martedì 7 gennaio 2020

RITA PAVONE - IS BACK - DOPO 48 ANNI TORNA AL FESTIVAL DI SANREMO E CANTA "NIENTE (Resilienza 74) -

Rita nasce e vive i suoi primi anni in via Malta 43, nel quartiere Borgo San Paolo di Torino[13]. La famiglia di origine era composta dal padre Giovanni Pavone, un operaio della Fiat Mirafiori di origini siciliane (1912–1990) la madre Maria, casalinga di origini ferraresi, e i fratelli Piero, Carlo e Cicco.

Rita, terzogenita dei quattro, si iscrive alla prima liceo dell'istituto statale Santorre di Santarosa ma, nell'inverno 1959-60, la famiglia si trasferisce in un altro quartiere, presso le case operaie della Fiat di via Chiala 19, alle "Basse" di Mirafiori Sud.

Nello stesso periodo, appoggiata e incoraggiata dal padre Giovanni, debutta al Teatro Alfieri di Torino in uno spettacolo per ragazzini dal titolo Telefoniade, e realizzato dall'allora società telefonica Stipel[14]. È quella la prima volta che Rita si esibisce davanti a un pubblico, e lo fa in due uscite: nel primo tempo, truccata da ragazza di colore e con addosso un frac di raso nero nella interpretazione di Swanee, brano reso famoso dal cantante statunitense Al Jolson; poi, nel secondo tempo, nei panni di un'inglesina in visita a Roma cantando il brano di Renato Rascel, Arrivederci Roma. Tra la fine del 1959 e l'inizio del 1961 si fa notare esibendosi prima in feste studentesche, poi in alcuni locali torinesi, come l'Apollo Danze", "La Serenella", "La Perla", l'"Hollywood Dance" o il "Principe", guadagnandosi il soprannome di "Paul Anka in gonnella" grazie alla scelta di un repertorio che prediligeva proprio i brani del famoso cantante canadese.

La vita torinese tuttavia è molto intensa: Rita deve aiutare economicamente la famiglia con lavori saltuari presso una camiceria e, allo scopo di ottenere un diploma, si iscrive a dei corsi festivi dell'Istituto Tecnico Commerciale; gli orari di lavoro però, non le consentono di proseguire gli studi. Il talento artistico invece, la rende celebre fino al punto di partecipare alla prima edizione del Festival degli sconosciuti di Ariccia nel 1962, che Rita vince interpretando Moliendo Café e altri brani del repertorio di Mina.

Il patron della manifestazione del Festival è il cantante Teddy Reno, che diviene il suo pigmalione. Sei anni dopo, i due si sposano in Svizzera, dopo una serie di polemiche a causa della notevole differenza d'età tra i due e soprattutto per il fatto che all'epoca Teddy Reno era già sposato civilmente e con un figlio avuto dalla prima moglie Vania Protti. Con Teddy, Rita avrà due figli, Alessandro (1969) e Giorgio (1974). Insieme, risiederanno in Svizzera a partire dal 1968.

Quella vittoria ad Ariccia nel 1962 le procura un provino con l'RCA Italiana e le fa ottenere immediatamente un contratto discografico, che la consacra al grande pubblico negli anni a seguire.


Rita Pavone ne Il giornalino di Gian Burrasca, 1964


Viva la pappa col pomodoro - Disco 45 giri

Dal 1963 Rita raggiunge una vasta popolarità: già nei primi mesi dell'anno le vendite dei suoi dischi superano il milione di copie vendute.

Escono alcuni singoli di enorme successo: La partita di pallone, che il 16 febbraio 1963 arriva al primo posto in hit-parade per due settimane, e Sul cucuzzolo (scritte da Edoardo Vianello); Alla mia età; Come te non c'è nessuno, che dal successivo 2 marzo resta in vetta per 9 settimane; Il ballo del mattone, che l'8 giugno 1963 arriva prima restandoci per tre settimane; Cuore, versione italiana della hit statunitense scritta da Barry Mann e Cynthia Weil e interpretata da Wayne Newton: Heart (I Hear Your Beating), che il 6 luglio 1963 arriva prima per 9 settimane;[24] Non è facile avere 18 anni, che arriva prima il 25 gennaio 1964 per due settimane; Datemi un martello (adattamento italiano di Sergio Bardotti di If I Had a Hammer).

