Negli anni '70 a Milano ci fu un evento particolarmente singolare per quei tempi.
Una donna, una mamma, in un giorno come tanti, una mattina bacio' i suoi 2 bambini e si diresse in metropolitana.
Si sdraio' sui binari eludendo accuratamente i controlli ed attese l'arrivo del convoglio.
Non fu una donna fortunata.
Incontrò sul suo cammino un uomo di cui si innamorò perdutamente, e che la portò a sacrificare la sua vita, la sua intera esistenza vivendo un'enorme tristezza, disperazione e ineluttabile infelicità coniugale.
Era una persona buona, onesta, di una buona famiglia di lavoratori, una mamma affettuosa, orgogliosa di quei 2 figli che erano venuti proprio bene. Belli e sani.
Lui, dispotico, un uomo piacente, si narra avesse in qualche meandro d'Italia già due figli.
Ma lei lo amava.
Lo ha amato anche quando con l'inganno approfittò di sua sorella adolescente che rimase incinta e diede alla luce un bambino.
Quante volte si è recata in ospedale piena di lividi, ma non ha mai denunciato il suo aguzzino.
Quante volte chi l'ha aiutata a farsi una doccia ha notato quelle orribili macchie bluastre su tutto il corpo.
In questa giornata, il 25 novembre si deve dare voce a donne, picchiate, umiliate, derise, uccise o "indotte al suicidio".
Gli articoli di giornale che narrarono della vicenda, descrissero una donna attenta e lucida nel mettere a segno il suo piano.
Chissà quanta disperazione debba esistere in una donna che decide di rinunciare al bene più prezioso i suoi due tesori, per scegliere di scomparire.
Lui, poco prima dell'evento, aveva portato a casa un'altra donna e lei era stata costretta a dormire sul divano mentre la "bestia" divideva il letto coniugale con un'altra vittima.
Perché si narra che picchio' negli anni successivi anche lei, tanto da scaraventarla dal pianerottolo di casa e chiudendola fuori.
Chi ha visto la scena si é ritrovata, l'amante, sullo zerbino di casa contro la porta.
Perché il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ed un vile si alimenta di un potere effimero maltrattando un corpo debole che non può reagire o che innamorato non ha la lucidità e la prontezza di scappare il più lontano possibile.
Chissà se qualcuno lo avrà mai denunciato alle forze dell'ordine.
Chissà, se per un solo momento, "la bestia" ha pensato al dolore inflitto per sempre ai suoi 2 figli (due dei tanti), ma due ragazzi unici nati da una donna speciale. Una lavoratrice, una "donna perbene", una mamma unica.
Chissà dove saranno i due ragazzi, come avranno vissuto e rielaborato un lutto così triste ed improvviso.
Chissà se nella vita incontrando le loro compagne non abbiano riflettuto a fondo sul ruolo del padre nella loro educazione.
E chissà se avranno rispettato le loro donne senza ricommettere errori che non si dovrebbero trasmettere geneticamente.
Ogni volta che una donna chiede aiuto deve essere ascoltata.
Ogni volta che una donna denuncia un comportamento violento del compagno deve essere allontanata.
Sono passati circa 40 anni da quando una DONNA si è sdraiata sui binari di una gelida metropolitana milanese aspettando la morte.
E nulla è cambiato.
Nonostante le associazioni dedicate alle donne, i movimenti politici che hanno aiutato a dare dignità ed una speranza a chi non vedeva la luce.
Ieri, era il 25 novembre 2019 ed una ragazza di 30 anni è stata uccisa dal suo amante sposato con una prima coltellata al ventre.
E mentre l'uccideva, lei incredula gli professata il suo amore ad oltranza.
Pensateci, cosa ci può essere di più terribile nel ricevere una coltellata nel ventre quando aspetti un figlio dall'uomo che ami?
Anche se non era l'uomo giusto, anche se era un codardo che non ha saputo rinunciare alla stabilità della sua famiglia.
Un uomo vile che anziché assumersi le sue responsabilità in due diversi momenti ha annullato la vita di troppe persone. Un vile che non si è fermato neanche davanti ad un donna innamorata che fino in fondo gli ha dato fiducia.
