Le indagini sulla prematura morte del ragazzo padovano precipitato dalla finestra di un Hotel alla periferia di Milano, sono ad una svolta decisiva.
I compagni di classe del liceo del ragazzo che inizialmente non risultava avesse bevuto o ingerito droghe si sono stretti in un silenzio omertoso.
Si rimane in attesa dei primi risultati degli esami medico-legali, tossicologici e genetici affidati dal PM a tre consulenti da lui nominati.
Il tragico fatto è avvenuto il 10 maggio, ma le indagini con il sequestro dei telefoni cellulari dei compagni con probabili coinvolgimenti nella tragedia sono ad una svolta.
Il ragazzo sarebbe volato dal 5° piano dell'albergo tra le 5,30 e le 7 del mattino tra il 9 ed il 10 maggio.
Sembrerebbero essere al vaglio degli inquirenti anche tracce di "diarrea" ritrovate nel corridoio dell'albergo al fine di identificare e separare eventuali tracce appartenenti a Domenico da quelle di qualche compagno.
I cellulari sono stati sequestrati per cercare di rintracciare possibili messaggi che i giovani si sarebbero scambiati successivamente al fatto mortale, tramite SMS e WhatsApp.
Una risposta andrà data ai genitori del ragazzo che hanno dichiarato:
“Sono passate due settimane da quella notte terribile. Pensavo che i ragazzi a questo punto parlassero, che raccontassero quello che è davvero successo”. Bruno, il padre di Domenico Maurantonio, parla così rispondendo alle domande del Corriere della Sera. La posizione è simile a quella della madre di Domenico, che aveva invece rilasciato un’intervista a Repubblica. Il punto è sempre il solito: qualcuno deve aver visto che cosa è successo quel 10 maggio. “Avevo immaginato che i ragazzi (inizialmente ndr) fossero sotto choc, che il loro silenzio fosse il frutto del contraccolpo per quanto accaduto”, ha sottolineato Bruno Maurantonio, che di professione fa il funzionario di banca.
Una cosa è certa, i ragazzi nella cerchia di Domenico hanno incominciato a parlare, rivelando iniziali incongruenze, sulla versione dei fatti. Non converrà a nulla, continuare a tacere, la verità verrà a galla presto.
Peccato per l'assenza di molti coetanei al funerale del ragazzo. Un amico non s'abbandona!
Una risposta andrà data ai genitori del ragazzo che hanno dichiarato:
“Sono passate due settimane da quella notte terribile. Pensavo che i ragazzi a questo punto parlassero, che raccontassero quello che è davvero successo”. Bruno, il padre di Domenico Maurantonio, parla così rispondendo alle domande del Corriere della Sera. La posizione è simile a quella della madre di Domenico, che aveva invece rilasciato un’intervista a Repubblica. Il punto è sempre il solito: qualcuno deve aver visto che cosa è successo quel 10 maggio. “Avevo immaginato che i ragazzi (inizialmente ndr) fossero sotto choc, che il loro silenzio fosse il frutto del contraccolpo per quanto accaduto”, ha sottolineato Bruno Maurantonio, che di professione fa il funzionario di banca.
Una cosa è certa, i ragazzi nella cerchia di Domenico hanno incominciato a parlare, rivelando iniziali incongruenze, sulla versione dei fatti. Non converrà a nulla, continuare a tacere, la verità verrà a galla presto.
Peccato per l'assenza di molti coetanei al funerale del ragazzo. Un amico non s'abbandona!