Il documentario di stasera su Rai2 in bianco e nero è dedicato a Caterina Caselli ed è introdotto dal racconto di tanti volti amici e colleghi: Malika, Negramaro, Paolo Conte, Red Canzian.
Da ragazzina le balere l'hanno domata.
Il pubblico è stato fonte di stimolo per fare di più e meglio, rispettandolo.
Traspare dalle parole dell'artista un grande rispetto per il pubblico, quasi un doverosa e rigorosa autodisciplina, per non deluderlo.
Andrea Bocelli, forse una delle più grandi scoperte di Caterina, narra il suo percorso prima del grande successo. Compresi i testi cantati in inglese.
"Senza Rete" un programma televisivo dedicato ad un periodo particolarmente generoso nella vita artistica di Caterina Caselli, rimanda immagini che hanno fatto la storia della "Beat generation".
La mamma raccontava che fin da piccola Caterina aveva una predisposizione musicale, fin dalle medie, e durante l'ora di musica disturbava con un'amica la lezione.
Per punizione il professore proponeva a Caterina o l'uscita fuori dalla classe, oppure doveva esibirsi in una canzone. Facile capire cosa sceglieva.
E fu in quel momento che il professore consigliò alla mamma di "far sentire la voce" della ragazza.
Si alternano durante l'intervista amici cantanti come Gianni Morandi, ed il famoso basso di Caterina con il quale si esibiva sorprendendo la platea. Non era usuale per una donna cantante suonare uno strumento. Ma lei puntò sullo strumento per impressionare e non farsi dimenticare.
Pupi Avati, ricordando il contrabbasso di Caterina ne descriva un'immagine non del tutto femminile. Ma lo strumento di femminile aveva poco, doveva essere un elemento di rottura.
Il soul, i Rolling Stones, Ray Charles, sono lo stimolo musicale della signora della musica italiana, ora piuttosto schiva e riservata, ma non è sempre stata così.
Gli esordi a Roma, contro il volere della madre, furono ostacolati a tal punto che non ricevette soldi.
La madre era preoccupata di poter perdere la figlia.
Nel 1965 venne scritturata al Piper nel mese di maggio.
Prima ragazza cantante al Piper, contrariamente a quanto si pensa.
Dario Salvatori, appena incontrato a Sanremo, ricorda Caterina, la cantante instancabile, talentuosa. E lui, ne ha masticata di musica, racchiusa in più volumi pubblicati.
Innovativa ed apripista come nessuna.
Gli inizi discografici non sono stati eccellenti, dopo Castrocaro incise il primo disco, arrivò "Ti telefono tutte le sere".
Ravera la incontrò al Piper e le disse una frase importante: "sentendo lei Adriano Celentano è vecchio". (pur amando molto Celentano)
La ragazza strana, con il basso, il caschetto vinse a Macerata il premio della critica.
Il "casco d'oro" arriva per caso a settembre 1965 dopo il Cantagiro.
A 19 anni Caterina fece il famoso taglio che la contraddistinse per tutta la vita.
"Nessuno mi può giudicare" nel 1966 approdò a Sanremo con Jim Pitney e diventò il successo immenso ricordato ancora ai nostri tempi.
Francesco Guccini, illustre cantautore ne ricorda un concerto insieme,dove si conobbero "La cantante ed un giovane Ingegnere di nome Guccini".
Arrivò la conoscenza con Franco Battiato e Giorgio Gaber, quest'ultimo grande pioniere della canzone di protesta.
L'incontro con "I Nomadi", "l' Equipe 84", Callegari il produttore di Caterina che suonava le tastiere nei concerti molto diversi da quelli organizzati e programmati ora. Senza una scaletta, una definizione delle prove, insomma molta improvvisazione, poca preparazione, allo sbaraglio.
Ma ora, in virtù delle esperienze passate, da produttore non commette di certo nessun errore, ne sono la prova: Malika, Bocelli, i Negramaro, Elisa ..............
Artisti seguiti, incoraggiati, ed accompagnati come nell'ultimo Festival di Sanremo, sempre con discrezione.