Una fiducia mal riposta dalla giovane donna una prima volta ed una seconda volta risalendo in macchina dopo aver ricevuto la prima coltellata. Mentre l'unica cosa da fare era scappare il più lontano possibile dal mostro.
Il vile cosa ha ottenuto: nulla.
Ha segnato per sempre un terribile destino per una giovane donna, il figlio in grembo, la moglie ed un figlio nato dal matrimonio.
Di fronte a questi avvenimenti non si può rimanere indifferenti.
Perché come ribadisce Liliana Segre, ed è impresso al binario 21 nella stazione centrale di Milano, "l'indifferenza" può fare la differenza.
Urlate, chiamate le forze dell'ordine quando un uomo picchia una donna in strada, avvicinatevi e date conforto ad una donna che piange sul marciapiede.
Non volgiamo lo sguardo assente nella direzione opposta. Saremmo complici per sempre.
Perché i nostri figli capiscano che l'amore non è il possesso di un corpo, ma affinità di menti.
Perché nell'amore non si deve aver paura di non riuscire a dominare l'altro, ma si deve rispettare prima l'anima e poi il corpo di una donna, solennemente.
La donna deve poter esprimere la propria individualità, la sua intelligenza e la sua differenza emotiva.
E soprattutto non deve essere soppressa o annullata quando dice "Basta!".
Ieri era il 25 novembre ed un albero ha perso un altro ramo prezioso. Una vita giovane che non potrà realizzarsi, lasciando un vuoto incolmabile in due genitori che l'hanno fortemente voluta ed amata.
NOI SIAMO CONTRO LA VIOLENZA SULLA DONNA. CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE. CONTRO GLI UOMINI VIOLENTI. CONTRO PAROLE E GESTI CHE TRACCIANO SOLCHI PROFONDI.
www.staresulpezzo.blogspot.it
Staresulpezzo@gmail.com
Redazione - Direttore: Gianluca Navarra - Capo redattore Roby Randelli - Redattori - Daniele Balestra, Simone Valenti, Roberta Del Buono, Valeria Romano, Renato Pesenti, Marilù Presta.
lunedì 25 novembre 2019
lunedì 18 novembre 2019
IL SUNDAY BRUNCH FIRMATO GIORGIO ARMANI - IL 1930 SPEAKEASY - A MILANO - E PER CHIUDERE UNA CIOCCOLATA CALDA -
IL SUNDAY BRUNCH DI GIORGIO ARMANI
Una ventata di cambiamento ha pervaso Via Croce Rossa; il restyling del celebre salotto meneghino - l'Emporio Armani Cafè e Ristorante - ha inaugurato una stagione di novità che vanno dell'attesa apertura serale sia per un drink che per cena, al BRUNCH della domenica.
Quale migliore occasione per ammirare il suo nuovo look? Cercando la soglia dello storico palazzo Anni '30, materiali, fantasie e palette cromatiche dall'elegante e lineare richiamo dello stile Armani, vi accompagneranno in un percorso enogastronomico ad hoc, dove risvegliare i vostri sensi con una coccola glamour.
Accomodatevi nella zona lunga al piano terra e lasciatevi trasportare dal profumo di preparazioni fresche di giornata, articolate in una proposta variegata dolce e salata, servita al tavolo e a buffet.
Un incontro di sapori e combinazioni al-
l'insegna dell'italianita' che strizza l'occhio alle tendenze internazionali tra un bilanciato club sandwich - assolutamente da provare- e un'ampia selezione di primi piatti, uova, carne, pesce e verdure. È per un giro del mondo intorno al bicchiere, sperimentate le creazioni di Mattia Pastori, un Master della MixologyArt a cinque stelle, che allietera' il vostro brunch domenicale con un "twist" alcolico.
1930 SPEAKEASY
Vero SPEAKEASY in stile meneghino, tutti lo conoscono ma in pochi sanno dove si trova. Elehanza e raffinatezza esclusive in una location degli anni '30, che ha saputo guadagnarsi il 44esimo posto della classifica dei 50 migliori bar al mondo nel 2019.
Ogni oggetto ha una storia da raccontare così come il menu, che per questa stagione ha preso ispirazione da oltreoceano, per un affascinante viaggio tra i sapori del Nord America, Canada e Messico.
Cioccolata calda a Milano: gli indirizzi per un novembre goloso.
