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venerdì 23 ottobre 2020
- " Sette coltelli" - Rosaspina -
Il videoclip, diretto da Mirko Salciarini e girato a Como, rappresenta la lotta interiore del protagonista in uno scenario decadente e romantico,
dove alla tranquillità del Giardino dell’Eden, il paradiso in cui ROSASPINA è cresciuto, si sovrappongono l’inquietudine, i rumori e gli ostacoli
della Selva oscura di Dantesca memoria.
La notte prende il sopravvento e si popola di mostri. Nella battaglia con la setta, ROSASPINA si ferisce ma riesce a domare i demoni grazie alla croce che gli permette di esorcizzare le sue paure e che simboleggia la religione, àncora di salvezza per i nonni materni.
ROSASPINA stravolge la genesi e la mela non è più qui il simbolo del peccato ma rappresenta l’unico elemento che gli ricorda la purezza dell’infanzia e gli permette di mantenere vive le connessioni di un tempo.
“Sono la mela nel tuo Eden/ ma tu sei solo una serpe/ ed è una vita che aspetto il momento di dirvi/ che non vi devo un bel niente”
Il videoclip mescola sacro e profano, reale e fantastico, l’arte di Francisco Goya con le atmosfere tipiche dei film horror americani.
Ispirato al pop di Halsey, Miley Cyrus e The Weeknd, Il singolo, oltre ad essere autobiografico, figura come un’opera dicotomica: il primo elemento, sette, come l’età del ragazzo all’epoca o le sette, rappresenta il ramo familiare materno mentre il secondo protagonista, il coltello, sviscera e ricostruisce il lato peccaminoso e violento della famiglia paterna.
Brano introspettivo e delicato, “Sette coltelli” mira dritto al petto dell’ascoltatore, per trafiggerlo con le proprie emozioni affilate e per mandare in frantumi le certezze da lui costruite.
Tuttavia “Sette coltelli” non è solo un singolo intimo e fragile ma anche un brano misterioso e ironico, di quell’ironia di chi sa di essere macchiato dentro ma non nasconde la propria personalità e il proprio passato e li espone per essere d’aiuto ad altri “Cresciuto tra streghe e tarocchi, giuro ho visto il male, con questi miei occhi”.
“Ho ancora i segni sulla pelle, prima chiamavi, chiamavi ma ora niente, cosa c’entro con questa gente?”
BIOGRAFIA
ROSASPINA è il nome d’arte di Raffaele Vigliotti. nasce a Rho nel 1994 ma d’estate cresce nel “Giardino Dell’Eden” in provincia di Caserta. In questo posto incontaminato, scintillante e accogliente, il giovane muove i primi passi nel mondo dell’arte, cominciando a scrivere già all’età di 6 anni.
ROSASPINA inizia a comporre musica perché sente subito la necessità di riempire il silenzio che lo circonda nelle sue giornate di solitudine, dove il ragazzo gode solo della compagnia di un nutrito gruppo di animali.
Non solo gli animali ma anche le piante e in particolar modo il frutteto è fondamentale per la costruzione del suo Io: ROSASPINA, per scrivere, prende spunto da quello che mangia, poiché alcuni sapori gli ricordano dei suoni, delle parole, delle frasi. “Ogni parola ha un sapore ben specifico”.
Nel periodo dell’adolescenza, il bisogno di scrivere si fa sempre più sentire in ROSASPINA perché sente il bisogno di esternare le sue emozioni, le sue delusioni e le sue ferite interiori ed esteriori, provocategli da altri. Il giardino dell’Eden chiude per sempre sepolto da tonnellate di cemento e ROSASPINA si chiude in sé stesso, cominciando a scrivere i suoi testi in inglese per non essere compreso.
Poi la svolta: con il passare del tempo ROSASPINA decide di raccontare una parte della sua vita e le emozioni che l’hanno caratterizzata e, per sentirsi vicino a persone che ormai non fanno più parte della sua vita, abbandona l’inglese e si mette a nudo.
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