Attraverso immagini e brevissimi testi, la mostra “27 Gennaio Memorie di una storia fatta di storie” vuole offrire spunti di riflessione sulla quotidianità che portò a dividere il mondo in uguali e “diversi”, incolpando questi ultimi per il fatto di esistere, o di pensare, o di disobbedire a ordini criminali. Immagini di vita quotidiana, rappresentata da testi di legge, da documenti che riguardavano la propaganda razzista e da oggetti dei deportati (privati o visibili oggi nei musei dei Lager) “parleranno” ai viaggiatori di una realtà lontana nel tempo, che nell’indifferenza generale iniziò a “consumare” l’idea di Uomo. La mostra non propone un viaggio nei luoghi della memoria, ma vuole fare memoria delle persone che un tempo vennero costrette a viaggiare per ignota destinazione.
La mostra è ideata e realizzata da Andrea Bienati, docente di Storia e didattica della Shoah, delle deportazioni e dei genocidi, presso l’ISSR di Milano, docente presso il Master internazionale di secondo livello sulla didattica della Shoah, presso l’Università Roma Tre, collabora con enti di ricerca nazionali, polacchi e israeliani sul tema della memoria.
Carissimi,
siamo contenti di comunicarvi che il Bosco Incantato e il progetto per la nuova segnaletica dell'Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano saranno inaugurati venerdì 3 febbraio con una conferenza stampa alle 12:00 nell'Aula Magna, in via Castelvetro 32.
Il Bosco Incantato è un progetto realizzato da fondazione Arché, Obm onlus e ASST Sacco Fatebenefratelli (polo Ospedale Buzzi), grazie ai clienti Vodafone e insieme a fondazione Vodafone, per accogliere e consigliare le famiglie dei piccoli pazienti dell'Ospedale Buzzi.
Visitate il nuovissimo sito del progetto: ilboscoincantato.arche.it e partecipate all'inaugurazione!
A presto.
Anna Greppi
Responsabile del Bosco Incantato
Fondazione Arché Onlus
Via Stresa, 6 | 20125 Milano
Tel +39 02 603 603 | Fax +39 02 673 865 18
email: info@arche.it | www.arche.it
La nostra missione
Il Bosco Incantato nasce per accogliere e consigliare i familiari dei piccoli pazienti dell’Ospedale Buzzi. Alle famiglie viene presentata l’offerta di servizi, aiutandole a individuare quelli più adeguati alle proprie esigenze.
Grazie alla collaborazione di un team di volontari e un’equipe medica, il Bosco Incantato è inoltre in grado di prendere in carico le famiglie più fragili sia dal punto di vista educativo che psicologico.
L’obiettivo trasversale del progetto Bosco Incantato è quello di creare una sinergia positiva tra l’Ospedale (reparti e servizi sociali), le realtà associative operanti nella struttura e i servizi esterni offerti dal territorio.
Utenti
Il Progetto Bosco Incantato si rivolge principalmente ai genitori di bambini con patologie croniche e invalidanti, ma anche alle famiglie dei piccoli pazienti ricoverati per patologie meno gravi, che transitano dal Pronto Soccorso o che utilizzano i servizi ambulatoriali della struttura.
Azioni
Creazione di uno spazio di accoglienza e punto informazioni dedicato alle famiglie all’interno del Padiglione Guaita e nell’atrio principale
Introduzione dei volontari in reparto.
Creazione di una rete interna tra servizi al paziente e alle famiglie.
Attivazione di uno Spazio Mamme adibito ai momenti liberi, ai pranzi o ad attività di gruppo più strutturate.