Con il freddo novembrino, ogni scusa è buona per rifugiarsi in locali accoglienti in attesa di una tazza rovente colma di deliziosa cioccolata calda, possibilmente guarita da panna a volontà. Biancolatte é l'indirizzo giusto per una cioccolata fondente ad arte, se siete alla ricerca di un locale storico cittadino, scegliete la pasticceria Cucchi per una bevanda degna della tradizione o abbandonatevi all'interno aroma di cioccolato che vi condurrà da Zaini Milano per uno sfizio gourmand dal 1913. Lasciatevi invece coccolare dalle dolcezze "in tazza" di Chocolat, per un break che crea dipendenza fino all'ultimo sorso.
Vi abbiamo convinti? Ci vediamo in giro.....
WWW.STARESULPEZZO.BLOGSPOT.IT
staresulpezzo@gmail.com
Una ventata di cambiamento ha pervaso Via Croce Rossa; il restyling del celebre salotto meneghino - l'Emporio Armani Cafè e Ristorante - ha inaugurato una stagione di novità che vanno dell'attesa apertura serale sia per un drink che per cena, al BRUNCH della domenica.
Quale migliore occasione per ammirare il suo nuovo look? Cercando la soglia dello storico palazzo Anni '30, materiali, fantasie e palette cromatiche dall'elegante e lineare richiamo dello stile Armani, vi accompagneranno in un percorso enogastronomico ad hoc, dove risvegliare i vostri sensi con una coccola glamour.
Accomodatevi nella zona lunga al piano terra e lasciatevi trasportare dal profumo di preparazioni fresche di giornata, articolate in una proposta variegata dolce e salata, servita al tavolo e a buffet.
Un incontro di sapori e combinazioni al-
l'insegna dell'italianita' che strizza l'occhio alle tendenze internazionali tra un bilanciato club sandwich - assolutamente da provare- e un'ampia selezione di primi piatti, uova, carne, pesce e verdure. È per un giro del mondo intorno al bicchiere, sperimentate le creazioni di Mattia Pastori, un Master della MixologyArt a cinque stelle, che allietera' il vostro brunch domenicale con un "twist" alcolico.
1930 SPEAKEASY
Vero SPEAKEASY in stile meneghino, tutti lo conoscono ma in pochi sanno dove si trova. Elehanza e raffinatezza esclusive in una location degli anni '30, che ha saputo guadagnarsi il 44esimo posto della classifica dei 50 migliori bar al mondo nel 2019.
Ogni oggetto ha una storia da raccontare così come il menu, che per questa stagione ha preso ispirazione da oltreoceano, per un affascinante viaggio tra i sapori del Nord America, Canada e Messico.
Cioccolata calda a Milano: gli indirizzi per un novembre goloso.
Con il freddo novembrino, ogni scusa è buona per rifugiarsi in locali accoglienti in attesa di una tazza rovente colma di deliziosa cioccolata calda, possibilmente guarita da panna a volontà. Biancolatte é l'indirizzo giusto per una cioccolata fondente ad arte, se siete alla ricerca di un locale storico cittadino, scegliete la pasticceria Cucchi per una bevanda degna della tradizione o abbandonatevi all'interno aroma di cioccolato che vi condurrà da Zaini Milano per uno sfizio gourmand dal 1913. Lasciatevi invece coccolare dalle dolcezze "in tazza" di Chocolat, per un break che crea dipendenza fino all'ultimo sorso.
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"HO PERSO IL FILO" - ANGELA FINOCCHIARO AL TEATRO MANZONI DI MILANO -
Una commedia, una danza, un gioco, una festa, questo è "HO PERSO IL FILO".
In scena un' Angela Finocchiaro inedita, che si mette alla prova in modo sorprendente con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontarci con la sua stralunata comicità e ironia un'avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso: quella di un'eroina pasticcione e anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all'ultimo il suo spaventoso Minotauro.
Angela si presenta in scena come un'attrice stufa dei soliti ruoli: oggi sarà Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto, per combattere il terribile Minotauro. Affida agli spettatori un gomitolo enorme da cui dipende la sua vita e parte.