Nel 1964 interpreta lo sceneggiato televisivo Il giornalino di Gian Burrasca, tratto dal romanzo per ragazzi di Vamba e diretto da Lina Wertmüller, con musiche di Nino Rota orchestrate da Luis Bacalov. Sigla di questo programma è il brano Viva la pappa col pomodoro, la cui registrazione si avvale dello zither di Anton Karas. Questa canzone viene incisa dalla Pavone in molte lingue: The Man Who Makes The Music nel Regno Unito, Ich frage meinen Papa in Germania e Qué ricas son la papas in Spagna e nei paesi di lingua spagnola.

Sempre nello stesso anno, la sua popolarità meritò le attenzioni di Umberto Eco nel suo saggio intitolato Apocalittici e integrati. Nel 1965 vince il Cantagiro con Lui. Seguono numerose altre hit a 45 giri: Solo tu, Stasera con te, sigla del programma televisivo Stasera Rita per la regia di Antonello Falqui, Plip, che il 25 dicembre 1965 arriva prima per tre settimane, Qui ritornerà, che il 18 giugno 1966 arriva in prima posizione, Il geghegé, altra sigla delle cinque puntate che la videro protagonista a Studio Uno del 1966, Fortissimo, La zanzara, Gira gira, Questo nostro amore.

In questi anni, è protagonista anche di alcuni film musicarelli di buon successo commerciale: Rita, la figlia americana (1965) con Totò e la regia di Piero Vivarelli; Rita la zanzara (1966) con Giancarlo Giannini e la regia di Lina Wertmüller; Non stuzzicate la zanzara (1967), con Giancarlo Giannini e Giulietta Masina, sempre per la regia di Lina Wertmüller. Nel 1967, Rita Pavone vince il Cantagiro con Questo nostro amore, scritto da Luis Bacalov e Lina Wertmüller e tema del film Non stuzzicate la Zanzara. Nel 1967 escono Little Rita nel West (con 33 giri omonimo per la RCA), film con Terence Hill e la regia di Ferdinando Baldi, e La feldmarescialla, sempre con Terence Hill e la regia di Steno.

I successi all'estero

Grande è stata la popolarità di Rita Pavone a livello internazionale. Molte sono le etichette per le quali Rita incide: Decca nel Regno Unito; Teldec e Polydor in Germania; Barclay, RCA e Phonogram in Francia e infine, RCA Victor per gli Stati Uniti, Giappone e tutto il Sud America. Negli Stati Uniti è stata cinque volte ospite della trasmissione Ed Sullivan Show. In una puntata Rita Pavone vi appare sul cartellone quale terzo nome dopo Duke Ellington ed Ella Fitzgerald. Seguono altri spettacoli televisivi come Hullabaloo e Shindig, che la vedono agire sul palco insieme a nomi dello spettacolo quali The Beach Boys, Marianne Faithfull, Orson Welles, The Animals e The Supremes.

La RCA Victor Americana pubblica tre Album di Rita Pavone: The International Teen-Age Sensation, il cui singolo, Remember Me resta per 10 settimane nelle classifiche Hot 100 di Cashbox e di Billboard, arrivando alla 26ª posizione della classifica; segue il 33 giri Small Wonder, entrambi incisi negli Studi della RCA Victor a New York, e infine Rita Pavone, registrato a Nashville, il cui produttore è il chitarrista Chet Atkins. In quell'occasione Rita Pavone si avvale di musicisti come Floyd Cramer, Al Hirt e il coro di Anita Kerr.

Il 20 marzo 1965 Rita Pavone si esibisce per la prima volta in concerto a New York nella Carnegie Hall, presentata da Ed Sullivan. Nel Regno Unito, nel 1966 il singolo Heart, nell'originale lingua inglese arriva al 12º posto nelle classifiche britanniche.