Collegamento con il territorio tramite attivazione di percorsi di accompagnamento per le famiglie che necessitano di un supporto ulteriore
con: Valentina Grancini, Federico Lotteri, Giovanni Lucini, Mattia Maffezzoli
adattamento e regia Giovanni Lucini
scene e costumi Elena Rossi e Nidia Zaninetti
assistente della Rana Bila: Elisabetta Milani
Adattamenti e regia Giovanni Lucini
Un Lupo affamato simpatico e maldestro, tanti capretti giocherelloni e una mamma affettuosa che si deve allontanare… e poi, caproni scalcianti, apicoltori danzerini, fornai gioiosi… in un carosello di personaggi da interpretare divertendosi. Un inno all’eterno gioco del teatro fatto con gusto e passione e con il piacere di condividere e stare insieme! Semplici ingredienti per uno spettacolo allegro e ricco d’azione!
I bambini amano questa fiaba perché esprime il loro intimo bisogno di avere accanto a sé un genitore o un adulto che gli faccia da guida, che gli dia forza per riconoscere, affrontare e vincere i pericoli. Il fatto che il più piccolo dei capretti si salvi rappresenta per il bambino una fonte di continua speranza e incoraggiamento per affrontare i pericoli del mondo.
Di Mamma Capra emerge un’immagine forte e rassicurante che, grazie al profondo dolore per la perdita dei capretti-figlioletti, trova la forza di combattere e sconfiggere il lupo. Fa sentire al bambino che non sarà mai solo nella vita e che potrà trovare in lei e, in senso più ampio, nell’adulto, l’aiuto di cui ha bisogno. E ciò è di giovamento per entrambi.
La Casa delle Storie è una delle esperienze di teatro interattivo più appassionanti in circolazione. Non si tratta semplicemente di fiabe da ascoltare, ma da fare insieme, rendendo lo spettatore parte attiva e protagonista dello spettacolo. Le fiabe messe in scena sono tra le più celebri della letteratura infantile e sono rappresentate nella loro versione originale rispettandone la tematica pedagogica. I personaggi delle fiabe rispecchiano tutti i generi umani: possono essere solari e ingenui, inquietanti e manipolatori, buoni e generosi ma anche cattivi ed egoisti. Rappresentano simbolicamente il mondo reale e, attraverso la parabola di formazione che mettono in scena, insegnano come affrontare le difficoltà della vita. Il lieto fine è sempre presente, ma non è mai scontato. Le fiabe, per questa natura, non hanno confini di età, il loro messaggio essenziale e universale è a disposizione di chiunque lo voglia ascoltare.
La Casa delle Storie trasforma il pubblico da semplice spettatore in SpettAttore, stimolando la partecipazione diretta di adulti e bambini all’azione teatrale. Con un semplice meccanismo di assegnazione di ruoli, a gruppi, tutto il pubblico è coinvolto attivamente nelle rappresentazioni, diventando protagonista dello spettacolo. I novelli “SpettAttori” assumono vicendevolmente i ruoli dei personaggi delle fiabe, sapientemente guidati dagli attori professionisti in scena in uno spazio teatrale senza palcoscenico che non pone barriere tra attori e pubblico. Le musiche di scena e le luci teatrali contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva. Per i più piccoli questa esperienza si trasforma in una palestra di vita, in un’occasione di crescita che stimola le capacità creative e la condivisione delle emozioni e che permette di consolidare l’autostima e la sicurezza di sé. Per genitori, nonni e parenti, coinvolti in prima persona esattamente come i bambini nella rappresentazione, è un’esperienza preziosa e divertente insieme. Li aiuta a riscoprire la voglia di sognare e la capacità di emozionarsi e soprattutto a trovare nuovi canali di comunicazione con i più piccoli, introducendoli al mondo fatato del teatro. Il tutto in un clima di massimo divertimento, in un’atmosfera di gioco in cui in ogni situazione i sorrisi, le risate e il divertimento sono assicurati per tutti, in una situazione teatrale in cui i ruoli si scambiano, dove i bambini diventano adulti, gli adulti bambini e tutti insieme sono attori!
È necessaria la presenza di un adulto ogni 3 bambini.
L'ingresso in sala è consentito 30 minuti prima dell'inizio dello spettacolo.
