sabato 26 aprile 2025

RITA PAVONE AL TEATRO MANZONI DI MILANO CON LO SPETTACOLO “UN PIEDE NEL PASSATO E LO SGUARDO DRITTO E APERTO NEL FUTURO” Un talk musicale con Giampiero Mughini

 

Un’artista unica per la potenza della voce, attrice di successo, giudice di talenti musicali, con quel graffio inconfondibile che la rende unica nel panorama musicale nazionsle ed internazionale.


Una donna che con tenacia si e’ mangiata e si mangia il palco fin dalla sua prima apparizione. 

La sua partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo ha riconfermato il suo indiscutibile talento interpretando una canzone scritta dal figlio Giorgio Merk sulla resilienza. Un testo incidivo, moderno ed al passo con i tempi.

Abbiamo avuto l’onore di incontrarla durante un’intervista a Sanremo con Radio Subasio in cui ha riassunto la sua carriera ed i progetti futuri, nonostante i vari tentativi di ritirarsi dalle scene

RITA PAVONE, una delle cantanti più stimate in Italia e all’estero che, con i suoi 60 anni di carriera ha fatto la storia del panorama musicale e televisivosarà in scena con UN PIEDE NEL PASSATO E LO SGUARDO DRITTO E APERTO NEL FUTURO al Teatro Manzoni di Milano.


Con questo talk musicale, Rita calca i palcoscenici più prestigiosi d'Italia, esplorando le tappe chiave della sua carriera attraverso reinterpretazioni acustiche dei propri brani, curate da Riccardo Bertuzzi alla chitarra e Fabio Gangi al pianoforte. 


GIAMPIERO MUGHINI, giornalista, scrittore, opinionista e personaggio televisivo, avrà il compito di condurre il pubblico attraverso sei decenni di brani che hanno portato Rita alla celebrità in tutto il mondo. Si tratterà di un racconto unico e inedito, poiché Rita ha costantemente anticipato le tendenze musicali, distinguendosi come un'icona culturale e mostrando una naturale propensione a sfidare sé stessa, prevedendo le evoluzioni del tempo e superando i propri limiti.  




«Io amo, io adoro mettermi in gioco!» commenta Rita «Mi piace spiazzare il pubblico, dargli quei brani che ha amato e che si aspetta di ascoltare, però alternandoli ad altri che non si aspetterebbe di sentire interpretare da me. Pensando a un titolo da assegnare a questi live, mi è balenata per la testa una canzone che è la sintesi di tutto quello che ho in mente di fare, una citazione tratta da “A Muso Duro”, il pezzo più famoso scritto e portato al successo da Pierangelo Bertoli, che dice: “Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Questo succederà nei miei live».

A 40 anni dalla nascita di A Muso Duro e a 20 dalla scomparsa di Bertoli, il progetto di Rita diventa quindi anche un tributo al grande cantautore, in un viaggio per la Penisola tra passato, presente e futuro.                                                                                                                            

 

Rita Pavone, nel 1963 appena diciassettenne, con già all’attivo otto singoli e una fama nazionale e internazionale in un’epoca senza social, iniziava una carriera che sarebbe durata 60 anni. Un talento smisurato, una grinta e tenacia impressionanti hanno fatto sì che la nota artista calcasse i palcoscenici di tutto il mondo incidendo i suoi dischi in 6 lingue diverse, cantasse canzoni di enorme successo, ottenendo recensioni entusiaste sulle più grandi testate giornalistiche mondiali. Grande è stata la sua popolarità a livello internazionale; negli Stati Uniti è stata cinque volte ospite della trasmissione Ed Sullivan Show, apparendo come terzo nome in cartellone di una puntata dopo Duke Ellington ed Ella Fitzgerald. Rita Pavone è stata una delle pochissime cantanti italiane a raggiungere le classifiche inglesi e ad avere avuto dalla BBC2 un intero show come protagonista tra la fine del 1966 e l'inizio del 1967. Seguono le numerose esibizioni in Francia per un mese all’Olympia di Parigi, e ancora in Spagna, Germania, Israele, Messico, Cuba, Australia e Canada. Con un totale di oltre 50 milioni di dischi venduti a livello planetario, Rita Pavone è tra le cantanti più influenti e rispettate, per ammissione stessa di artisti del calibro di Agnetha degli Abba, Morrissey, GenSimmons dei Kiss, Nina Hagen - quest’ultima nel 1979 fece una cover del grande successo di Rita in lingua tedesca datato 1963, “Wenn Ich Ein Junge War”. Sessant’anni di onorata carriera musicale che le hanno permesso di far conoscere le tante Rite che vivono in lei, per rendersi conto di possedere un’eclettica vena di autrice, compositrice e produttrice, per sé stessa e successivamente per tutti quegli artisti che hanno avuto la perseveranza e il privilegio di seguirla come mentore.




Giampiero Mughini è nato in Sicilia da padre toscano mentre durava la guerra che l’Italia aveva via via dichiarato alla Francia, agli Usa e all’Urss. Ha avuto vent’anni nei Sessanta, quando in Italia e nel mondo andava alla grande il culto di Mao e quello della minigonna. Forte di seimila lire in tasca nel gennaio 1970 s’è trasferito a Roma dove ha trovato qualcuno che gli dava 25-50mila lire in cambio di un articolo battuto alla Valentina rossa ideata da Ettore Sottsass. Dal lavoro nei giornali ha tratto a lungo il suo pane, cui s’è aggiunto più tardi il companatico che gli veniva dal chiacchierare del più e del meno in televisione. Ha scritto nel frattempo 35 o 36 libri o forse qualcuno in più. Capita spesso che lo chiamino per un qualche lavoro di cui dicono che “non c’è budget”, ossia che non c’è una lira. Risponde invariabilmente che non se ne parla nemmeno. Non ha alcun account sui social, che lui definisce fogne a schermo aperto.