Inoltre, sempre nel 1967, negli studi televisivi londinesi della BBC, viene realizzato uno special sulla Pavone dal titolo Segni personali: lentiggini, con ospite il gruppo degli Herman Hermits. Per l'occasione, Rita Pavone è accompagnata dal gruppo dei Collettoni. Notevole è la discografia di 45 giri e album che vedono presente Rita Pavone nel mercato in lingua tedesca e, spesso, tra le prime dieci canzoni più vendute. È del 1964 il suo primo 45 giri di successo in lingua tedesca: Wenn ich ein Junge wär', che porta Rita Pavone in vetta alle classifiche tedesche con mezzo milione di copie vendute.

Altro primo posto per Rita Pavone verrà nel 1969 con Arrivederci Hans (800 000 copie vendute solo in Germania). In Francia, dopo un approccio datato 1963 con Coeur, 45 giri EP prodotto dalla Barclay, e con il brano Clementine Cherie che sarà il tema principale del film francese omonimo, Rita Pavone sale sul podio delle classifiche francesi nel 1972 piazzandosi al 2º posto dei dischi più venduti con Bonjour la France ("La suggestione"), brano scritto per lei da Claudio Baglioni che le fa vendere 650 000 copie solo in Francia e le apre, per un mese intero, le porte del teatro Olympia di Parigi.

Il declino in Italia

Dopo cinque anni di notevole popolarità, nel 1968 il discusso matrimonio con Teddy Reno sembra avere un effetto destabilizzante per la sua carriera: un personaggio rassicurante come quello della simpatica teen-ager che aveva portato al successo Rita Pavone, agli occhi del pubblico entrava ora in contrasto con la sua scelta di unirsi in matrimonio a un uomo molto più anziano di lei e, soprattutto, già sposato e con un figlio. Ad acuire quest'improvvisa inimicizia tra la Pavone e il suo pubblico fu anche il morboso interesse della stampa scandalistica, che si accanì su alcune vicissitudini familiari legate alla separazione fra i genitori della cantante.

Ciò nonostante, malgrado il clima non fosse dei più sereni, dopo aver lasciato la RCA, Rita Pavone firmò un contratto con la Ricordi, fondando l'etichetta Ritaland, attraverso la quale incise alcune canzoni per bambini che, però, passarono quasi del tutto inosservate.

In seguito incise, invece, altri tre singoli per un pubblico più adulto; Pippo non lo sa, famoso brano di Gorni Kramer, che è la sigla per un programma pomeridiano per ragazzi e altri due dischi, Il mondo nelle mani e Nella mia stanza, che non riuscirono comunque a riportarla nelle zone alte della hit-parade italiana, anche se nello stesso periodo ottenne invece una grossa popolarità in Sud America. Nel 1969 partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo con la canzone Zucchero, ma si classifica solamente al 13º posto. Nel complesso, l'intero periodo trascorso alla Ricordi si rivelò del tutto fallimentare: non vendeva il singolo estivo Per tutta la vita (un vecchio successo anni cinquanta), uscito quasi in contemporanea con la nascita del suo primogenito Alessandro, e neppure Dimmi ciao bambino, traduzione di un brano tedesco che la Pavone portò alla Canzonissima di quell'anno, venendo prontamente eliminata.

In seguito anche alle diverse querele presentate dalla cantante e da Teddy Reno nei confronti della Rai (non gradirono l'imitazione di Alighiero Noschese a Doppia coppia), diminuirono drasticamente anche le apparizioni della Pavone sul piccolo schermo, con ovvi effetti sulla sua popolarità già in fase calante. L'anno successivo, la Ricordi avrebbe voluto imporle una nuova partecipazione a Sanremo, ma lei si rifiutò, tornando alla casa discografica che l'aveva lanciata diversi anni prima: la RCA. In quel momento le quotazioni della cantante erano al minimo, motivo per cui, rispetto al precedente, il nuovo contratto con la sua «storica» etichetta non era, per la Pavone, altrettanto vantaggioso dal punto di vista economico. Inoltre, la RCA la mandò ugualmente a Sanremo col brano (da lei mai apprezzato) Ahi ahi ragazzo!, che ottenne comunque un certo successo discografico in Spagna e in altri paesi di lingua iberica.

