"Non dipendo nè dai neri, nè dai bianchi, io dipendo da Dio".
Fu la frase pronunciata da Bob Marley nel lontano 1977.
"Natty Dread", l'album del 1974 presentò al mondo Bob Marley e i nuovi Wailers, Peter Tosh Bunny Livingstone, cantanti e soci di lungo corso di Marley nei Wailing Wailers, avevano lasciato la Band dopo dieci anni di carriera (il loro primo numero 1 giamaicano era stato "Simmer Down" nel 1963) come reazione allo stress dei tour continui e alle pressioni dovute alla crescente fama mondiale.
Si vociferava che a quel punto il suono di Marley sarebbe diventato più scarno e i temi politici più blandi.
Natty Dread smentì queste voci di corridoio. Il disco suona come nessun altro nel suo repertorio, brano dopo brano. Sin dal suo primo urlo ribelle di chiamata all'azione in "Lively Up Yourself", è un album diretto che trabocca di grandi canzoni.
Di sicuro "Natty Dread" presentò il ghetto di Trenchtown alla gioventù ricca del mondo, ma la politica di "Them Belly Full", "Rebel Music", "Talkin' Blues"
("Ora sento che bombarderei una chiesa/ora che sai che il predicatore sta mentendo") e "Revolution" suscitarono brividi all'establishment politico giamaicano.
Una versione live di "No Woman, No Cry" avrebbe dato a Marley la sua prima hit (a quanto pare la canzone fu scritta da lui, ma la attribui a Vincent Ford, gestore di un ristorante a Kingston che nutrì ed ospitò il giovane Bob nei periodi più duri).
Il suono vitale e avvincente dell'album brucia gli altoparlanti ancora oggi, lanciato dal potente drum and bass dei fratelli Barrett, attizzato a dovere dalla chitarra di Al Anderson e incoronato dall'insuperabile epifania vocale africana di Bob e le I-Threes (Rita Marley, Marcia Griffiths e Judy Mowatt).
"Lively Up Yourself"
"No Woman, No Cry"
" Them Belly Full"
"Rebel Music"
"So Jah Seh"
"Natty Dread"
"Bend Down Low"
"Talkin'Blues"
"Revolution"
"Non mi vedo come un giamaicano. Mi vedo come un Rasta che è Rasta. Quindi la Giamaica è la Giamaica........Io, amico, sono un Rasta!"
Bob Marley 1973