sabato 6 aprile 2019

L'AQUILA - LA NOTTE TRA IL 5 ED 6 APRILE DI 10 ANNI FA - LA TERRA TREMA E PERDONO LA VITA 309 PERSONE-


A l'Aquila 10 anni fa il terremoto ha distrutto la città ed i sogni delle vittime e dei sopravvissuti.

309 vittime, un potentissimo sisma alle 3.32 del mattino tra il 5 ed il 6 aprile di 10 anni fa.

309 rintocchi di campane, ieri, hanno commemorato il giorno del dolore e del ricordo in una Piazza che aspetta ancora di veder realizzare troppe promesse.

Il capoluogo dell'Abruzzo, l'Aquila, è stato raso al suolo, ridotto in macerie.

Dietro si sè, il triste evento imprevisto ha lasciato oltre 1.600 feriti, 80.000 sfollati, provocando danni per oltre 10 miliardi di euro di danni, e 309 vittime a cui è stato negato un futuro.

La terra ha tremato ed i residenti sono stati colti di sorpresa come ricordano alcuni testimoni:

“Già durante il boato la volta della casa è implosa e ci è caduta addosso - racconta Stefania -. Noi eravamo già sotto le macerie prima della vera scossa. Ricordo il caos, mio marito che raggiunge la porta della stanza di Luce, che però non si apriva perché bloccata dalle macerie. Lui che si cala dalla finestra, dà indicazioni ai vicini per entrare da fuori nella stanza di Luce e lei che viene portata via come Raperonzolo”.

Il dolore incancellabile dei cittadini che hanno ricordato con una fiaccolata commossa le 309 vittime del sisma della notte tra il 5 ed il 6 aprile di 10 anni fa.

Alle 3.32, 309 rintocchi di campane, hanno ricordato le vittime, i 20 giovani della Casa dello Studente, e le restanti vittime, rappresentate e ricordate con una foto, per tentare di non dimenticare, l'ingiusta dipartita di tanti cari familiari, amici e parenti a cui il sisma ha sottratto il bene più prezioso: la speranza per il futuro.


Cerchiamo di capire chi fossero alcune delle vittime:

Abdija Nurije aveva 40 anni, veniva dalla Macedonia viveva con diversi connazionali a Poggio Picenze. Era casalinga. Il marito Vassili aveva tentato di salvarla insieme a Madi, l'uomo che aveva tirato fuori dalle macerie 11 persone prima che arrivassero i soccorsi, ma Nurije era già morta.


Alviani Marco aveva 23 anni e veniva da Sora. Non gli mancava molto alla laurea in Psicologia. Era al terzo anno e stava ottenendo ottimi voti, con i quali si era meritato la borsa di studio e l'alloggio gratis nella Casa dello studente. L'edificio che, crollando, ha ucciso lui e tanti altri ragazzi. Era tornato all'Aquila la notte del 5 aprile dopo un fine settimana in famigllia. Come Giulia Carnevale, Armando Cristiani e Nicola Bianchi veniva dalla provincia di Frosinone.


Cora Alessandra studiava Giurisprudenza all'università di Teramo, ma il canto, per il quale aveva un talento innato, era la sua vera passione. Era molto conosciuta sia all'Aquila che a Capri, il luogo d'origine della mamma dove Alessandra era nata e tornava sempre per trascorrere le vacanze. Ci sarebbe tornata anche per Pasqua. Sull'Isola si era esibita per l'ultima volta a Capodanno, quando il sindaco le aveva chiesto di cantare sul palco della celebre piazzetta. Alessandra viveva con i suoi al centro dell'Aquila, in via XX Settembre. Sotto le macerie sono morte anche la mamma Patrizia Massimino e la sorella Antonella, morta dopo 4 giorni di coma. Il papa' l'avvocato Maurizio Cora, è l'unico sopravvissuto.
Alessandra aveva inserito l'ultimo video su You Tube poche ore prima della sua morte. Era domenica 5 aprile voleva ringraziare tutti quelli che le avevano fatto i complimenti per la sua voce: " Quando li ho letti mi sono commossa - ha scritto - è come se foste riiusciti a capire la mia anima".


