Negli anni '70 a Milano ci fu un evento particolarmente singolare per quei tempi.
Una donna, una mamma, in un giorno come tanti, una mattina bacio' i suoi 2 bambini e si diresse in metropolitana.
Si sdraio' sui binari eludendo accuratamente i controlli ed attese l'arrivo del convoglio.
Non fu una donna fortunata.
Incontrò sul suo cammino un uomo di cui si innamorò perdutamente, e che la portò a sacrificare la sua vita, la sua intera esistenza vivendo un'enorme tristezza, disperazione e ineluttabile infelicità coniugale.
Era una persona buona, onesta, di una buona famiglia di lavoratori, una mamma affettuosa, orgogliosa di quei 2 figli che erano venuti proprio bene. Belli e sani.
Lui, dispotico, un uomo piacente, si narra avesse in qualche meandro d'Italia già due figli.
Ma lei lo amava.
Lo ha amato anche quando con l'inganno approfittò di sua sorella adolescente che rimase incinta e diede alla luce un bambino.
Quante volte si è recata in ospedale piena di lividi, ma non ha mai denunciato il suo aguzzino.
Quante volte chi l'ha aiutata a farsi una doccia ha notato quelle orribili macchie bluastre su tutto il corpo.
In questa giornata, il 25 novembre si deve dare voce a donne, picchiate, umiliate, derise, uccise o "indotte al suicidio".
Gli articoli di giornale che narrarono della vicenda, descrissero una donna attenta e lucida nel mettere a segno il suo piano.
Chissà quanta disperazione debba esistere in una donna che decide di rinunciare al bene più prezioso i suoi due tesori, per scegliere di scomparire.
Lui, poco prima dell'evento, aveva portato a casa un'altra donna e lei era stata costretta a dormire sul divano mentre la "bestia" divideva il letto coniugale con un'altra vittima.
Perché si narra che picchio' negli anni successivi anche lei, tanto da scaraventarla dal pianerottolo di casa e chiudendola fuori.
Chi ha visto la scena si é ritrovata, l'amante, sullo zerbino di casa contro la porta.
Perché il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ed un vile si alimenta di un potere effimero maltrattando un corpo debole che non può reagire o che innamorato non ha la lucidità e la prontezza di scappare il più lontano possibile.
Chissà se qualcuno lo avrà mai denunciato alle forze dell'ordine.
Chissà, se per un solo momento, "la bestia" ha pensato al dolore inflitto per sempre ai suoi 2 figli (due dei tanti), ma due ragazzi unici nati da una donna speciale. Una lavoratrice, una "donna perbene", una mamma unica.
Chissà dove saranno i due ragazzi, come avranno vissuto e rielaborato un lutto così triste ed improvviso.
Chissà se nella vita incontrando le loro compagne non abbiano riflettuto a fondo sul ruolo del padre nella loro educazione.
E chissà se avranno rispettato le loro donne senza ricommettere errori che non si dovrebbero trasmettere geneticamente.
Ogni volta che una donna chiede aiuto deve essere ascoltata.
Ogni volta che una donna denuncia un comportamento violento del compagno deve essere allontanata.
Sono passati circa 40 anni da quando una DONNA si è sdraiata sui binari di una gelida metropolitana milanese aspettando la morte.
E nulla è cambiato.
Nonostante le associazioni dedicate alle donne, i movimenti politici che hanno aiutato a dare dignità ed una speranza a chi non vedeva la luce.
Ieri, era il 25 novembre 2019 ed una ragazza di 30 anni è stata uccisa dal suo amante sposato con una prima coltellata al ventre.
E mentre l'uccideva, lei incredula gli professata il suo amore ad oltranza.
Pensateci, cosa ci può essere di più terribile nel ricevere una coltellata nel ventre quando aspetti un figlio dall'uomo che ami?
Anche se non era l'uomo giusto, anche se era un codardo che non ha saputo rinunciare alla stabilità della sua famiglia.
Un uomo vile che anziché assumersi le sue responsabilità in due diversi momenti ha annullato la vita di troppe persone. Un vile che non si è fermato neanche davanti ad un donna innamorata che fino in fondo gli ha dato fiducia.
Una fiducia mal riposta dalla giovane donna una prima volta ed una seconda volta risalendo in macchina dopo aver ricevuto la prima coltellata. Mentre l'unica cosa da fare era scappare il più lontano possibile dal mostro.
Il vile cosa ha ottenuto: nulla.
Ha segnato per sempre un terribile destino per una giovane donna, il figlio in grembo, la moglie ed un figlio nato dal matrimonio.
Di fronte a questi avvenimenti non si può rimanere indifferenti.
Perché come ribadisce Liliana Segre, ed è impresso al binario 21 nella stazione centrale di Milano, "l'indifferenza" può fare la differenza.
Urlate, chiamate le forze dell'ordine quando un uomo picchia una donna in strada, avvicinatevi e date conforto ad una donna che piange sul marciapiede.
Non volgiamo lo sguardo assente nella direzione opposta. Saremmo complici per sempre.
Perché i nostri figli capiscano che l'amore non è il possesso di un corpo, ma affinità di menti.
Perché nell'amore non si deve aver paura di non riuscire a dominare l'altro, ma si deve rispettare prima l'anima e poi il corpo di una donna, solennemente.
La donna deve poter esprimere la propria individualità, la sua intelligenza e la sua differenza emotiva.
E soprattutto non deve essere soppressa o annullata quando dice "Basta!".
Ieri era il 25 novembre ed un albero ha perso un altro ramo prezioso. Una vita giovane che non potrà realizzarsi, lasciando un vuoto incolmabile in due genitori che l'hanno fortemente voluta ed amata.
NOI SIAMO CONTRO LA VIOLENZA SULLA DONNA. CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE. CONTRO GLI UOMINI VIOLENTI. CONTRO PAROLE E GESTI CHE TRACCIANO SOLCHI PROFONDI.
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Staresulpezzo@gmail.com
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