domenica 9 ottobre 2022

IL MARITO INVISIBILE - Tornano al Teatro Manzoni Maria Amelia Monti e Marina Massironi in una commedia in videocall - DAL 18 AL 30 ottobre- feriali ore 20,45 - domenica ore 15,30 sabato 29 ottobre ore 15,30 e 20,45





MARIA AMELIA MONTI MARINA MASSIRONI


in


IL MARITO INVISIBILE

scritto e diretta da EDOARDO ERBA


scene Luigi Ferrigno

musiche Massimiliano Gagliardi

costumi Nunzia Russo

luci Giuseppe D’Alterio

video Davide Di Nardo - Leonardo Erba


Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma (Maria Amelia Monti) e Lorella (Marina

Massironi), che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella

annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua

proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il

nuovo marito ha ... non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che

l'isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell'amica. Si propone di aiutarla, ma

non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l'invisibilità.

Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena

innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo

completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case

come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un'esilarante commedia sulla

scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la

loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.


Note di Edoardo Erba


Nella regia del Marito Invisibile ho voluto creare una realtà virtuale più ricca e articolata della

realtà che vediamo sul palco. Le attrici recitano sullo sfondo di un blue screen circondate da una

schermi che sovrastano il palco, invece, le vediamo vivere nelle loro case, piene di oggetti, di

luci, di fumo, di colori e di movimento. Il contrasto – funzionale alla storia che la commedia

racconta - mette lo spettatore in una situazione nuova. Può guardare le attrici sui grandi

schermi, godendosi il loro primo piano o, viceversa, guardarle dal vivo sul palco o, ancora,

guardarle un po’ da una parte, un po’ dall’altra, “montando” le immagini come meglio crede.

Benché composto da cinque scene con passaggi di tempo fra l’una e l’altra (cinque atti si

sarebbe detto una volta) lo spettacolo non prevede mai il buio. Gli schermi sono sempre attivi,

perché quando i personaggi escono di scena, prendono il cellulare e il pubblico vede ingrandito

quello che loro vedono sullo schermo del telefono. Ne esce un atto unico dal ritmo incalzante,

che cattura lo spettatore dalla prima battuta, senza lasciargli mai la possibilità di distrarsi.


Dicono dello spettacolo

“Il Marito Invisibile parte come una sitcom, con due straordinarie interpreti brillanti, poi vira sul noir con

tocchi di thriller, ed infine si fa esistenzialista e drammatico… Uno spettacolo dove alcuni elementi

concorrono alla sua felice riuscita: un testo che scandisce e puntella, una recitazione che non è né

parodistica né sopra le righe, piccoli interventi musicali che ne sottolineano i cambi di climax, di status e i

vari passaggi, e ovviamente lo strumento tecnologico (con riprese in soggettiva) che diventa centrale e

cardine, fulcro e perno sul quale poter ruotare tutto il senso della vicenda….”


“Sono brave le due interpreti a far loro quelle emozioni che sfociano in un piccolo grande dramma dopo le

risate precedenti e un finale inaspettato, che coglie un po’ di sorpresa e regala una dolce emozione…. Un

testo che forse entra in una nuova frontiera drammaturgica del teatro grazie anche a una bella regia, e

offre più letture al pubblico, che ha molto apprezzato”.


“… nella regia teatrale di Edoardo Erba, le due donne siedono a delle scrivanie parlando direttamente in

videocamera, immaginando una videochiamata di cui il pubblico vede anche la trasposizione “digitale”,

attraverso l’inserimento di pannelli che riprendono le immagini video dal vivo che riflettono su due schermi.

Ciò è reso possibile anche grazie all’uso del blue screen…. ne deriva un linguaggio teatrale decisamente

innovativo, nel quale alla recitazione “reale” delle due interpreti corrisponde una sua contemporanea

trascrizione “virtuale” ….”


“… in questo strano e divertente miscuglio tra realtà vera e realtà virtuale, tra teatro e cinema, è il pubblico

– di volta in volta – a scegliere quale delle due “versioni” della stessa pièce seguire: la versione più scarna ed

essenziale del piano di sotto, o quella più realistica ed elaborata del piano di sopra, che offre anche la

possibilità di godere appieno delle espressioni facciali che vanno dall’incredulità alla rabbia, dalla

costernazione alla condiscendenza, delle due bravissime interpreti, come in un primo piano

cinematografico”

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