Si consiglia sempre l’acquisto anticipato. La modalità dello spettacolo non prevede palcoscenico né posti assegnati. Lo spettacolo si svolge nel foyer del teatro (durata circa 90 minuti). Per facilitare gli spostamenti e per favorire l’interazione, il pubblico verrà fatto accomodare su tappeti o sedie.
Sul palco del Teatro Delfino torna un grande nome del teatro, cinema e piccolo schermo, Barbara De Rossi! Dal 2 al 5 febbraio, accompagnata dal regista Francesco Branchetti, porterà in scena “Il Bacio” di Ger Thijs, un grande testo straordinariamente e profondamente intriso di umanità. È la storia di un incontro tra un uomo e una donna; una panchina, un bosco, dei sentieri, due vite segnate dall’infelicità, forse dalla paura ma che, in una sorta di magica “terra di mezzo”, arrivano a sfiorarsi, a toccarsi. Una donna che va alla ricerca del suo destino, un uomo che fa i conti con i suoi fallimenti e con la sua storia. Tra i due nasce un sentimento magico, dove hanno spazio la leggerezza e il candore, la fragilità di due anime che fanno i conti con la propria vita e tutto sfocia in un sentimento struggente condiviso. L’amore è dietro l’angolo e i fantasmi e le paure a tratti si dileguano, per lasciare spazio ad un sogno vissuto in un’atmosfera magica a tratti apparentemente irreale.
Si tratta di una magica, meravigliosa esplorazione del cuore umano. Una conversazione fatta di piccole bugie e verità sorprendenti, il mistero di un incontro, il mistero di un sentimento che nasce, il mistero della vita.
Il Sanremo degli anni '80 con i Duran Duran, e nell'84 Enrico Ruggeri ha già registrato il suo quarto album. Una carriera consolidata.
Loredana Bertè, super-top delle cantanti italiane, cantava "Mare Mare" di Ruggeri.
Vasco Rossi cantava Vita Spericolata, ed aveva aperto una nuova strada a tutti.
Eros Ramazzotti, esordisce con Terra Promessa.
La miopia di Enrico giustifica i grandi occhiali bianchi.
Sul palco di Sanremo arrivano due clochard, che suonano i piatti, da sottofondo e conducono Enrico al premio della critica.
L'anno successivo è il momento del trio Morandi/Tozzi/Ruggeri con "Si può dare di più".
Insieme a Luigi Schiavone, Enrico scrive "Quello che le donne non dicono" che Fiorella Mannoia emergente e poco sconosciuta canta come se fosse stata scritta per lei.
"Come si cambia", precede "Quello che le donne non dicono".
Fiorella interpreta magistralmente il testo di Ruggeri nato per una voce maschile inizialmente. La canzone aiuta di sicuro il decollo definitivo della carriera della Mannoia, ancora in fase di affermazione artistica.
Ruggeri narra com'è diventato l'autore femminile per eccellenza:
"I lunghi anni dell'adolescenza in cui dovevi parlare con le donne, in qualche modo mi sono serviti.
Le tante fidanzate o mogli degli altri che ascoltavo. Quasi tutte le donne sono un pò deluse delle promesse disattese dell'uomo nella fase iniziale dell'innamoramento."
"Quello che le donne non dicono" narra delle delusioni femminili, raccontate a Ruggeri.
Dopo la vittoria di "Si può dare di più", sono arrivati i viaggi e la consacrazione come cantante e come autore. I critici avevano sollevato il dubbio che Ruggeri fosse nato per comporre e non per cantare.
Fatto smentito ampiamente con la vittoria di "Si può dare di piu'".
La casa discografica di Enrico era in cassa integrazione, con la vittoria di Morandi/Tozzi/Ruggeri, ed il successo planetario, le sorti di tutti cambiarono.
Nel 1987 durante il Festival, arrivò la notizia della scomparsa di Claudio Villa, morto la sera della kermesse musicale. Pippo Baudo, fermò lo spettacolo per qualche minuto e diede la notizia.