Gli anni settanta.

Dopo alcuni mesi di silenzio, in cui i discografici cercarono nuove strategie per un suo rilancio, la cantante sembrò riprendere finalmente quota partecipando a Canzonissima, dove presentò con successo due cover: Stai con me (Stand by me) e Finalmente libera (Free again), quest'ultima tratta dal repertorio di Barbra Streisand.

Nel 1971 intraprende la strada della canzone d'autore incidendo Se casomai... (presentata al Disco per l'estate) e La suggestione, firmate da un giovanissimo e semisconosciuto Claudio Baglioni. Torna in TV con lo special Ciao Rita, dove la Pavone, oltre che cantante, è anche ballerina, imitatrice e presentatrice. Lo show ottiene un ottimo successo di ascolto. Partecipa nuovamente a Canzonissima, dove la spunta su Ombretta Colli, Milva e Dalida, riproponendo con successo La suggestione, unitamente alla storica hit Cuore (in una nuova versione): in semi-finale presenta Lasciati andare a sognare, viene però sconfitta da Iva Zanicchi e Rosanna Fratello.

Nel 1972 torna a Sanremo con la raffinata Amici mai, ma anche qui non riesce ad accedere alla finale. Solo pochi giorni dopo, però, grazie alla partecipazione allo show televisivo di Guy Lux con Bonjour la France (versione francese de La suggestione), la Pavone ottiene un grosso e inaspettato successo discografico proprio in Francia, dove giunge al 2º posto in hit-parade. Subito dopo si esibisce all'Olympia di Parigi. Oltralpe riscuotono un'ottima accoglienza anche le sue personali versioni in francese di Montagne verdi, di Marcella Bella, e Questo piccolo grande amore, di Claudio Baglioni.

Nel 1973 ritorna al Disco per l'estate, presentando ancora un brano di Baglioni: L'amore è un poco matto, che non solleva l'interesse del pubblico. L'anno dopo, pur incidendo parecchio materiale, non viene pubblicato dalla RCA alcunché. Nel frattempo, nel maggio 1974, nasce il suo secondogenito Giorgio.

Nel 1975 esce un album di cover anni sessanta intitolato Rita per tutti (originariamente l'album aveva per titolo Rita in discoteca), in cui la cantante interpreta alla sua maniera e con ritmiche differenti dalle versioni originali, classici come Io che amo solo te di Sergio Endrigo e Sapore di sale di Gino Paoli, con gli arrangiamenti di Victor Bach. L'album divenne un grande successo in Brasile, dove Io che amo solo te viene scelta come sigla di una famosa telenovela.

Significativa risulta anche la sua attività di attrice teatrale: sempre nel 1975, insieme ad Erminio Macario, recita nello spettacolo intitolato Due sul pianerottolo (che l'anno dopo diventò anche un film diretto da Mario Amendola); successivamente fu al fianco di Carlo Dapporto in Risate in salotto.

Nel 1976 promuove il singolo ...E zitto zitto, presentato al Festival di Sanremo, dove quell'anno partecipa come ospite.

Nel 1977 la Pavone ritorna nelle zone alte della hit-parade con My name is Potato, che diventerà la sigla del suo nuovo show televisivo Rita: e io, con Carlo Dapporto: la sigla, a metà tra il cartoon e il videoclip, è di Bruno Bozzetto. Rita ed io è anche il titolo dell'omonimo LP di quell'anno. Il successo si ripete con Paperita, brano dedicato al mondo dell'infanzia e sigla del programma Buonasera con... Rita al circo.

Nel 1978 torna in teatro assieme all'attore milanese Piero Mazzarella, portando sulle scene Quel diavolo di Santarellina. Nello stesso anno, interpreta la sigla del film Heidi, scritta da Umberto Napolitano, sulla musica di Giuni Russo e Maria Antonietta Sisini.

