PUPO venerdì 19 maggio 2023 alle ore 21.00 appuntamento con la musica con il concerto
“Su di noi… la nostra storia”
Nel 2022, dopo 2 anni segnati dalla pandemia da COVID-19, Pupo riprende il suo tour internazionale dal
vivo, intitolato Su di Noi la nostra storia SU DI NOI la nostra storia. oltre ad essere uno straordinario tuffo nel mare dei leggendari successi di Pupo, è un racconto di vita ricco di emozioni. Il racconto di un percorso umano ed artistico davvero straordinario. Uno spettacolo unico nel suo genere e perciò... IMPERDIBILE!
Amadeus ospite a Milano della Milano Music Week 2022 in qualità di direttore artistico per il Festival del 2023 e 2024 parla dei cambiamenti e del ritorno della gente ed i fans a Sanremo.
Ragazzine con le mamme sotto gli alberghi ad aspettare i loro idoli.
L'incontro moderato da Luca De Gennaio ed alla presenza del Vicedirettore di Rai 1, non svela molto, tranne i nomi dei presentatori del Prima Festival, condotto da Andrea Delogu, Jody Cecchetto e gli Autogol.
A Sanremo è stata fatta una selezione di 550 ragazzi, sfoltiti a 50, poi a 20, poi infine i 4 che comporranno i 12 di Sanremo Giovani.
Per Amadeus bisogna tornare ad una realtà discografica non partendo dal nome dell'artista, ma dalla canzone. La canzone deve ritornare in primo piano, perchè dopo Sanremo, la canzone non deve essere una meteora.
Quando Amadeus chiamo' Diodato, gli disse che lo voleva a Sanremo e Diodato rispose "Con chi?".
Diodato pensava di andare a Sanremo insieme ad un altro collega più famoso, come successe qualche anno prima con Roy Paci.
Il Direttore di Rai 1 Stefano Coletta, si è fidato dell'intuito di Amadeus fin dalla prima edizione, rischiando pur non conoscendo gran parte degli artisti in gara.
Amadeus ha voluto Jody Cecchetto il figlio di Claudio Cecchetto al Prima Festival e durante il talk a Milano ha raccontato delle enormi bugie che racconto' a Cecchetto per poter fare il D.J. presso la Radio piu' in voga degli anni 80/90.
Racconto' a Cecchetto pur di lavorare a Radio D. J. nei primi anni 80, che faceva il doppiatore, e doppiava le Telenovelas e che viveva a Milano.
A furia di bugie, dopo 2 giorni ricevette la telefonata di Claudio Cecchetto che gli disse che doveva trasmettere alle 7 del mattino, una tragedia per chi viveva a Verona.
Amadeus viveva a Verona da dove partiva tutte le mattine per poter essere a Milano in radio in tempo, una vita d'inferno, una prima collocazione in un monolocale piccolissimo e caro, per poi finire nella casa di Tracy Spencer, suggerito da Claudio Cecchetto.
I primi 2 anni a non dormire molto, visti i frequenti viaggi tra Milano e Verona, fino alla confessione finale e la permanenza fissa a Milano.
Questo racconto ci insegna che a volte una bugia aiuta, e diverse bugie fanno la differenza, naturalmente in presenza di un grande talento ormai riconosciuto anche dai più scettici.
La 70esima edizione è stata vinta da Diodato, poi i Maneskin e Mahmood e Blanco,
Amadeus ha abbandonato la radio per fare televisione, perchè la radio deve essere fatta seriamente, la musica la segue da fuitore, che la divora, che ascolta qualsiasi genere, con l'aiuto e la fortuna di avere una figlia di 24 anni ed un figlio di quasi 14 indispensabili per completare e definire tutti i generi musicali.
La televisione ha dato ad Amadeus la grande popolarità facendolo diventare una star televisiva approdata di conseguenza al Festival di Sanremo, una scelta che non necessariamente e sicuramente sarebbe stata un successo, ma, grazie all'esperienza musicale, televisiva ed al grande perfezionismo del conduttore è diventato un successo di livello mondiale. Perchè è innegabile che i Maneskin dopo Sanremo sino diventati Star internazionali che hanno fatto incetta di premi e riconoscimenti. Tranne l'ultimo, il Best Italian Act agli MTV EMA 2022 che è stato assegnato ai Pinguini Tattici Nucleari, anche loro usciti dal Festival di Sanremo con la terza posizione.
La novità svelata è che il festival del 2024 sarà ancora condotto da Amadeus e dopo si vedrà.................