Una volta entrata nel Labirinto, però, niente va come previsto. Viene assalita da strane Creature, un misto tra acrobati, danzatori e spiriti sospettosi, che la circondano, la disarmanti, la frullato come fosse un frappe, è soprattutto tagliano il filo che le assicurava la via del ritorno.
Disorientata, isolata, impaurita, Angela scopre di essere finita in un luogo magico ed eccentrico, un Labirinto, che si esprime con scritte e disegni: ora che ha perso il filo, il Labirinto le lancia un gioco, allegro e crudele per farglielo ritrovare.
Passo dopo passo, una tappa dopo l'altra, superando trabocchetti e prove di coraggio, con il pericolo incombente di un Minotauro affamato di carne umana, Angela viene costretta a svelare ansie, paure, ipocrisie che sono sue come del mondo di oggi è a riscoprire il senso di parole come coraggio e altruismo. Alla sua maniera naturalmente, come quando - di fronte ai ragazzi ateniesi che la implorando di salvarli dal Mostro che li sta già sgranocchiando - promette firme e impegno sui social; o come quando è sottoposta a una sfida paradossale del vero Teseo, sceso di corsa dalle vette del mito, indignato perchéla sua interprete difetta delle necessarie qualità eroiche.
Lo spettacolo vive del rapporto tra le parole comiche di un personaggio contemporaneo e la fisicità acrobatica, primitiva, arcaica delle Creature del Labirinto che agiscono, danzano, lottano con Angela provocandola come una gang di ragazzi di strada imprevedibili, spietati e seducenti.
Il Labirinto è un simbolo antico di nascita - morte - rinascita. Anche Angela, dopo aver toccato il fondo, riuscirà a ritrovare il filo e con esso la forza per affrontare il Minotauro in un finale inatteso che si trasforma in una festa collettiva coinvolgente e liberatoria.
Si ride, ci si emoziona, si gode uno spettacolo che si avvale di più linguaggi espressivi grazie agli straordinari danzatori guidati dall'inventiva di Herve' Koubi, uno dei più talentuosi e affermati coreografi sulla scena internazionale e naturalmente alla capacità comica di Angela Finocchiaro di raccontare un personaggio che é molto personale e allo stesso tempo vicino al cuore di molti.
Dal 21 novembre all'8 dicembre 2019 -AGIDI - presenta @Angela Finocchiaro in Ho persi il filo, soggetto di Angela Finocchiaro, Walter Fontana, Cristina Pezzoli, testo di Walter Fontana- con le Creature del Labirinto: Alia Bianca, Giacomo Buffoni, Alessandro La Rosa, Antonio Lollo, Filippo Pieroni, Alessio Spirito. Coreografie originali di HERVE KOUBI assistito da FAYCAL HAMLET - scene di Giacomo Andrico - luci di Valerio Alfieri - costumi di Manuela Stucchi - Regia di Cristina Pezzoli.
Teatro Manzoni di Milano
Noi ci saremo
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In scena un' Angela Finocchiaro inedita, che si mette alla prova in modo sorprendente con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontarci con la sua stralunata comicità e ironia un'avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso: quella di un'eroina pasticcione e anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all'ultimo il suo spaventoso Minotauro.
Angela si presenta in scena come un'attrice stufa dei soliti ruoli: oggi sarà Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto, per combattere il terribile Minotauro. Affida agli spettatori un gomitolo enorme da cui dipende la sua vita e parte.
Una volta entrata nel Labirinto, però, niente va come previsto. Viene assalita da strane Creature, un misto tra acrobati, danzatori e spiriti sospettosi, che la circondano, la disarmanti, la frullato come fosse un frappe, è soprattutto tagliano il filo che le assicurava la via del ritorno.
Disorientata, isolata, impaurita, Angela scopre di essere finita in un luogo magico ed eccentrico, un Labirinto, che si esprime con scritte e disegni: ora che ha perso il filo, il Labirinto le lancia un gioco, allegro e crudele per farglielo ritrovare.
Passo dopo passo, una tappa dopo l'altra, superando trabocchetti e prove di coraggio, con il pericolo incombente di un Minotauro affamato di carne umana, Angela viene costretta a svelare ansie, paure, ipocrisie che sono sue come del mondo di oggi è a riscoprire il senso di parole come coraggio e altruismo. Alla sua maniera naturalmente, come quando - di fronte ai ragazzi ateniesi che la implorando di salvarli dal Mostro che li sta già sgranocchiando - promette firme e impegno sui social; o come quando è sottoposta a una sfida paradossale del vero Teseo, sceso di corsa dalle vette del mito, indignato perchéla sua interprete difetta delle necessarie qualità eroiche.
