lunedì 12 gennaio 2015

Parigi, strage per la liberta' di stampa! Il motto "Je suis Charlie"!

Una strage significativa, un attacco alla liberta' di satira. Ritornano alla mente similitudini con l'attacco alle torri gemelle di New York. Un messaggio implicito: "Non siete invincibili".

Di certo, un'azione violenta, cruenta che ha messo sotto assedio una città turistica e magnifica soprattutto durante le feste natalizie.

Milano, sabato scorso in Piazza del Duomo ha anticipato la manifestazione di immenso valore a Place de la Republique che ha visto 50 capi di stato presenti, pronti in prima fila, a manifestare il loro  sdegno e dei paesi da loro rappresentati, verso i fatti tremendi che per 3 giorni hanno  reso Parigi il luogo da cui scappare.
Luogo in cui Hollande, ha rivolto un accorato invito ai suoi concittadini. "Stiamo uniti, troviamoci tutti in piazza per dimostrare al mondo intero che non abbiamo paura".

Parigi è la città multi-etnica per eccellenza.

Tutti i capi di stato Europei e non, hanno voluto abbracciare simbolicamente ogni parigino, di qualsiasi etnia originaria. Senza discriminazioni, senza pregiudizi inutili.

Il primo attacco nella sede centrale del giornale è stato solo il preludio degli altri 2 attentati.

Il supermercato Ebreo non era l'ultimo obiettivo.

L'obiettivo reale era l'asilo pieno di bambini.

E' per questo motivo che numerose forze di polizia francesi saranno messe a sorvegliare le scuole ebree parigine, al fine di prevenire possibili e nuovi attacchi.
Perché, è innegabile che azioni deplorevoli ed indescrivibili, vengano messe in atto nei confronti dei più deboli.

La matita, il centro di Parigi, i bambini, i giornalisti e vignettisti, compreso il corpo di polizia hanno rimandato i ricordi seppure in dimensioni differenti alla strage dell'11 settembre.

Parigi, come New York ha reagito nella stessa maniera. Ha urlato al mondo intero  "Noi, non abbiamo paura"
"Noi, sopravviveremo", "Noi, vi sconfiggeremo".

La piazza gremita, le strade limitrofe, l'eco Europeo e Mondiale si è stretto attorno alla Ville Lumiere. Non erano presenti le rappresentanze Americane, che capito l'enorme errore invieranno a Parigi entro giovedì prossimo un loro rappresentante per discutere di sicurezza Nazionale.

Perché di sicurezza, e solo di sicurezza si dovrà parlare.

Perché le persone debbono poter recarsi in metropolitana senza sentirsi minacciate, com'è già successo a Londra. Dove i cittadini londinesi per lunghi periodi, tempo fa, hanno abbandonato la metropolitana per riscoprire la bicicletta. E non si è trattato di un sentimento ecologista, ma di pura paura.

Parigi, prima dell'attacco era allertata.

Si capiva dalla ferrea sorveglianza nel museo del Louvre, nel Museo d'Orsay, e nelle zone periferiche particolarmente sorvegliate.

Poco è trapelato visto il particolare momento festoso natalizio, ma ci sono state avvisaglie non diffuse per non allarmare i turisti e per non diffondere il terrore.

Purtroppo, non si sono potute fermare la mani omicide in tempo.

Serve una banca dati internazionale, interattiva e prontamente aggiornata sui nominativi dei componenti delle cellule armate.

Servono infiltrati dell'intelligence, delle squadre speciali, e del pentagono.

Un terrorista, raramente si improvvisa in tempi brevi.

Bisognerà prevenire, bloccate ed intercettare in tempo qualsiasi attacco terroristico.
 

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