Tiberio Noemi era un'artista. Era laureata in Lettere ed era una studiosa e grande appassionata di teatro. Si stava occupando di regia e recentemente aveva portato in scena uno spettacolo. All'Aquila, la sua città, Noemi che aveva trentaquattro anni, faceva anche la ricercatrice universitaria. Abitava i uno dei tre palazzi crollati in via Sturzo.


Pace Flavio era un appassionato di tennis e, appena il lavoro glielo permetteva, andava al Circolo dell'Aquila a giocare,. Seguiva anche suo figlio Ezio, una promessa della racchetta italiana, atleta agonista. Flavio era perito tecnico commerciale, aveva frequentato l'Istituto "Luigi Rendina" ed era titolare, insieme al fratello, del bar "Cin-Cin" nei pressi del centro commerciale "l'Aquilone" in località Campo di Pile. E' morto insieme al suo unico figlio e insieme alla moglie Loredana Bernardi nel crollo della loro palazzina di via XX Settembre.


Giugno Luigi, se il terremoto non lo avesse sepolto nella sua casa di via Fortebraccio con la moglie ed il figlio, sarebbe stato uno dei primi a soccorrere le vittime del terremoto. Ordinario del Caseertano, era Guardia forestale e prestava servizio dal 2000 presso il comando territoriale di Assergi. I suoi colleghi, non vedendolo arrivare al lavoro, si sono preoccupati. Sono stati proprio loro a cercarlo e a tirare fuori dalle macerie, lui, la moglie ed il figlio. Luigi e la moglie Giovanna stavano cercando di proteggere il piccolo Francesco, di due anni, e la bambina che la donna portava in grembo. Si sarebbe chiamata Giorgia e sarebbe nata il giorno dopo.


Santosuosso Marco non vedeva l'ora che tornasse l'estate, per tornare al mare e cercare nuovi posti dove tuffarsi.. Aveva preso anche il brevetto da bagnino. Marco aveva 20 anni, si era trasferito a Giulianova, in Provincia di Teramo, per studiare Ingegneria gestionale all'Aquila. Amava stare in compagnia ed imparare dagli altri: era diventato bravo nel ping-pong, nel calcio balilla, e negli ultimi tempi aveva imparato a risolvere il cubo di Rubik in un minuto e dieci secondi. Gliel'aveva insegnato il papà della sua ragazza. Marco tornava spesso a Giulianova per rivedere i genitori e gli amici del liceo, ai quali era rimasto molto legato. Abitava al terzo piano di una palazzina in via Gabriele d'Annunzio . Il terremoto l'ha piegata ed accartocciata.


Enesoiu Adriana aveva 48 anni, era originaria di Targu Jiu, in Romania. Aveva lavorato come badante per diverse persone all'Aquila. Aspettava il risarcimento per una causa che aveva intentato contro un precedente datore di lavoro. Con Iole Pezzopane, 91 anni di Onna, diceva di trovarsi benissimo. Si prendeva cura di lei da poco più di un anno. Sono morte insieme, nella casa dell'anziana signora in Via degli Oppieti.


Puliti Andrea aveva 23 anni e studiava Ingegneria elettrica all'Aquila. Gli mancavano 3 esami per laurearsi. Sognava di volare: aveva una grande passione per gli aerei. Aveva una collezione di modellini che si era costruito da solo. Aveva studiato da autodidatta la storia dell'aviazione. Cosi' come, sempre di sua iniziativa, aveva letto diversi saggi di Storia contemporanea. Soprattutto sulla seconda guerra mondiale. Andrea aveva troppi interessi per annoiarsi: negli ultimi tempi aveva scoperto la cucina. Preparava dolci e inventava ricette per i suoi compagni di appartamento.Per la Pasqua, che sarebbe arrivata sei giorni più tardi, aveva in mente di preparare una colomba. Il terremoto del 6 aprile lo ha sepolto sotto le macerie nella palazzina di via Generale Francesco Rossi. Andrea arrivava da Bellante, in provincia di Teramo.