Nel 1979 incide un singolo disco: Blame It On The Boogie, cover dei The Jackson 5, da lei interpretata con l'Anonima ragazzi, un gruppo di giovani cantanti e ballerini che per un paio d'anni seguiranno la Pavone nella sua attività. Rita & l'Anonima ragazzi è anche il titolo del suo nuovo LP, nel quale compare anche la collaborazione con la cantautrice Giuni Russo, che scriverà il brano Il mondo dei ragazzi.

Il decennio si concluse con la firma di un contratto di conduzione televisiva per uno show in onda in prima serata sul secondo canale, dal titolo Che combinazione ma, la susseguente amara scoperta della co-conduzione con Gianni Cavina rende decisamente nervoso il lavoro della Pavone, che in qualche modo è costretta a difendere di volta in volta il proprio spazio, nonostante lo spettacolo preveda contrattualmente Rita Pavone quale sola conduttrice (con la "partecipazione" di Cavina). Nel suo libro autobiografico intitolato Nel mio piccolo (pubblicato nel 1995 da Sperling & Kupfer), la cantante rivelerà le ragioni politiche che si celavano dietro la presenza dell'attore bolognese all'interno del suo show. Ciononostante, Che combinazione andrà in onda fino alla fine del gennaio 1980, con una media di 12 milioni di spettatori per puntata.

Gli anni ottanta

Nel 1981, insieme al marito Teddy Reno, presenta per la prima volta in teatro il duo comico Zuzzurro e Gaspare, ottenendo strepitose critiche personali. Negli anni ottanta, la Pavone intensifica la sua attività di cantautrice cominciata con l'album Rita e l'Anonima Ragazzi, firmando interi lavori come Dimensione donna (1985), da cui è tratta Finito, canzone che diviene un grande successo in seguito all'inserimento come sigla della soap-opera Sassaricando della brasiliana TV Globo.

Nel 1987 scrive con l'americana Carolain il singolo La valigia. Nello stesso anno viene pubblicato l'album Rita Special, che include un altro brano nato dalla collaborazione artistica con Giuni Russo, Maria Antonietta Sisini e Cristiano Malgioglio, Triangolo d'amore, scritto nel 1977.

Nel tardo 1989, dopo la delusione seguita alla bocciatura al Festival di Sanremo di quell'anno, esce il suo ultimo album di inediti, Gemma e le altre. Il disco, con musiche di Carolain e testi della stessa Rita Pavone, vede l'artista anche nel ruolo di arrangiatrice (sempre insieme alla Carolain), ed è incentrato su tematiche sentimentali interamente declinate al femminile.

Gli anni novanta

Nel 1991 partecipa anche all'album di Cristiano Malgioglio intitolato Amiche, insieme a Milva, Sylvie Vartan ed altre artiste.

Nel 1995, al Teatro Romano di Verona, è Maria ne La dodicesima notte di William Shakespeare, con Franco Branciaroli, Renzo Montagnani, Pino Micol e Marco Sciaccaluga: è la prima volta che la Pavone si esibisce nel repertorio classico.

Nel 1999 veste i panni di Gelsomina ne La strada (in coppia con Fabio Testi), lavoro tratto dall'omonimo film di Federico Fellini con la sceneggiatura di Tullio Pinelli e di Ennio Flaiano, per la regia di Filippo Crivelli, i costumi di Danilo Donati e le musiche di Nino Rota. Per l'occasione, il premio Oscar Luis Bacalov, compone l'inedito Che senso ha, con testo della stessa Pavone.

Gli anni duemila

Nel giugno del 2000 e del 2001 fu tra i protagonisti, su Canale 5, del varietà musicale I ragazzi irresistibili, insieme con Maurizio Vandelli, Adriano Pappalardo e Little Tony, con i quali celebrò alcuni dei più importanti brani entrati nella storia della musica leggera dagli anni sessanta in poi.

Il 1º gennaio 2006 durante la trasmissione di Rai Uno L'anno che verrà, ha reso ufficiale la scelta di ritirarsi a vita privata dopo aver cantato per l'ultima volta in pubblico. Nel marzo 2006 si è candidata alle elezioni per il Senato, Circoscrizione Estero (infatti, come Mina, anche Rita Pavone risiede con la famiglia in Svizzera e ha la cittadinanza elvetica da molti anni) nella lista Per l'Italia nel Mondo di Mirko Tremaglia, senza però essere eletta.