Lo spettacolo vive del rapporto tra le parole comiche di un personaggio contemporaneo e la fisicità acrobatica, primitiva, arcaica delle Creature del Labirinto che agiscono, danzano, lottano con Angela provocandola come una gang di ragazzi di strada imprevedibili, spietati e seducenti.
Il Labirinto è un simbolo antico di nascita - morte - rinascita. Anche Angela, dopo aver toccato il fondo, riuscirà a ritrovare il filo e con esso la forza per affrontare il Minotauro in un finale inatteso che si trasforma in una festa collettiva coinvolgente e liberatoria.
Si ride, ci si emoziona, si gode uno spettacolo che si avvale di più linguaggi espressivi grazie agli straordinari danzatori guidati dall'inventiva di Herve' Koubi, uno dei più talentuosi e affermati coreografi sulla scena internazionale e naturalmente alla capacità comica di Angela Finocchiaro di raccontare un personaggio che é molto personale e allo stesso tempo vicino al cuore di molti.
Dal 21 novembre all'8 dicembre 2019 -AGIDI - presenta @Angela Finocchiaro in Ho persi il filo, soggetto di Angela Finocchiaro, Walter Fontana, Cristina Pezzoli, testo di Walter Fontana- con le Creature del Labirinto: Alia Bianca, Giacomo Buffoni, Alessandro La Rosa, Antonio Lollo, Filippo Pieroni, Alessio Spirito. Coreografie originali di HERVE KOUBI assistito da FAYCAL HAMLET - scene di Giacomo Andrico - luci di Valerio Alfieri - costumi di Manuela Stucchi - Regia di Cristina Pezzoli.
Teatro Manzoni di Milano
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domenica 3 novembre 2019
VERISSIMO - SILVIA TOFFANIN INTERVISTA ADRIANO CELENTANO- #gabriellapession #brunobarbieri #adrianocelentano #katiafollesa #ivazanicchi #angelopisani #melissasatta
Gabriella Pession festeggia i suoi 20 anni di carriera raccontandosi nel salotto di VERISSIMO condotto da #silviatoffanin e trasmesso su Canale 5.
Silvia Toffanin negli hanno ha imparato l'arte sottile di intervistare le ospiti facendo una semplice frase e loro iniziano a ruota libera a parlare.
La stessa cosa avviene con lo Chef Bruno Barbieri
Bruno Barbieri si é guadagnato 7 stelle Michelin, gli Oscar della cucina in circa 20 anni di carriera tra i fornelli.
Bruno e' il classico esempio di un ragazzo che ce l'ha fatta.
Ha voglia di sperimentare in cucina, aiutato dai preziosi consigli della nonna, a differenza dei voleri del padre che aveva previsto per lui una carriera da Ingegnere, e diventa uno chef stellato.
La sua carriera inizia dalla Romagna, a Castelguelfo, la Valpolicella e Bologna. La popolarità è arrivata per un eterno sognatore che non si è stancato mai di lavorare nella sua cucina.
Da bambino, vive a Piccolo Paradiso, fino ai 6 anni. La nonna invitava i nipoti, di notte ad assistere alla nascita di un vitelloni, e questo succedeva quando Bruno Barbieri aveva 4/5 anni.
Sono immagini che restano impresse per sempre la vita di un bambino.
La nonna ed la mamma sarta, elegantissima, hanno segnato per sempre con i loro consigli e passione il destino dello chef.
La mamma sarta, donna che non ha fatto mai fatto mancare nulla alla famiglia, nonostante il padre vivesse in Spagna e lo vedevano una volta all'anno, ha rivelato preziosi consigli a Bruno, alla ricerca di prodotti naturali e genuini, come una non semplice "pasta e pomodoro".
Bruno si iscrisse alla scuola per geometri e per alberghieri. Forse per convincere più i suoi cari che sé stesso. Di giorno non andava nella scuola per geometri, mentre di pomeriggio andava a seguire le lezioni nella scuola alberghiera. Una strada voluta e segnata da una passione atavica, che lo ha portato a lavorare sulle navi dove ha praticato la cucina francese ed ha conosciuto il rigore della cucina francese.