Nel febbraio del 2023 sul palco dell'Ariston potremo vedere arstisti Italiani dai 70 anni in su. Perchè Amadeus vuole omaggiare i grandi, e perchè ci tiene a sottolineare che la vera gara e visibilità è durante tutta la settimana del Festival e non solo durante 10 minuti di ospitata.
La scelta degli artisti? E' una scelta fatta in solitaria, senza proferire parola, commento o altro. La stessa cosa che fece con i Maneskin, li ascoltò e non disse immediatamente che sarebbero stati al Festival.
Amadeus ha imparato che nel mondo discografico non esistono segreti, se anticipi ad un discografico i nomi degli artisti, lui lo riferisce ad una sua persona di fiducia e via dicendo. Così si perde la sorpresa e si rischia di illudere o disilludere qualcuno.
Un grande professionista non c'è che dire. Misurato, mai sopra le righe, gentile e disponibile con tutti.
Tra il primo ed il 2 dicembre, forse nel Tg di Rai 1 delle 13,30 Amadeus svelerà i nomi dei concorrenti e del cast definitivo. Aggiungendo a Chiara Ferragni ed a Gianni Morandi i nomi di altre artiste/i co-conduttori e sicuramente ci saranno delle piacevoli sorprese. Attendiamo Fiorello che potrà riservare qualche sorpresa................anche in difterita.
I Musical al Teatro Nazionale sono un evento da non perdere. Dopo Sister Act, se non lo avete ancora visto accorrete, siamo pronti ad assistere al Musical Cinderella.
Ma raccontiamo chi sono i protagonisti della realizzazione del Musical: Produzione Justly Regia e Coreografie:Giuseppe Galizia Vocal coach:Floriana Monici Musiche:Richard Rogers Libretto originale: Oscar Hammerstein
Scene:Studio Cromo Costumi:Laboratorio MFK
Disegno Luci: Francesco Vignati
Disegno Fonico:Magic Bus
Traduzione e adattamento e versi italiani:Giuseppe Galizia
Ricordiamo per i pochi che non si fossero lasciati stregare dalla fiaba "per eccellenza" a cosa assisteranno durante il Musical Cinderella.
“Cenerentola è la fiaba delle fiabe: non c’è bambina o bambino che non conosca la storia della piccola Cenerella che passa il suo tempo tra il camino, la cenere e gli animali del bosco. E’ una fiaba con pochi personaggi e pochi luoghi ma con il filo portante di una donna del più umile livello sociale, una serva, che diventa una Principessa. In poche parole la realizzazione di un sogno non solo dei più piccoli, affascinati da incantesimi e magie, ma di ogni individuo che aspetta l’occasione che lo farà svoltare a miglior vita.
La fiaba di Cenerentola è quindi una specie di messaggio in bottiglia destinato a galleggiare ed essere indistruttibile sugli oceani tempestosi dell’evoluzione per poter approdare di volta in volta su spiagge preparate ed adatte a riceverlo ed ospitarlo.
Basta pensare alla nuova era della tv che ci propone programmi-reality dove in palio c’è il coronamento del sogno della propria vita: diventare un cantante di successo, uno chef pluri-stellato o un originale creatore di moda.
Il sogno degli altri diventa così l’occasione di sperare ancora in una propria possibilità di riuscita anche seduti davanti a un televisore, ma con il cassetto pieno di desideri e progetti da realizzare.
Ho visto Cinderella nell’agosto del 2013 a New York: lo spettacolo era in scena al ‘The Broadway Theatre’ a Manhattan da circa 5 mesi e per i primi 3 mesi avevo letto su Internet che era impossibile trovare un biglietto per entrare a teatro. Mi trovavo a New York per il mio consueto aggiornamento ‘da performer’ ed ero alla ricerca di biglietti scontati per i musical di successo che riempivano i teatri nei pressi della 42esima strada. Il mio obiettivo era ‘conquistare’ uno dei biglietti per gli spettacoli di grido di quell’estate: “Spiderman”, “Wicked”, “The Book of Mormon”. Ero davanti a uno degli sportelli del TKTS (il box office in Time Square dei biglietti ‘last minute’) con le mie banconote pronte ad acquistare uno degli biglietti degli spettacoli sopra citati. Putroppo, quando toccò a me, gli unici biglietti scontati erano quelli per il musical “Cinderella” con le musiche di Richard Rogers e le liriche di Oscar Hammerstein. Deluso, comprai quel biglietto non tanto per vedere la storia di una ragazza di nome Cenerella, ma per sfuggire al caldo torrido delle strade di New York del mese di agosto.