Gli anni duemiladieci


Rita Pavone sulla sinistra, Ferruccio Merk Ricordi (Teddy Reno) al centro e il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza sulla destra durante la consegna del Sigillo trecentesco (25 ottobre 2016)

Il 6 ottobre 2010 è stata ospite in un concerto romano di Renato Zero in occasione dei suoi 60 anni. In quell'occasione ha cantato insieme a Zero alcuni dei suoi successi. La sua intera performance è stata poi inserita nel DVD pubblicato dallo stesso Renato Zero. Sempre nel 2010 è presente come ospite nel nuovo cd di duetti di Dario Gay, Ognuno ha tanta storia, eseguendo insieme a lui il brano "Domani è primavera".

Il 27 dicembre 2011, a Capri, nel corso della 16ª edizione dell'Hollywood International Film Festival, insieme al premio Oscar Ben Kingsley e al coreografo Lindsay Kemp, ha ricevuto il premio Capri Legend Award 2011. L'evento, prodotto da Pascal Vicedomini, ha come presidente onorario Lina Wertmüller e come vice presidente Tony Renis.

L'8 settembre 2013 è tornata alla musica dopo ventiquattro anni dall'ultimo album in studio e dopo sette anni dal suo addio alle scene pubblicando il doppio album Masters, anticipato dal singolo I Want You With Me, cover di un brano portato al successo da Elvis Presley.

Nel maggio 2014 ha intrapreso il tour Rita is Back!, esibendosi dal vivo in sei concerti teatrali.

Nel febbraio 2016 è stata tra i concorrenti dell'undicesima edizione del talent show Ballando con le stelle; balla in coppia con il maestro Simone Di Pasquale, arrivando fino in finale e classificandosi al terzo posto.

Il 6 gennaio 2020 è stata annunciata la sua partecipazione, dopo ben 48 anni dall'ultima volta, al Festival di Sanremo.

“Niente (Resilienza 74)” è il titolo del brano autobiografico o particolarmente personale. Che di tratti della "Resilienza di una 74enne"? Oppure è un anno di nascita a lei caro?

Auguri @ritapavone @ritapavoneisback, comunque vada, sarà un successo.


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"LA DIVINA" OMAGGIO A MARIA CALLAS AL TEATRO ARISTON DI SANREMO - #TEATROARISTONSANREMO @TEATROARISTONSANREMO

Visse d’arte, visse d’amore.

Cecilia Sofia Anna Maria Kalogeropoulos, alias Maria Callas, nata in America da genitori greci
emigrati, era greca nel profondo, come lei stessa ebbe a dire più volte.

La sua esistenza fu piena di passione, di ansia, continuamente in bilico tra l’amore cantato e l’amore
vissuto. Eppure morì sola, nella sua casa di Parigi, dimenticata da tutti.

L’Omaggio a Maria Callas, organizzato dall’Associazione “Ritorno all’opera”, che si terrà al Teatro
Centrale di Sanremo il 10 gennaio 2020, alle ore 16.30, nasce proprio dalla precisa volontà di
ricordare la più grande interprete di tutti i tempi, sottrarla all’oblio e, in qualche modo, rimediare al
torto fattole da un mondo continuamente alla ricerca di spettacolarità e novità che sembra averne
dimenticato la grandezza.

Definita “Divina”, quando cantava, con quella voce capace di ricoprire registri tra loro molto lontani,
aveva la capacità di prendere l’ascoltatore e trascinarlo con sé, facendolo sentire totalmente
immerso nella musica, come lei stessa sentiva di essere.

Rappresentò davvero una leggenda, inimitabile, tanto che il regista Franco Zeffirelli, suo amico, ebbe
a parlare di “a. C. e p. C.” cioè di un prima della Callas e dopo la Callas, come a sottolineare l’unicità
ed eccezionalità di questa artista.