Poi, è arrivato Masterchef il programma di cucina che ha cambiato per sempre la visione di un lavoro ormai diventato di punta: lo Chef, ed ha dato a Bruno Barbieri la popolarità frutto di lunghi sacrifici nell'ombra.
Arriva Melissa Sarta e si "Non racconta" e fa bene. Silvia Toffanin seppur con delicatezza tenta di scoprire i motivi della separazione dello scorso anno tra i due coniugi.
Melissa ha trascorso un periodo di crisi con il marito Boateng, ma sono sopravvissuti. Una porta lasciata aperta, ha dato i suoi frutti, e la coppia ha ritrovato un sentimento
sopito.
Con riserbo la Sarta non ha parlato di colpevoli elencando mancanze o rimproveri di alcun tipo, ma ha messo in primo piano i sentimenti del suo bambino di 5 anni e mezzo, ascoltando pagina, per il bene della famiglia.
Ed è finalmente arrivata l'intervista con un genio assoluto : Adriano Celentano.
Silvia Toffanin in zona "Adrian" incontra Celentano. Naturalmente Adriano non è andato in Studio da Silvia, ma Silvia è andata a trovare sul Set di Adrian, Celentano.
Prontamente bloccata da due guardie del corpo la Toffanin tenta di fare il colpo della sua vita, ma qualcosa non torna.
Adriano Celentano, è un giocherellone, un eterno Peter Pan, che tenta di non ingannare il suo pubblico. Tenta di spiegare alla Toffanin, lievememte stupita e con gli occhi lucidi che "nella dissolvenza" forse c'è il segreto di Celentano. Adriano rivela di non volere apparire troppo in video per non annoiare il suo pubblico. È questo il motivo per cui in "Adrian" lui non appare.
La Toffanin chiede a Celentano:
"Il pubblico ha capito Adrian?"
Celentano risponde:
"Il pubblico amerà più Adrian di Celentano".
E la Toffanin chiede ad Adriano i motivi del suo successo.
Un successo da 50 anni, un mistero a cui neanche Adriano riesce a dare una risposta.
E sinceramente, era quello che ci aspettavamo.
Un artista alla ricerca di risposte nonostante gli innumerevoli successi.
Il messaggio ecologista di Adriano Celentano, non politico, è un pensiero preoccupato. Il cambiamento di clima, gli scompensi, e la caudicita' dello stile di vita di molti italiani preoccupa da sempre Adriano Celentano ed è anche per questo per questo motivo che ha scritto ed ideato Adrian.
Adrian tratta tutti i temi tranne uno, di cui Celentano non vuole parlare.
Le pause di Adriano a cosa servono, si chiede la Toffanin? Servono a riempire i vuoti, risponde Celentano ed a volte non sempre ci riesce.
Silvia Toffanin emozionata e con gli occhi a tratti luvidi choede a Celentano:
"Ma tu sei così anche nella vita?"
E lui risponde
" No, nella vita sono peggio."
E mentre Celentano ride, si intravedono sul suo viso le espressioni dei volti dei suoi figli: Rosalinda, Rosita e Giacomo. Mentre a tratti, in quelli più sfrontato, il sorriso della moglie Claudia Mori.
Il messaggio? È chiaro.
L'intervista ha lo scopo di risollevare gli ascolti ed incuriosire un pubblico che non ha capito Adrian.
Ma, la risposta tra le righe di Celentano è:
"A fatica, mi lascio intervistare, mi presto pur non volendo,anche se non credo serva ad Adrian."
Adriano Celentano dice:
"Più ameranno lui e meno mi si vedrà. In fondo un genio lo sa, il vero successo vive nella dissolvenza. Scomparire non è morire, ma "esserci per sempre".
Adriano ci lascia e finalmente dalle pause si passa alle risate con Katia Follesa ed Angelo Pisani.
Si raccontano fin dal loro primo incontro amoroso. Lui era popolare e lei era una sua fans. Gli chiese un autografo ed iniziò ad essere "Una delle tante" "trombaamiche" per stessa ammissione di Katia Follesa.