Una volta seduto nel mio posto scontato al 50% ero pronto a vedere la storia più scontata del mondo, sapevo che non mi sarebbe piaciuto più di tanto, ma godevo dell’aria condizionata del teatro che mi sembrava il giusto premio per la fila che avevo dovuto fare per entrare in quel posto.
Si aprì il sipario e tutto quello che accadde dopo furono una serie di emozioni a cascata. Non mi accorsi neppure dell’intervallo. Rimasi inchiodato al mio posto alla fine del primo tempo guardando Cenerentola che sfrecciava via con la sua zucca trasformata in carrozza dalla Fata Madrina.
Ero salito anch’io su quella carrozza e non volevo più scendere.
A fine spettacolo l’emozione era tanta, le luci, i colori, le musiche mi avevano così tanto riempito il cuore che raggiunsi la hall teatro per comprare qualsiasi tipo di merchandising: il programma di sala, il cd e la bacchetta magica.
Quando penso a quella sera, ora che ho l’onore di dirigere la regia di questa versione italiana, mi rendo conto che da un ‘errore’ spesso nasce un’occasione, dal non aspettarsi nulla arriva una grande ricompensa.
Giuseppe Galizia
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Il 17 novembre 1938, con il Regio decreto Legge 17 novembre 1938 numero 1728 contenente i "Provvedimenti per la difesa della razza italiana", iniziò ufficialmente la persecuzione generalizzata degli ebrei in Italia.
Il primo atto ufficiale di discriminazione nei confronti dei cittadini ebrei residenti a Milano e la preparazione ufficiale delle successive persecuzioni fu, però, la compilazione dei fascicoli relativi al censimento degli ebrei, disposto dal regime fascista, per avere una reale consistenza numerica della presenza ebraica in Italia. Iniziò il 22 agosto del 1938, dopo le disposizioni generali inviate a tutti i prefetti del Regno, e fu gestita dalla Direzione generale della Demografia e razza (Demorazza) che la richiese a ogni singolo comune.
Alcuni anni fa, in un sotterraneo dell’Anagrafe del Comune di Milano, sono stati ritrovati e riportati alla luce e alla memoria i fascicoli del censimento degli ebrei milanesi - il cosiddetto Fondo Israelita. Un estratto di queste carte dal valore inestimabile (conservate stabilmente nella Cittadella degli archivi), per iniziativa del Comune di Milano, sarà visibile e visitabile fino al prossimo 17 dicembre al Memoriale della Shoah di Milano, il binario 21 sotterraneo da dove gli ebrei milanesi partirono per i campi di sterminio. Tornarono in 44. Il Fondo Israeliti, come migliaia di altri documenti fondamentali della città, è conservato alla Cittadella degli archivi dove ritornerà alla fine dicembre.
Oggi, 17 novembre, anniversario dell’approvazione del decreto destinato a divenire la legge "per la difesa della razza italiana", il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, la senatrice a vita Liliana Segre e il Presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach hanno presentato l’esposizione dei documenti. Tra le 4mila schede di famiglia rinvenute e visibili oggi anche quella della famiglia Segre: sul foglio con l’intestazione del Comune di Milano i nomi di papà Alberto, del nonno Giuseppe e della nonna Olga e della piccola Liliana. L’iniziativa è nata grazie alla collaborazione dell’assessora ai Servizi civici, Gaia Romani e nell’ambito di Milano è Memoria che il Comune di Milano ha voluto per raccontare, commemorare e trasmettere alla cittadinanza eventi e persone che hanno segnato vita e storia della città.
"Il nostro dovere è non dimenticare - ha detto il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala – e testimoniare la verità con parole e atti. Questo abbiamo voluto fare fin dal momento in cui abbiamo ritrovato nei sotterranei dell’Anagrafe i fascicoli del Censimento degli ebrei milanesi e altri documenti in cui- nero su bianco – veniva scritta la storia di migliaia di persone condannate alla deportazione dalla dittatura nazifascista. Oggi, giorno in cui nel 1938 la terribile macchina dello sterminio iniziò anche in Italia, abbiamo deciso di essere qui al Memoriale della Shoah con questi documenti, segno tangibile di una verità che non può essere cancellata da nessuna forma di indifferenza e ignoranza, intellettuale ed umana".