Fu sfortunata nella vita privata, amava l’arte e a servirla dedicò interamente la sua vita. Sul palco si
trasformava, era felice.

Fu circondata dall’affetto degli amici, tra cui i registi Luchino Visconti, Franco Zeffirelli e Pierpaolo
Pasolini, che la guidò nel film Medea quando ormai aveva deciso di ritirarsi dalle scene perché la sua
voce non era più quella di un tempo.

Ma anche e soprattutto dalla sua donna di servizio e il suo maggiordomo, rimasti a lei fedeli fino alla morte,
che lei considerava la sua vera famiglia.

Ebbe l’amore del pubblico ovunque nel mondo si trovò a interpretare le grandi opere liriche, ma
suscitò invidie tra i colleghi, scandalo e disapprovazione tra i critici. Lei timida e schiva nel privato,
era sempre suo malgrado sotto i riflettori della stampa.

Lo spettacolo “La Divina. Omaggio a Maria Callas” ricostruisce le fasi salienti della sua vita e della
sua carriera. Saranno eseguite alcune delle arie più famose da lei cantate, proposte dal soprano
Elena Rossi e dal tenore Alessandro Fantoni, accompagnati al pianoforte dal Maestro Andrea
Albertini.

Con la guida delle proiezioni di video e interviste, arricchiti dalla voce di Maria Paola
Bidone che leggerà alcune pagine tratte dalle sue memorie e dalle sue lettere, lo spettatore sarà
condotto in un viaggio emozionale alla scoperta della grande artista.

Prezzi di ingresso:
platea € 20,00+2,00 prevendita, galleria € 15,00+2,00 prevendita € 13,00+2,00 prevendita.
Info e prenotazioni pressa la cassa del Teatro Centrale via Matteotti 107, 0184 597822 tutti i
giorni dalle 17:00 alle 21:00, al mattino dalle 10:00 alle 13:00 il giorno dello spettacolo ed il
giorno precedente.


Elena Rossi, soprano di fama internazionale, è nata a Reggio Emilia. Dopo aver studiato presso il
Conservatorio della sua città si perfeziona presso l’Accademia Filarmonica di Bologna e con Luciana
Serra, Edita Gruberova e Sherman Lowe. Vincitrice di numerosi concorsi, debutta, giovanissima, in
Elisir D’amore al Teatro Bonci di Cesena nel ruolo di Adina.

Successivamente, a Seul, è Violetta in una produzione di Traviata con la regia di Pier Luigi Pizzi;
inizia così un sodalizio artistico con il Maestro che vede la partecipazione di Elena Rossi in molte
delle sue produzioni: Les Mamelles de Tirésias (Macerata e Praga), Il Flauto magico (Sferisterio
di Macerata), La vedova Scaltra (Venezia), Thais (Venezia).

A partire dal 2014 ad oggi, fra le sue grandi interpretazioni ricordiamo: Aida a Piacenza, Tosca a
Taormina, al Massimo di Palermo, al Teatro Regio di Torino, all’Arena di Verona, al Bellini (Teatro
antico) di Catania, al Teatro Comunale di Bologna, Norma a Macao in Cina, Desdemona in Otello
a San Paolo in Brasile, Donna Anna nel Don Giovanni a Salerno. Fedora al San Carlo di Napoli e
al Teatro Bellini di Catania, Liù nella Turandot all’Arena di Verona, Loreley nell’opera Loreley di
Catalani a San Gallo (Svizzera), Fidelia nell’Edgar di Puccini al teatro di San Gallo (Svizzera) e a
Berlino, Hanna Glavary in Die lustige witwe al National Theater of Performing Arts di Pechino,
Magda nella Rondine di Puccini al Teatro Carlo Felice di Genova.

Ha collaborato con celebri direttori d’orchestra e registi, fra i quali: Renato Palumbo, Asher Fish,
Andrea Battistoni, Valerio Galli, Donato Renzetti, Enrique Mazzola, Maurizio Benini, Franco
Zeffirelli, Hugo de Ana, Pier Luigi Pizzi, Giancarlo del Monaco, Damiano Michieletto, Daniele
Abbado, David Alden.


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