Tutto questo per 7 anni.
Il seguito ed i dettagli li trovat nel libro appena pubblicato "Diciamoci tutto (al massimo ci lasciamo).
Le risate a VERISSIMO proseguono con l'arrivo in studio di Iva Zanicchi che si racconta fin dagli esordi, rivelando un episodio "piccante" durante il suo primo matrimonio.
Durante una tournée per la prima volta decide di lasciarsi andare con un avvenente e plurilaureato giovane fans. Si guardano, più lui in verità che lei. Iva svela che durante i suoi concerti solitamente ha bisogno di "puntare" una persona tra il pubblico per riuscire a cantare.
Ed il giovane timido, tutte le sere era in prima fila e sulla sua traiettoria.
Colpevole fu un giro in Troica, un bacio e la promessa di un incontro galante.
Tutto interrotto magicamente all'arrivo in albergo, un giorno prima del marito che le ha fatto una bella sorpresa.
La Zanicchi ci ha fatte sognare con.la visione di una incontro/amore idealizzato, sognato dai 2 per tutta la vita.
Verissimo, ha regalato tante risate e spaccati di vita reali. Quello che al pubblico serve. La normalita"!
Alla prossima puntata!
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Silvia Toffanin negli hanno ha imparato l'arte sottile di intervistare le ospiti facendo una semplice frase e loro iniziano a ruota libera a parlare.
La stessa cosa avviene con lo Chef Bruno Barbieri
Bruno Barbieri si é guadagnato 7 stelle Michelin, gli Oscar della cucina in circa 20 anni di carriera tra i fornelli.
Bruno e' il classico esempio di un ragazzo che ce l'ha fatta.
Ha voglia di sperimentare in cucina, aiutato dai preziosi consigli della nonna, a differenza dei voleri del padre che aveva previsto per lui una carriera da Ingegnere, e diventa uno chef stellato.
La sua carriera inizia dalla Romagna, a Castelguelfo, la Valpolicella e Bologna. La popolarità è arrivata per un eterno sognatore che non si è stancato mai di lavorare nella sua cucina.
Da bambino, vive a Piccolo Paradiso, fino ai 6 anni. La nonna invitava i nipoti, di notte ad assistere alla nascita di un vitelloni, e questo succedeva quando Bruno Barbieri aveva 4/5 anni.
Sono immagini che restano impresse per sempre la vita di un bambino.
La nonna ed la mamma sarta, elegantissima, hanno segnato per sempre con i loro consigli e passione il destino dello chef.
La mamma sarta, donna che non ha fatto mai fatto mancare nulla alla famiglia, nonostante il padre vivesse in Spagna e lo vedevano una volta all'anno, ha rivelato preziosi consigli a Bruno, alla ricerca di prodotti naturali e genuini, come una non semplice "pasta e pomodoro".
Bruno si iscrisse alla scuola per geometri e per alberghieri. Forse per convincere più i suoi cari che sé stesso. Di giorno non andava nella scuola per geometri, mentre di pomeriggio andava a seguire le lezioni nella scuola alberghiera. Una strada voluta e segnata da una passione atavica, che lo ha portato a lavorare sulle navi dove ha praticato la cucina francese ed ha conosciuto il rigore della cucina francese.
Poi, è arrivato Masterchef il programma di cucina che ha cambiato per sempre la visione di un lavoro ormai diventato di punta: lo Chef, ed ha dato a Bruno Barbieri la popolarità frutto di lunghi sacrifici nell'ombra.
Arriva Melissa Sarta e si "Non racconta" e fa bene. Silvia Toffanin seppur con delicatezza tenta di scoprire i motivi della separazione dello scorso anno tra i due coniugi.
Melissa ha trascorso un periodo di crisi con il marito Boateng, ma sono sopravvissuti. Una porta lasciata aperta, ha dato i suoi frutti, e la coppia ha ritrovato un sentimento
sopito.
Con riserbo la Sarta non ha parlato di colpevoli elencando mancanze o rimproveri di alcun tipo, ma ha messo in primo piano i sentimenti del suo bambino di 5 anni e mezzo, ascoltando pagina, per il bene della famiglia.
Ed è finalmente arrivata l'intervista con un genio assoluto : Adriano Celentano.