"Per me - ha dichiarato la senatrice a vita, Liliana Segre - è una grande emozione vedere qua questi documenti. C'è una linea ideale che collega la schedatura degli ebrei, la firma delle leggi razziali, il Binario della Stazione Centrale da cui partii insieme alla mia famiglia, e i cancelli di Auschwitz. Il fatto che gli studenti che vengono in visita possano vedere in maniera chiara come le deportazioni non sarebbero state possibili senza il lavoro di cittadini, politici e burocrati, i cosiddetti ‘bravi italiani’, rende evidente un messaggio: è la crudeltà dell'indifferenza ad averci cacciati da scuola, costretti fuori dagli uffici, caricati sui vagoni, portati a morire nei campi di sterminio. Oggi questi documenti sono soprattutto un monito, un invito a non ripetere lo stesso errore. La mia speranza è che sempre più persone possano venire qua, a raccogliere il testimone. Per questo è fondamentale la collaborazione con il Comune, come in questo caso, che aiuti a far conoscere sempre di più questo luogo, con iniziative come questa e un impegno nel segnalare con una cartellonistica sempre più evidente".
"Questo è un luogo che vive molto delle scuole che lo frequentano, degli studenti che lo visitano - ha affermato Roberto Jarach, Presidente del Memoriale della Shoah -. Avere oggi presenti un gruppo di giovani ragazzi ci ha ricordato quale debba essere la nostra prima missione: la costruzione di un’educazione civica basata sulla consapevolezza del passato, e rivolta al futuro. Avere qua per un mese i documenti del censimento (o meglio ancora, schedatura) degli ebrei del 1938 ci mette davanti a una verità inequivocabile: agire ogni giorno per educare i più giovani vuol dire far sì che quelle vicende non possano ripetersi. Speriamo che questo sia solo il primo di tanti momenti di collaborazione con la Cittadella degli archivi: partire dalle fonti, dai documenti, dalle foto, dice molto di chi siamo oggi. Per questo abbiamo accolto con piacere la proposta del Sindaco Sala, e del Comune in generale: impegnarsi insieme vuol dire far sì che davvero i cittadini di Milano possano sentire questo luogo come proprio, come parte della propria storia e della propria quotidianità".
Le carte, che trovano simbolicamente collocazione temporanea al Memoriale della Shoah in ricordo del triste anniversario dell’emanazione della legislazione antiebraica, sono state oggetto di un lungo e accurato lavoro di riordino, ricondizionamento e inventariazione ad opera di Cittadella degli archivi, CDEC Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea e Dipartimento di Studi storici dell’Università di Milano a cura di un gruppo di ricerca guidato da Marco Cuzzi e da Emanuele Edallo.
Il Fondo Israeliti nella sua interezza è sempre consultabile, previa richiesta scritta all’indirizzo Cittadellaarchivi@comune.milano.it, presso la Cittadella degli archivi del Comune di Milano di via Gregorovius 15, dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 20.
I documenti selezionati ed esposti dal 17 novembre al 17 dicembre 2022 sono:
pratica di avvio del "Censimento degli Israeliti" Fascicolo 16/1949, Serie Presidenza;
registri "Israeliti" n.11 e n.12 del 1939 con le annotazioni di denuncia di appartenenza alla razza ebraica;
volume "Rubrica degli ebrei residenti a Milano" 1942;
1 busta di censimento contenente 46 schede anagrafiche di famiglia;
Non una riscrittura, ma una nuova drammaturgia di Liv Ferracchiati parallela all’Hedda Gabler di Ibsen. Hedda è attratta dall’obliquo e dallo sconfinamento, eppure “sembra” rimanere incastrata nelle convenzioni e nella norma.
Liv Ferracchiati si avvicina a Ibsen dopoLa tragedia è finita, Platonovdi Čechov. Al centro del dramma una donna, Hedda Gabler, che ha sposato, di sua volontà, un uomo che non ama, Jørgen Tesman. Riappare però Ejlert Løvborg, scrittore anticonvenzionale, da cui era stata affascinata un tempo per la sua vita fuori dalle regole. Løvborg torna nella vita di Hedda, affidando le proprie teorie e la sua stessa anima a un manoscritto “visionario”, che parla di progresso della civiltà e di come l’essere umano potrebbe liberarsi dalla falsificazione e dalla morale. Il prezioso scritto è per Løvborg e Thea – la donna che lo ha “redento” – più di una creazione, è un figlio ideale.
