercoledì 26 aprile 2017

"IL SORPASSO" DI DINO RISI AL TEATRO MANZONI DI MILANO -






Dal 4 al 21 Maggio 2017


      
in coproduzione con ABC Produzioni, Teatro  Arte e Marche Teatro
present


Giuseppe Zeno
           IL  SORPASSO
                                                              con Luca Di Giovanni
                                         e la partecipazione di Cristiana Vaccaro


                                     Per la prima volta a teatro

                              La trasposizione di uno dei capolavori della commedia italiana
                                                    il celebre film di Dino Risi si fa pièce

                dal soggetto cinematografico di Dino Risi, Ettore Scola e Ruggero Maccari,
         l’adattamento teatrale di Micaela Miano per la regia di Guglielmo Ferro


            Il Sorpasso di Dino Risi è uno dei grandi capolavori della commedia italiana.
A più di cinquant’anni dall’uscita del film, per la prima volta la celebre sceneggiatura – scritta dallo stesso Risi insieme con Ettore Scola e Ruggero Maccari –, approda a teatro con la regia di Guglielmo Ferro e l’adattamento di Micaela Miano.
Nei panni di Bruno (magistralmente interpretato sul grande schermo da Vittorio Gassman) l’attore Giuseppe Zeno, mentre a vestire i panni del suo contraltare, Roberto, la giovane promessa Luca Di Giovanni. La pièce vede anche la partecipazione di Cristiana Vaccaro, l’esplosiva Maddalena nella fortunata serie “Un medico in Famiglia 10” che questa volta incarna l’immaginario femminile nel doppio ruolo della moglie di Bruno e della zia di Roberto.  Fanno parte del cast Marco Prosperini, Simone Pieroni, Pietro Casella, Francesco Lattarulo e Marial Bajma Riva.
Manifesto dell’Italia del ‘boom’ economico, Il Sorpasso è, al tempo stesso, un grande road movie psicologico, il che lo rende un testo senza tempo. Spogliato della connotazione storico-sociale, il film è costruito su una drammaturgia destrutturata, scatola aperta ideale per una riscrittura teatrale focalizzata sui personaggi. In questa dinamica la trasposizione teatrale mette al centro della vicenda i due protagonisti, e il loro incontro/scontro come puro conflitto caratteriale e psicologico.
Tra Bruno e Roberto si stabilisce sin dalle prime scene un giocoforza di prevaricazione, rivendicazione, ambizioni, fughe, rinascite, silenzi e violenza. Il loro sarà un viaggio jarmuschano all’interno delle bolle conflittuali che ognuno ha provato a cancellare a nascondere, allontanandosene fisicamente il più possibile e che solo in compagnia dell’altro, estraneo e non giudicante, pensa di poter affrontare e risolvere.
Le musiche originali sono di Massimiliano Pace, le scenografie di Alessandro Chiti, i costumi di Françoise Raybaud.  Produzione Bananas srl con ABC Produzioni, Teatro  Arte e Marche Teatro. Distribuzione Bananas srl.


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TEATRO DELFINO DI MILANO - "NE HO MANGIATA TROPPA" DAL 4 AL 7 MAGGIO -




NE HO MANGIATA TROPPA


Dal 4 al 7 maggio | Teatro Delfino


ore 21.00 – domenica ore 16.00


Scritto e diretto da UMBERTO SIMONETTA e LUCA SANDRI
Canzoni originali di GIORGIO GABER
Con LUCA SANDRI


Dal 4 al 7 maggio andrà in scena sul palco del Delfino l’esilarante “Ne ho mangiata troppa”, un monologo comico scritto dall’attore Luca Sandri - costante collaboratore del teatro - e Umberto Simonetta che, con il valore aggiunto delle canzoni appositamente scritte da Giorgio Gaber, hanno confezionato uno spettacolo divertente ed emozionante.


Persuaso di essere vittima di un’infinita serie di ingiustizie le cui responsabilità ricadono, a suo giudizio, su una società faziosa e spietata, l’impiegato Fabio Angeletti, che aspira a ruoli di prestigio culturali, nella spasmodica attesa di una telefonata che arriverà (o non arriverà), programma furenti vendette, appaganti rivincite, definitive autopunizioni. Nel dialogo che Fabio Angeletti ha con se stesso, irrompono via via molti altri imprevedibili interlocutori, reali e immaginari e, allargandosi, la conversazione si fa piuttosto animata.


Luca Sandri e Umberto Simonetta propongono allo spettatore una fitta sequenza di emozioni: comicità e disperazione, rabbia e ironia, umorismo e angoscia si fondono in uno spettacolo di forte teatralità.
Il geniale estro di Giorgio Gaber contribuisce a rendere questo spettacolo un appuntamento davvero imperdibile.


