martedì 20 dicembre 2016

Wadada Leo Smith e Vijay Iyer - Teatro MANZONI di MILANO - 15 GENNAIO 2017 -

Teatro









Domenica 15 gennaio, ore 11.00 al Teatro Manzoni di Milano “Aperitivo in Concerto” aprirà l’anno nuovo con un spettacolo all’insegna della funambolica capacità creativa, della pura libertà poetica, della appassionata esplorazione dei suoni e dell’improvvisazione. Il sorprendente duo, formato dal trombettista guru della musica improvvisata africano-americana Wadada Leo Smith e dall’acclamato compositore e pianista Vijay Iyer, si esibirà con la collaborazione dei componenti abituali del trio del pianista, il contrabbassista Stephan Crump e il batterista Marcus Gilmore. Si ricrea così una speciale versione dello storico Golden Quartet del trombettista, in cui Iyer milita e ha militato lungamente.
Dal palco del Manzoni presenteranno musiche scritte per il loro cd A Cosmic Rhythm with Each Stroke, nel quale emerge la suggestiva suite che ha dato il titolo all’album, dedicata all’innovativa artista indiana Nasreen Mohamedi. 
Gli impetuosi assoli di Smith contrapposti alla scintillante elettronica di Iyer disegnano una musica che riecheggia le opere geometriche, esteticamente pulite ed essenziali della Mohamedi.
Due generazioni a confronto, quella del settantenne trombettista e del quarantenne pianista, che sapranno interagire intensamente immergendo il pubblico nell’astrazione senza perdere un’affascinante intelligibilità, grazie all’uso lirico del silenzio e dello spazio e alla vasta ricchezza timbrica.
Un duo che sa liberare la musica da lacci e lacciuoli, capace di spingere la musica improvvisata verso nuove frontiere, nuove libertà, nuovi terreni di incontro.
Qui una presentazione del loro lavoro.

BIO

* Wadada Leo Smith - tromba

settantacinquenne, nato nel Mississipi. Trombettista, polistrumentista, compositore e improvvisatore. Smith ha codificato l’Ankhrasmation, un linguaggio musicale che non si basa sul tradizionale sistema di notazione scritta ma serve a far convergere le idee di un altro musicista che lascia largo spazio all’interpretazione personale. La prima parte del nome Ankh fa riferimento alla croce egizia, mentre Ras significa “testa” in amarico e si attribuisce ai leader. Mas proviene invece da madre, sia come riferimento scientifico naturale e biologico ma anche fantastico e immaginifico. Quando queste tre componenti sono fra di loro connesse vi è la possibilità del successo e si può dunque giudicare criticamente il perché di un mancato raggiungimento degli obiettivi. La partitura stessa diventa dunque obsoleta nel momento in cui l’oggetto si è concretizzato.
Ha suonato con musicisti del calibro di Muhal Richard Abrams, Anthony Braxton, Leroy Jenkins, Roscoe Mitchell, Lester Bowie, Richard Teitelbaum, Joseph Jarman, George Lewis, Cecil Taylor, Andrew Cyrill, Oliver Lake, Anthony Davis, Carla Bley, David Murray, Don Cherry, Jeanne Lee, Henry Brant, Richard Davis, Ed Blackwell, Peter Kowald, Han Bennink, Misha Mengelberg, Marion Brown, Charlie Haden, Tom Buckner, Malachi Favors Magoustous, Jack DeJohnette.



Ha insegnato in diverse università americane e oggi è Direttore dell’African-American Improvisational Music program alla Herb Alpert School of Music at California Institute of the Arts. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti: nel 2016 ha vinto il Doris Duke Artist, nel 2013 è stato votato “Compositore dell’anno” nel “DownBeat Critics Poll” e finalista del premio Puli

* Vijay Iyer – pianoforte, Fender Rhodes, live electronics
quarantacinquenne, nato ad Albany (NY), è figlio di immigrati indiani Tamil. Pianista, compositore, band-leader, ha iniziato la sua carriera musicale studiando e diplomandosi in violino. Si è avvicinato al pianoforte da bambino suonando “ad orecchio”, la sua rimane infatti una formazione da autodidatta. Laureato in matematica e fisica, ha ottenuto un dottorato in fisica, coltivando nel frattempo la sua passione musicale suonando in gruppi il cui leader era il batterista Donald Bailey. A metà degli anni Novanta, ha cominciato a lavorare con Steve Coleman e George E. Lewis. Lasciato il Dipartimento di Fisica per i suoi ormai prevalenti impegni musicali, ha costituito un Ph.D. in Technology and the Arts, orientate verso la cognizione musicale.
Ha ottenuto per 3 volte il DownBeat Critic’s Poll, oltre a numerosi altri riconoscimenti.