domenica 11 ottobre 2015

"L'ARENA DI GILETTI" E LE OFFESE IN PARLAMENTO A DUE PARLAMENTARI DONNA!



Quello che è avvenuto in Parlamento, diversi giorni fa ed è stato portato a galla dai maggiori quotidiani e testate giornalistiche è un fatto vergognoso che la dice lunga sui "pregiudizi", sugli atteggiamenti non solo "sessisti" , ma maschilisti da parte di alcune figure maschili "non più attualizzabili".
Il gesto mimato e  ripetuto di dubbio gusto da parte di un parlamentare uomo ad una collega donna, apre uno scenario, vecchio, sorpassato, non più attuale e contestualizzabile.
Uno dei primi insegnamenti, universalmente riconosciuti, solennemente enunciati ai bambini, declama: " bisogna chiedere scusa quando si sbaglia".
Non è un segno di debolezza, fare un passo indietro ed ammettere: "forse sono stato eccessivo", "forse non era il luogo appropriato", "forse, mi sono lasciato prendere un pò la mano", "forse non sono allo stadio".
Ma, come si fa a chiedere scusa per un gesto, un comportamento, una mentalità, un pregiudizio millenario, incardinato in alcuni e per fortuna pochi uomini?
Gli uomini di oggi, non sono rappresentati da queste figure sedute in Parlamento. 
Uomini sempre più vicini alle donne, compagni di viaggio, compagni di vita, padri rispettosi.
Uomini, ricordiamo che chiedono il "telelavoro" per poter lavorare a casa e poter crescere i propri figli.
Durante la trasmissione di oggi: "L'Arena" di Giletti, un Parlamentare intervistato ha detto testuali parole riferendosi alle donne parlamentari offese: "non sono delle verginelle".
Trovo irriverente ed eccessivo qualsiasi commento.
Soprattutto perchè una delle due parlamentari è in attesa di un bambino.
Pensiamo che l'accaduto avvenuto in Parlamento, abbia avuto la giusta pubblicità mediatica.
Pubblicità che si spera, possa indurre, chiunque pensi solo lontanamente di poter continuare a fare apprezzamenti fuori luogo, sessisti, maschilisti, e culturalmente inesistenti, a contenersi di fronte ad una donna, ad un collega, ad un professionista della politica.
Alcune figure alla guida del nostro paese, sono lo specchio del popolo.