Silvia Toffanin in zona "Adrian" incontra Celentano. Naturalmente Adriano non è andato in Studio da Silvia, ma Silvia è andata a trovare sul Set di Adrian, Celentano.
Prontamente bloccata da due guardie del corpo la Toffanin tenta di fare il colpo della sua vita, ma qualcosa non torna.
Adriano Celentano, è un giocherellone, un eterno Peter Pan, che tenta di non ingannare il suo pubblico. Tenta di spiegare alla Toffanin, lievememte stupita e con gli occhi lucidi che "nella dissolvenza" forse c'è il segreto di Celentano. Adriano rivela di non volere apparire troppo in video per non annoiare il suo pubblico. È questo il motivo per cui in "Adrian" lui non appare.
La Toffanin chiede a Celentano:
"Il pubblico ha capito Adrian?"
Celentano risponde:
"Il pubblico amerà più Adrian di Celentano".
E la Toffanin chiede ad Adriano i motivi del suo successo.
Un successo da 50 anni, un mistero a cui neanche Adriano riesce a dare una risposta.
E sinceramente, era quello che ci aspettavamo.
Un artista alla ricerca di risposte nonostante gli innumerevoli successi.
Il messaggio ecologista di Adriano Celentano, non politico, è un pensiero preoccupato. Il cambiamento di clima, gli scompensi, e la caudicita' dello stile di vita di molti italiani preoccupa da sempre Adriano Celentano ed è anche per questo per questo motivo che ha scritto ed ideato Adrian.
Adrian tratta tutti i temi tranne uno, di cui Celentano non vuole parlare.
Le pause di Adriano a cosa servono, si chiede la Toffanin? Servono a riempire i vuoti, risponde Celentano ed a volte non sempre ci riesce.
Silvia Toffanin emozionata e con gli occhi a tratti luvidi choede a Celentano:
"Ma tu sei così anche nella vita?"
E lui risponde
" No, nella vita sono peggio."
E mentre Celentano ride, si intravedono sul suo viso le espressioni dei volti dei suoi figli: Rosalinda, Rosita e Giacomo. Mentre a tratti, in quelli più sfrontato, il sorriso della moglie Claudia Mori.
Il messaggio? È chiaro.
L'intervista ha lo scopo di risollevare gli ascolti ed incuriosire un pubblico che non ha capito Adrian.
Ma, la risposta tra le righe di Celentano è:
"A fatica, mi lascio intervistare, mi presto pur non volendo,anche se non credo serva ad Adrian."
Adriano Celentano dice:
"Più ameranno lui e meno mi si vedrà. In fondo un genio lo sa, il vero successo vive nella dissolvenza. Scomparire non è morire, ma "esserci per sempre".
Adriano ci lascia e finalmente dalle pause si passa alle risate con Katia Follesa ed Angelo Pisani.
Si raccontano fin dal loro primo incontro amoroso. Lui era popolare e lei era una sua fans. Gli chiese un autografo ed iniziò ad essere "Una delle tante" "trombaamiche" per stessa ammissione di Katia Follesa.
Tutto questo per 7 anni.
Il seguito ed i dettagli li trovat nel libro appena pubblicato "Diciamoci tutto (al massimo ci lasciamo).
Le risate a VERISSIMO proseguono con l'arrivo in studio di Iva Zanicchi che si racconta fin dagli esordi, rivelando un episodio "piccante" durante il suo primo matrimonio.
Durante una tournée per la prima volta decide di lasciarsi andare con un avvenente e plurilaureato giovane fans. Si guardano, più lui in verità che lei. Iva svela che durante i suoi concerti solitamente ha bisogno di "puntare" una persona tra il pubblico per riuscire a cantare.
Ed il giovane timido, tutte le sere era in prima fila e sulla sua traiettoria.
Colpevole fu un giro in Troica, un bacio e la promessa di un incontro galante.
Tutto interrotto magicamente all'arrivo in albergo, un giorno prima del marito che le ha fatto una bella sorpresa.
La Zanicchi ci ha fatte sognare con.la visione di una incontro/amore idealizzato, sognato dai 2 per tutta la vita.
Verissimo, ha regalato tante risate e spaccati di vita reali. Quello che al pubblico serve. La normalita"!
Alla prossima puntata!
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