giovedì 2 giugno 2016

OGGI NEL CASTELLO DI VIGEVANO - "VIGEVANO JAZZ"- ESIBIZIONE DI TAZIO FORTE E CATERINA COMEGLIO -







Oggi, giovedì 2 giugno, alle ore 18.30presso il Cortile della Cavallerizza del Castello di Vigevanoin occasione di A Vigevano Jazz, il regista televisivo Paolo Beldì e il compositore e produttore Massimiliano Pani parteciperanno alla conferenza La Musica In TelevisioneA seguire, alle ore 19.30, per la rassegna Aperijazz, si esibiranno dal vivo i due giovani talenti  Tazio Forte e Caterina Comeglio.


Tazio Forte, vigevanese, inizia gli studi musicali e pianistici nella propria città con il M° Franco Sozzani, diplomandosi in seguito a pieni voti presso il conservatorio Guido Cantelli di Novara sotto la guida dei maestri Vincenzo Cerutti, Walter Bozzia ed Ettore Borri.  Svolge regolare attività concertistica, venendo spesso invitato ad esibirsi in concerti dedicati al repertorio pianistico spagnolo e francese del XX secolo presso l'auditorium F.lli Olivieri, a Novara. Nel maggio 2008 ottiene il primo premio nel concorso pianistico ''Citta di Pesaro''suonando Gaspard de la nuit di Maurice Ravel, e nelle successive stagioni concertistiche si esibisce in qualità di solista presso diverse sale da concerto in Italia.

 Il festival è organizzato dall’associazione culturale Jazz Company con la direzione artistica di Gabriele Comeglio. Città di Vigevano e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano patrocinano l’evento mentre Banca Generali è il main sponsor.

Il direttore artistico Gabriele Comeglio ha commentato:

«In un periodo in cui è sempre più difficile trovare spazio e risorse nella programmazione, abbiamo deciso di puntare sulle idee. " Spazio ai giovani di talento e alle produzioni originali e innovative per convincere il pubblico a seguirci. La cornice della Cavallerizza del Castello di Vigevano è sicuramente un luogo suggestivo e perfetto 



LA CANZONE "VIA DEL CAMPO" DI FABRIZIO DE ANDRE' - TRATTO DAL SALVADORI 2015 - DIZIONARIO DELLA MUSICA.

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                                                        VIA DEL CAMPO


ITALIA 1967
Autori: Fabrizio de Andrè, Enzo Jannacci,
Interprete: Fabrizio de Andrè


Lo spunto nacque da una canzone del Cinquecento tratta da una ricerca di Dario Fo'. Il testo venne scritto da De Andrè insieme ad Enzo Jannacci, che nel 2005 la inserì all'interno del proprio album "Come gli aeroplani".
La versione originale faceva invece parte di "Volume I" che De Andrè pubblico' nel 1967 per la casa discografica Bluebell.




Il brano proseguiva la linea già affrontata dalla serie dei 45 giri che erano usciti negli anni precedenti con la Karim. In più, qui' l'attenzione nei confronti degli emarginati riceveva una sorta di "Sigla" che avrebbe in qualche modo fatto epoca:

"ama e ridi se amor risponde
  piangi forte se non ti sente
  dai diamanti non nasce niente
  dal letame nascono i fior.

"Via del campo", ovvio, esiste realmente ed è una delle vie genovesi nei pressi del porto con maggiore concentrazione di prostitute e travestiti: quelle figure, cioè, che il borghese De Andre' aveva voluto frequentare e conoscere che avrebbero ispirato tutta la sua poetica sulle vie al margine della società. Il brano fu edito anche come singolo a 45 giri.

De André evoca la figura di una prostituta e dell'«illuso» che le rivolge una proposta di matrimonio che non verrà mai accettata:  

« Via del Campo ci va un illuso a pregarla di maritare, a vederla salir le scale, fino a quando il balcone è chiuso. »
In questa canzone, De André esprime la sua solidarietà per i ceti sociali, vessati e derisi dai benpensanti, a cui è preclusa ogni possibilità di riabilitazione. Il pezzo è ispirato in parte alla figura del travestito genovese Mario Doré, in arte "Morena".Lo stesso De André indicò un'altra possibile musa: "Passavo spesso da via del Campo – ricordava – la strada dei travestiti. Una volta salii in camera con un certo Giuseppe, che si faceva chiamare Josephine e mi apparve una bellissima ragazza bionda".

La musica di Via del Campo è quella della canzone di Enzo Jannacci "La mia morosa la va alla fonte", che faceva parte di uno spettacolo teatrale del 1965 e che lo stesso Jannacci incluse nel 1968 nell'album Vengo anch'io. No, tu no, ma che De André riteneva essere una ballata medievale riscoperta da Dario Fo.