4 marzo 1943 di Lucio Dalla, La festa è appena cominciata è già finita "Canzone per te" di Sergio Endrigo, e la vittoria di Enrico con Mistero, riassumono il lavoro di cantautori seppur diversi, molto amati dalla critica. Gli anni '90 un pò tamarri, il total black di pelle, per stessa ammissione di Ruggeri, introducono una svolta, un cambiamento necessario. Dove l'immagine va di pari passo con la canzone.
Patty Pravo interpreta "E dimmi che non vuoi morire", magistralmente. Compare al Festival in una mise orientaleggiante ed incantò con la sua classe la platea in sala, ed i telespettatori a casa.
Si potrebbe andare avanti per ore, ma Sanremo è vicino, i giovani cantanti, i big, coadiuvati da Carlo Conti e Maria De Filippi, daranno il via, allo show musicale atteso da un anno intero.
Da questa mattina, sono in corso le operazioni per trovare le persone sommerse dalla slavina, nell'Hotel di Rigopiano nel comune di Farindola, in provincia di Pescara. Finora gli sforzi delle squadre hanno consentito di portare in salvo oggi 5 persone, tra cui 4 bambini. Per il momento sono 10 le persone estratte vive dalle macerie sommerse dall'imponente ammasso di neve. La protezione civile, grandi professionisti, i vigili del fuoco, la finanza, e tutte le forze interessate, compresi i volontari, stanno lavorando in condizioni di disagio e di pericolo.
La notte è scesa, il buio, il freddo, i mezzi di circolazione non sono potuti transitare , ed il luogo della tragedia è stata raggiunta da uomini con gli sci.
Misure tecniche efficaci di professionisti addestrati nelle tecniche di soccorso, sono all'opera, instancabilmente nel tentativo di recuperare il più grande numero di persone.
La contrada di Rigopiano doveva essere chiusa, e l'albergo non doveva essere lasciato aperto. E' un quesito che in queste ore molti si pongono.
La protezione civile ha 4 regioni coinvolte da fenomeni eccezionali.
Il terremoto, la neve, ha isolato, e travolto alcuni cittadini dell'Aquila. A Campotosto si auspica l'arrivo di una nuova slavina nelle prossime ore. La frazione di Ortolano ha disposto un'evacuazione, una modalità preventiva opportuna che hanno attuato diversi Sindaci.
Per l'evento occorso a Rigopiano, e l'albergo coinvolto, sicuramente verranno accertate e ricondotte ad una serie di responsabilità figure professionali specifiche, nel tentativo di capire se sono state applicate le misure di prevenzione del fenomeno, visto che l'allerta neve era prevista e prevedibile.
Stanotte, i professionisti coinvolti nel recupero degli ospiti sotterrati, rischiano personalmente ed è particolarmente apprezzato il grande sforzo senza fine, e l'alta professionalità applicata, vista l'impraticabilità delle zone coinvolte.
Nelle case di ogni italiano, la televisione è accesa solo su notiziari, che in contestuale riassumono lo stato dei lavori, nella speranza del ritrovamento di ulteriori superstiti.
Sara Garbuglia assistente della polizia di stato, stasera parla del collega di pattuglia, il poliziotto Domenico, di cui si aspetta la notizia dell'ufficialità del ritrovamento.
Sotto le macerie dell'albergo, bisogna fare affidamento sul proprio organismo che è abituato al massimo a sopportare i -27 gradi. Un bambino ha meccanismi di difesa più fragili rispetto ad un adulto, la temperatura all'interno dell'albergo è fondamentale, come il vestiario, e la possibilità di potersi muovere. La mancanza di ossigeno è lo spauracchio con cui fare i conti. Il tempo trascorre e questa notte si spera nei "sommersi e salvati" (Primo Levi).
Purtroppo ha cominciato a piovere, e la situazione tende a peggiorare, ed il tempo comincia a scarseggiare. Il freddo potrebbe prendere il sopravvento sulle persone intrappolate, ma le voci dall'interno dell'hotel, fanno ben sperare.