Lunedì 3 aprile, al Teatro Manzoni di Milano, in occasione del Salone del Mobile, Sylos Labini ha invitato per la rassegna "I lunedi' culturali", Sergio Pappalettera , Marco Lodola, ed Alfredo Rapetti Mogol. Non si poteva parlare di arte e musica, senza la presenza di Saturnino, storico bassista di Lorenzo Jovanotti.
Per la prima volta abbiamo assistito ad una doppia conduzione, e Giovanni Terzi, volto noto delle reti Rai, ha coadiuvato Sylos Labini nella presentazione degli ospiti.
Un filo sottile, fatto di amicizie, e collaborazioni trentennali, ha permesso di ripercorrere l'evoluzione artistica, fin dalla nascita di Marco Lodola e Sergio Pappalettera.
Due architetti per loro stessa ammissione nati nelle case popolari, riusciti ad imporsi nel mondo dell'arte realizzando scenografie per il Festival di Sanremo, o per i concerti pluri-frequentati da migliaia di fans di Lorenzo Jovanotti.
Alfredo Rapetti Mogol in arte Cheope, ha ricordato i suoi illustri avi, il nonno che capiì l'importanza della diffusione della musica leggera, ed il padre, paroliere sopraffino.
La difficoltà nell'emergere in un mondo musicale dove non sei nessuno, se non hai scritto una canzone di successo, e "che tutti ricordano".
Alfredo Mogol, reduce del favore di pubblico e critica al Festival di Sanremo 2017, con la canzone di Michele Bravi, "Il diario degli errori" scritto da Federica Abbate e da Cheope (nome d'arte di Alfredo Rapetti Mogol), ha ricordato gli esordi ed i successi con i testi scritti per Laura Pausini, Nek, ed la planetaria popolarità del "Battito animale" di Nek.
Saturnino, ha raccontato il suo incontro con Lorenzo J., avvenuto per caso, dove un'estemporanea e fortunata esibizione, ha segnato l'inizio di una collaborazione che dura da oltre 26 anni.
Concerti di Lorenzo, in cui Sergio Pappalettera ha curato le scenografie, roteanti, naviganti. Immagini e movimenti realizzati e sincronizzati in perfetta assonia con le musiche di Jovanotti. Disegni, quadri, una perfetta sequenza di vignette, con un ordine cronologico maniacalmente perfetto.
Un concerto in movimento, come la musica di Lorenzo, realizzato sull'onda emotiva di un architetto di lunga esperienza che ha attraversato la barriera del mondo cinematografico manuale per sconfinare nel digitale.
I metri di pellicola, costosi per la realizzazione di corti e cortometraggi, materiale da buttare in caso di errori, hanno lasciato il posto alla tecnologia analogica e digitale, dove la fantasia artistica ha potuto spaziare senza l'assillo di dover rientrare in budget esigui.
Sia Marco Lodola che Sergio Pappalettera, ammettono candidamente di circondarsi di giovani artisti, collaboratori preziosi nel realizzare opere in movimento, sculture luminose.
In particolar modo, Lodola, deve l'inizio della sua carriera ad un coniglietto. Un rabbit luminoso, nato per dar corpo e visibilità, ad un oggetto che senza la luce non si scorgerebbe di sera, contrariamente alle opere greche e romane notoriamente realizzate in marmo, visibili di giorno, ma sconosciute a molti di notte.
La notte, la paura del buio, ed il desiderio di poter scorgere le proprie opere anche di sera, oltre all'utilizzo di nuovi materiali, hanno dato uno stimolo importante all'elettricista mancato, che ha realizzato le immagini del palco del Festival di Sanremo del 1998: Marco Lodola.
L'accademia delle Belle Arti di Firenze e di Milano, la fondazione con un gruppo di artisti del Movimento "Nuovo futurismo" negli anni '80, sono solo alcune esperienze culturali di Lodola, che ha collaborato con scrittori (Aldo Busi) musicisti e cantanti: gli "883", "Timoria", "Jovanotti" "Andy dei Blue Vertigo" il gruppo storico di Morgan, e "Syria".
Lunedì scorso, sul palco del Teatro Manzoni, l'arte ha incontrato la musica, un paroliere pittore del calibro di Alfredo Rapetti, con una proverbiale delicatezza, ha dimostrato quanto sia preziosa la conoscenza dell'uso della parola.
La parola diventa comunicazione, interazione musicale artistica.
Un sottofondo musicale, un basso, le abili mani di Saturnino, hanno chiuso la serata raccontando un colore. "il blu"
La profondità del blu, la vocazione del blu, l'idea d'infinito, della purezza del soprannaturale.
Blu, il colore del cuore.
Il colore del tuo cuore.
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