Rossi Michela la notte del 6 aprile era molto stanca. Qualche ora prima aveva partecipato alla maratona di Milano ottenendo un buon piazzamento. Si era addormentata nella sua casa di Via Antinori, dove viveva in affitto. Dopo poche settimane si sarebbe trasferita in una nuova casa, sempre nel centro storico dell'Aquila. Ingegnere aerospaziale all'Alenia Space, Michela era in continuo movimento: oltre alla corsa praticava il nuoto, lo sci, il ciclismo e l'arrampicata. Sempre in prima linea quando si trattava di fare sport, aveva partecipato alle maratone di Roma, Boston, Honolulu, Parigi e Nizza. Nel 2006 era entrata a far parte della Sbr3, una società grossetana di triathlon, stringendo una forte amicizia con il presidente Cianchi. Proprio a lui Michela aveva appena confidato tutta la sua felicità: era appena stata ammessa alla maratona di Londra del 26 aprile.


Armelio Zaccagno ad Arischia era conosciuto come compare Ame'. Ex impiegato dell'ufficio ragioneria dell'Anas in pensione, per dieci anni era stato il responsabile del controllo della statale 80, che collega l'Aquila al teramano. D'inverno percorreva la strada con lo spazzaneve per pulire la via e liberare gli automobilisti sorpresi dalle improvvise bufere sul passo delle Capannelle. Raccontava spesso che li trovava chiusi nelle auto per il freddo e per la paura dell'attacco dei numerosi branchi di lupi che popolano quei monti. Viveva a l'Aquila da oltre 20 anni nella casa del figlio Francesco.. La mattina era solito fare una passeggiata in centro con la sua amata gatta "Bellina", dalla quale non si separava mai, che lo seguiva e lo aspettava per ritornare. Il pomeriggio invece era dedicato al grandissimo giardino che curava da solo. Aveva selezionato lui stesso tutte le piante perchè fosse fiorito durante tutto l'anno. Ed era solito regalare un fiore ad ogni signora che passasse di fronte al suo cancello. La moglie Filomena, con la quale aveva festeggiato le nozze d'oro, era morta nel 2003. La notte del 6 aprile il tetto della sua stanza è crollato sul suo letto, dove dormiva insieme a Bellina. E' morto insieme a lei, ha avuto un malore mentre il figlio Francesco, con i soccorsi, tentava di liberarlo.


Rocco Centi Pizzutilli aveva 75 anni ed era non udente dalla nascita. Era nato a Pianola, una frazione a circa quattro chilometri dall'Aquila. Era un uomo forte ed aveva lavorato per tanto tempo come contadino "a giornata". Si era sposato tardi ed aveva vissuto molto tempo con la sorella, anche lei non udente. Rocco quella notte era riuscito a fuggire durante il crollo della sua abitazione. E' morto d'infarto qualche giorno dopo il sisma mentre cercava di riposare in macchina.


Chernova Marija, oggi avrebbe 18 anni, all'epoca dei fatti solo 8. A Natale 2007, la mamma di Marija, dopo aver divorziato dal marito aveva deciso di cambiare vita e di trasferirsi in Italia con la bambina. La base di appoggio sarebbe stata la sorella, in Abruzzo già da diversi anni. Alena e Marija erano andate a vivere a Sant'Angelo di Bagno. Marija frequentava l'Istituto elementare Mariele Ventre all'Aquila e dopo le prime difficoltà, aveva cominciato a prendere ottimi voti. In matematica, ma anche in italiano. Si era fatta tanti amici ed era entusiasta della sua nuova vita. La notte del 6 aprile, il terremoto le ha fatto crollare addosso il tetto della sua cameretta.

Muntean Silviu Daniel, aveva 7 anni ancora da compiere, frequentava la prima elementare nella civica scuola F.Rossi di Paganica. I suoi compagni di classe lo ricordano come un bambino sempre allegro, solare e divertente. Viveva ad Onna, con il padre, la madre ed il fratello maggiore. Quando la loro casa è crollata per il terremoto, i genitori sono usciti illesi dalle macerie ed il fratello è stato estratto ancora vivo dopo 3 giorni. di ricerche. Si sono salvati tutti tranne il piccolo Silviu. Dopo il terremoto la sua famigllia è tornata a vivere in Romania. Il ricordo ed il dolore per la perdita di Silviu erano troppo grandi per restare in Italia.


Enza Terzini era venuta dalla provincia di Pescara per studiare Scienze biologiche all'Aquila. La sera prima del terremoto era tornata da suo paese, Tocco da Casauria: poche ore più tardi avrebbe avuto le ultime lezioni prima delle vacanze di Pasqua. La palazzina nella zona di Villa Gioia, dove viveva con altre tre ragazze, è crollata completamente. Nella stessa stanza di Enza dormiva Eleonora Celesini, la ragazza che dopo 43 ore dopo il sisma , è stata estratta viva dalle macerie.