Teatro Delfino, Piazza Piero Carnelli


Per info e prenotazioni: tel. 333 5730340 | mail info@teatrodelfino.it
Intero: 15,00€ | Ridotto*: 12,00€ | Convenzioni e cittadini quartiere: 10,00€

*Ridotti: over 60/Under 25/Studenti non convenzionati

"THE REAL" - IL TALK SHOW DI TV8 - FILIPPA LAGERBACK HA CONVINTO -




Il talk show trasmesso da TV8 "" The Real" diretto da Riccadonna è giunto al termine.

Le conduttrici si sono abilmente alternate, creando un ascolto piacevole e senza manifestare protagonismi evidenti.
Filippa Lagerback, Daniela Collu, Marisa Passera, Ambra Romani e Barbara Tabita sono riuscite a rendere piacevole un contenitore di 120 minuti, intrattenendo dal lunedì al venerdì ignari professionisti dello "zapping".
Per caso, lo zapping, ci ha portati a seguire una delle ultime puntate ed apprezzarne il contenuto.



Paola Marella, maestra dell'arredamento, ha enunciato i 10 oggetti di design, circolati almeno una volta nelle famiglie Italiane. La lampada "Flos" è stata spodestata nella classifica, dalla mitica caffettiera "Bialetti" piazzatasi al primo posto.



Mauro Coruzzi, lasciata a casa la "vecchia Platinette", si è raccontato ricordando la sua adolescenza, dove due coppie di uomini e donne rispettivamente fidanzati, avevano contemporaneamente una "liason" clandestina.
In sostanza Mauro frequentava la ragazza e contemporaneamente aveva una relazione con il ragazzo fidanzato con l'altra ragazza.
Insomma, fin da adolescente, Mauro si  è distinto.
La ragazza che frequentava è rimasta incinta, e di comune accordo, hanno deciso di sospendere la gravidanza. Oggi, il figlio mai nato, della coppia di giovani,  avrebbe 42 anni.
Mauro, non ha tralasciato di specificare, che non sarebbe stato un buon padre, e non sarebbe di sicuro stato un buon esempio per il figlio.
Filippa Lagerback ha ribattuto un concetto condiviso da molti: "chi potrebbe giurare che Mauro non potesse  essere un buon padre?"
Il dubbio è legittimo.
Sicuramente per i moltissimi fans che apprezzano da anni, non solo l'arte oratoria, ma la cultura profusa, e la costante sincerità, con cui Mauro si racconta, senza tralasciare scheletri e verità scomode, qualche dubbio lo ha.

"The Real" convince!
Auspichiamo una nuova edizione, preceduta da un'adeguata pubblicità preparatoria.
Filippa, durante una delle ultime puntate, ci ha particolarmente colpito.
La donna nordica, si è emozionata ed ha trasmesso via cavo le sue emozioni, parlando dell'amata nonna. Una figura determinante, presente allora, come oggi.
La nonna di Filippa torna a trovarla nei sogni. 

"The Real" nato come contenitore di costume, intrattenimento e società, sfocia nel design, nell'evento quotidiano, quale un appuntamento di lavoro, sconfinando in una chiacchierata tra donne, che tutto fanno tranne che sovrapporsi.
E la linea pulita, poco urlata, induce lo spettatore ad augurarsi che TV8 abbia in serbo una nuova realizzazione di altrettante puntate.
Perchè un esperimento televisivo riuscito, non è fatto solo di  grandissimi ascolti, ma anche di selezionati e preziosi ascoltatori.

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DOMANI ALLO SPAZIO ANTEO A MILANO - PROIEZIONE "LA TENEREZZA" DI GIANNI AMELIO - A SEGUIRE LEZIONE DI CINEMA RISERVATA A CHI SI E' PRENOTATO -



Il regista Gianni Amelio vanta al proprio attivo una pellicola più interessante dell'altra, fin dal 1973, con "La città del sole".
A seguire nel 1976 "Bertolucci secondo il cinema" e nel 1978 " La morte al lavoro".