«Di Hedda Gabler – racconta Ferracchiati – mi hanno colpito due aspetti in particolare. Il primo, l’attrazione di Hedda Gabler verso ciò che non rientra nella norma e il suo ossequio per le convenzioni. Il secondo, la sregolatezza di Løvborg e il tentativo di ricostruirsi moralmente e dominarsi attraverso la scrittura del manoscritto. Ma tutti soccombono alla vita e non li salva nemmeno l’opera visionaria, anzi è forse questa un’altra pistola carica pronta ad esplodere un colpo, un ordigno che deve essere disinnescato, perché Ibsen difficilmente fa vincere i ribelli. L’autore sembra chiedersi quali siano, se ve ne sono, le condizioni per la felicità umana. E questi individui di fine Ottocento, incapaci di incidere, ci somigliano, sembriamo proprio noi, incastrati all’interno di odierni e ipotetici salotti borghesi, raramente in grado di assumerci delle responsabilità. La mia non è una riscrittura, ma una drammaturgia originale, alla quale ho affiancato la nuova traduzione rielaborata insieme ad Andrea Meregalli. Nel dramma di Ibsen, sono molte le cose non dette, gli antefatti, gli eventi cui noi, pubblico, non assistiamo direttamente e che ci vengono riferiti dai personaggi: è in questi territori che vorrei addentrarmi. Il “gioco” è entrare nei meccanismi narrativi di Ibsen per scandagliarne il linguaggio, metterne in evidenza i diversi piani di lettura e sperimentare altri sviluppi della vicenda e dei personaggi, quasi non fossero letteratura, ma interpreti pronti a passare da un dramma a un altro. È affascinante dialogare con i grandi autori, a volte illuminano con la loro risposta e altre ti ignorano».
Le recite di giovedì 1, sabato 3, giovedì 15 e sabato 17 dicembre sono sovratitolate in inglese. Sovratitoli a cura di Prescott Studio
Tutte le fiabe più amate dai bambini raccontano la storia di una principessa, e naturalmente ogni principessa ha una sua appassionante e romantica storia. In questo Family Show, l’incanto è garantito: le protagoniste saranno proprio le principesse, i loro eroi, i cavalieri che le hanno accompagnate nelle fiabe. Con un cast di performer tutti provenienti dal Mondo del Musical nazionale. In questo spettacolo, tutte loro vivranno nello stesso mondo fantastico! Cosa succederebbe se al ballo del Reame, insieme ai loro principi, ci fossero sia Cenerentola che Belle, Ariel e altre eroine del mondo delle favole? E come sarebbe, se tutte loro andassero a scuola insieme? Qualcuna di carattere sarà magari un po’ più timida, qualche altra più scontrosa ,chi più estroversa o chiacchierona! Insomma, una fiaba che diverte e incuriosisce, permettendo di entrare nella vita di tutti i principi e le principesse scoprendo cose che nelle fiabe originali non ci sono. Magia, sogno… e tante risate! Come da tradizione, a fine spettacolo, tutti nel foyer per le tradizionali foto ricordo con gli artisti in scena.
TAM TOGETHER
Gli spettatori che sono iscritti al programma TAM TOGETHER possono acquistare i propri biglietti al prezzo scontato accedendo al proprio account.
MIRACULOUS
biglietti a partire da 18,40 €
Pronti per scatenarvi con Ladybug e Chat Noir nel Miraculous Live Show? Impossibile non conoscerla: è la serie animata più popolare del momento, adorata da migliaia e migliaia di bambini in tutto il mondo. Miraculous racconta le avventure della timida Marinette, una ragazza parigina che può segretamente trasformarsi nella supereroina Ladybug, coraggiosa e sicura di sé. Oltre venti personaggi in azione, voli spettacolari, schermi led, momenti magici e la trasformazione tanto attesa di Marinette nella super eroina che tutti i bambini adorano. Lo show, sviluppato da un team spagnolo, vanta la collaborazione eccezionale di Jeremy Zag, uno dei principali autori della serie francese dal successo mondiale.
PRISCILLA - LA REGINA DEL DESERTO
biglietti a partire da 28,70€
PRISCILLA La regina del Deserto
Priscilla torna a Milano per festeggiare insieme ai suoi fans i 10 anni dal debutto italiano. Tratto dall'omonimo film cult " Le Avventure di Priscilla La Regina del Deserto" - vincitore di un Premio Oscar e del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes - Priscilla è una travolgente avventura "on the road" di tre amici che, a bordo di un vecchio bus rosa soprannominato Priscilla, partono per un viaggio attraverso il deserto australiano alla ricerca di amore e amicizia, finendo per trovare molto di più di quanto avessero mai immaginato! L’intramontabile colonna sonora che include 25 strepitosi successi internazionali, tra cui "I Will Survive”, “Finally", "It's Raining Men" e "Go West". Vincitore di 2 TONY Awards Priscilla torna trionfalmente a Milano per una grande festa!