Ciuffini Dario stava per festeggiare il suo compleanno, avrebbe compiuto 26 anni. Abitava a Tempera, frazione a circa sette chilometri dall'Aquila. Al momento della prima scossa si era precipitato in piazza dove aveva trovato tutti gli abitanti del paese spaventati. Di tanto in tanto qualcuno controllava la situazione su Internet. Non sembrava più grave del solito per questo Dario aveva dato la buona notte a tutti ed era andato a dormire a casa della nonna in Via Largo Biade. La nonna si è salvata, Dario per un tragico destino no.


Giuliana Tamburro era ingegnere elettronico e si occupava della certificazione dei nuovi modelli di aeromobili, in particolare dei veicoli senza pilota. Era una delle maggiori esperte del settore, anche a livello internazionale. Aveva 46 anni ed è morta abbracciata al suo bambino che si chiamava Stefano Antonini di soli 9 anni. Domenica sera, dopo la prima scossa, Giuliana aveva parlato al telefono con il suo ex marito, cardiologo all'Ospedale San Salvatore dell'Aquila perchè aveva deciso di lasciare il loro appartamento di via Fortebraccio e di andare a dormire con il figlio dai genitori di lei in Via Gabriele D'Annunzio. Si sentiva piu' tranquilla. Non poteva sapere che casa sua sarebbe rimasta in piedi mentre quella dei genitori sarebbe crollata su se stessa. Insieme a loro è morto anche il padre di Giuliana ed il nonno di Stefano Marino Tamburro.


Genny e Giusy Antonini erano amiche oltre a essere sorelle. Genny era la piu' piccola, aveva ventidue anni e non si separava mai da Giusy che ne aveva 24. Erano originarie di Sant'Egidio alla Vibrata, in provincia di Teramo ma vivevano a Controguerra. All'Aquila avevano preso in affitto un appartamento in via Campo di Fossa per studiare Scienze infermieristiche l'una e Biotecnologie l'altra. Erano arrivate in città domenica sera, dopo aver cenato con i loro genitori a Controguerra. La prima scossa, nella tarda serata, aveva allarmato le ragazze che avevano chiamato il fratello Alessandro, anche lui all'Aquila ma in un'altra casa. I tre si erano tranquillizzati a vicenda. Al momento della scossa a casa di Genny e Giusy c'era anche Alberto Guercioni, un amico delle sorelle, la scossa ha ucciso anche lui.


Vecchioni Dante faceva il dentista ed era molto conosciuto all'Aquila. Aveva 53 anni e le sue passioni erano le passeggiate in montagna, soprattutto sul suo amato Gran Sasso, e l'arte contemporanea di cui era un estimatore. Era anche uno sportivo e praticava il tiro a segno nella sezione dell'Aquila, la città in cui era nato e cresciuto. Era figlio unico, aveva perso il padre diversi anni fa ed era rimasto vicino alla madre anziana fino alla sua morte. Nei progetti di Dante Vecchioni per l'immediato futuro c'era la volontà di costruire una famiglia insieme alla compagna alla quale era legato da 13 anni e magari anche di andare a vivere insieme nella casa che lui aveva appena comprato in Via XX Settembre, dopo anni di sacrifici. Quella sera si erano sentiti al telefono dopo la prima scossa. Lei aveva paura, lui l'aveva tranquillizzata. Dante è stato ritrovato a pochi metri dal pianerottolo, l'unica zona rimasta in piedi. Al collo aveva una catenina con la fede nuziale della madre, una catenina che non indossava mai e che, forse, voleva recuperare prima di fuggire per mettersi in salvo.



Ieri sera, a l'Aquila, i 309 rintocchi in piazza hanno ricordato e rinnovato un dolore inimmaginabile. Ogni rintocco, ogni battito, ogni silenzioso ricordo ha rammentato la tragedia di chi, per caso, per destino, e forse in alcuni casi per incuria, ha rinunciato a troppi sogni.


A distanza di 10 anni, rivivere gli eventi di quella notte è doveroso, come ricordare un breve racconto di alcune vittime.








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