Per cercare di conoscere ed entrare nel mondo di Gianni Amelio, è necessario guardare i suoi film. La naturalezza dello scorrere di una giornata come tante, dove il sottofondo a volte impercepibile da molti, è il sottofondo ricercato da pochi attenti esseri umani: 
 il cinguettio degli uccelli, in una tranquilla mattinata di campagna.
Gianni Amelio narra la vita delle piccole e grandi città, nella "Stella che non c'è, il film sull'Italsider, unico nel suo genere, racconta della fabbrica di Bagnoli, con l'attore Sergio Castellitto.
"Lamerica"  uno sguardo su un' Albania che non esiste più. Uno sguardo sul mondo del regista, attento osservatore delle evoluzioni temporali che attraversano un secolo.
"I critici hanno tanta fretta, devono scrivere il pezzo e non vedono quello che c'è davvero dentro e rimangono sulla superfice" . Questa la dichiarazione con un velo di amarezza riferendosi a: "Il gazzettiere", colui che ha recensito il film di Gianni Amelio "Lamerica" e non ha capito che il film parlava dell'Italia e del colonialismo. Gli italiani degli anni '30/40, trovandosi sulla nave degli Albanesi che arriva a Brindisi credono di trovarsi sulla nave per l'America.




Il regista continua dicendo:

"Ho scoperto che già negli anni 1910 c'è stata una prima nostra invasione a Valona, (protettorato di Valona). La vera invasione avvenne nel 1939 ed è mostrata all'inizio del film di Gianni Amelio. "Come l'Italia ha portato finalmente la civiltà in un paese di pecorari". Pecore, vitelli, vacche, più animali che uomini. Noi Italiani siamo arrivati a portare il "Verbo". Tutto questo è stato denunciato nel film, gli sciacalli arrivano negli anni successivi allo sbarco, ed il personaggio protagonista, la creatura di 80 anni (il diversamente giovane) viene assoldato da due italiani che hanno bisogno di un prestanome Albanese al fine di aprire un' Industria di calzature. Hanno bisogno di un Presidente di nazionalità locale. Lo trovano nelle prigioni, aperte dove i poveri detenuti, non sapendo dove andare, restano in prigione. Senza legami familiari. Uomini di paglia. Una metafora che racconta la storia, nefilm, di un Albanese diversamente giovane, soldato italiano, che durante la guerra Italo/Albanese, diserta.
Dopo 40 anni di galera, pensa che l'Albania sia l'Italia del '45. Fuori dalla prigione, cerca la strada per andare in Sicilia, ed i due Italiani lo abbindolano, facendogli credere  di portarlo in Italia, in Sicilia.
(L'Albania, nelle immagini del film è l'Italia del dopo guerra, nelle facce delle persone, dei bambini, un paese sprovvisto di ristorante, un terreno giusto per i malfattori. Il protagonista del film crederà per tutta la durata del film di essere in Italia, e vedrà volti affamati. Nel film le zone desolate, senza un filo d'erba, sono state rase al suolo, per rabbia contro qualcuno nemmeno identificabile. Politici scappati, che hanno lasciato sola la popolazione.
Uno degli Italiani, crede di emigrare in America. Il film di Gianni D'Amelio doveva essere uno spartiacque. Capito da pochi. 
"Lamerica"  è stato capito in Albania. Gli Albanesi si sono visti allo specchio ed in un primo momento non si sono riconosciuti. Gianni Amelio continua il suo raccondo dicendo:
"E' facile parlare male dell'Albania e degli Albanesi". 
Una dichiarazione d'amore di D'Amelio, verso una terra che bramava un'altra vita in Italia. Nel 1991 in Albania non c'era una strada asfaltata. Durazzo aveva molte strade non asfaltate, per questo motivo, le autostrade italiane, gli albanesi le attraversavano a piedi di traverso e molti di loro sono morti per questo motivo, oltre 120 persone perite.
Non si tratta ne di un documentario, ne di Albanesi che sbarcano, ma gli Italiani che in modo crudele hanno sfruttato copiosamente l'Albania. Gli Albanesi nell'immaginario del regista, nella pellicola "Lamerica", sono gli Italiani che vanno incontro al  paradiso statunitense.

Domani, dopo la visione del filma "La tenerezza" uscito nelle sale italiane dal 24 aprile scorso, il regista dalle 17 in poi, terrà una lezione di cinema gratuita.
Forse ripercorrà la sua filmografia, e ci stupirà nel raccontarci, quello che normalmente l'occhio umano, frettoloso non riesce a percepire.
Di certo, "Registro di Classe",, "Felice chi è diverso", "L'Intrepido" con Antonio Albanese del 2013, 

                       
                                             "L'Intrepido"

"Il primo uomo" del 2011, "La stella che non c'è", "Le chiavi di casa", "Cosi' ridevano",


                         "Il ladro di bambini"

 "Il ladro di bambini", "Porte aperte", "I ragazzi di via panisperna", "Il veliero", "Colpire al cuore", "Il piccolo Archimede", sono pellicole da rispolverare.

Noi domani saremo presenti allo Spazio Anteo a Milano per assistere alla lezione di cinema, perchè l'evento è un regalo prezioso.




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