MARIA AMELIA MONTI MARINA MASSIRONI
in
IL MARITO INVISIBILE
scritto e diretta da EDOARDO ERBA
scene Luigi Ferrigno
musiche Massimiliano Gagliardi
costumi Nunzia Russo
luci Giuseppe D’Alterio
video Davide Di Nardo - Leonardo Erba
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina
Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella
annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua
proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il
nuovo marito ha ... non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che
l'isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell'amica. Si propone di aiutarla, ma
non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l'invisibilità.
Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena
innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo
completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case
come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un'esilarante commedia sulla
scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la
loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
Note di Edoardo Erba
Nella regia del Marito Invisibile ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della
realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una
schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di
luci, di fumo, di colori e di movimento. Il contrasto – funzionale alla storia che la commedia
racconta - mette lo spettatore in una situazione nuova. Può guardare le attrici sui grandi
schermi, godendosi il loro primo piano o, viceversa, guardarle dal vivo sul palco o, ancora,
guardarle un po’ da una parte, un po’ dall’altra, “montando” le immagini come meglio crede.
Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si
sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi,
perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito
quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante,
che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.
Dicono dello spettacolo
“Il Marito Invisibile parte come una sitcom, con due straordinarie interpreti brillanti, poi vira sul noir con
tocchi di thriller, ed infine si fa esistenzialista e drammatico… Uno spettacolo dove alcuni elementi
concorrono alla sua felice riuscita: un testo che scandisce e puntella, una recitazione che non è né
parodistica né sopra le righe, piccoli interventi musicali che ne sottolineano i cambi di climax, di status e i
vari passaggi, e ovviamente lo strumento tecnologico (con riprese in soggettiva) che diventa centrale e
cardine, fulcro e perno sul quale poter ruotare tutto il senso della vicenda….”
“Sono brave le due interpreti a far loro quelle emozioni che sfociano in un piccolo grande dramma dopo le
risate precedenti e un finale inaspettato, che coglie un po’ di sorpresa e regala una dolce emozione…. Un
testo che forse entra in una nuova frontiera drammaturgica del teatro grazie anche a una bella regia, e
offre più letture al pubblico, che ha molto apprezzato”.
“… nella regia teatrale di Edoardo Erba, le due donne siedono a delle scrivanie parlando direttamente in
videocamera, immaginando una videochiamata di cui il pubblico vede anche la trasposizione “digitale”,
attraverso l’inserimento di pannelli che riprendono le immagini video dal vivo che riflettono su due schermi.
Ciò è reso possibile anche grazie all’uso del blue screen…. ne deriva un linguaggio teatrale decisamente
innovativo, nel quale alla recitazione “reale” delle due interpreti corrisponde una sua contemporanea
trascrizione “virtuale” ….”
“… in questo strano e divertente miscuglio tra realtà vera e realtà virtuale, tra teatro e cinema, è il pubblico
– di volta in volta – a scegliere quale delle due “versioni” della stessa pièce seguire: la versione più scarna ed
essenziale del piano di sotto, o quella più realistica ed elaborata del piano di sopra, che offre anche la
possibilità di godere appieno delle espressioni facciali che vanno dall’incredulità alla rabbia, dalla
costernazione alla condiscendenza, delle due bravissime interpreti, come in un primo piano
cinematografico”
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