“APERITIVO IN CONCERTO” 2016/2017
Teatro Manzoni, via Manzoni 42 Milano
Domenica, 29 gennaio 2017, ore 11.00
PRIMA MONDIALE
UNICA DATA ITALIANA
Il leggendario compositore e sassofonista
in un evento speciale per Coltrane
Roscoe Mitchell Sextet
plays Coltrane
sassofoni contralto, soprano, sopranino
Roscoe Mitchell
violino
Mazz Swift
violoncello
Tomeka Reid
contrabbasso
Silvia Bolognesi
Junius Paul
batteria
Vincent Davis
“Aperitivo in Concerto” presenta domenica 29 gennaio, ore 11.00, al Teatro Manzoni di Milano (via Manzoni, 42) un grande evento. Geniale compositore e polistrumentista, fra le anime del multiforme e storico Art Ensemble of Chicago, Roscoe Mitchell non è solo un protagonista delle più creative avanguardie musicali africano-americane, ma un conoscitore profondo delle tradizioni della propria cultura, che affonda le radici nel jazz e nella sua storia. Mitchell, in occasione del cinquantenario della morte di John Coltrane, affronta alcune fra le più significative pagine coltraniane, rivivificandone lo spirito, cogliendone l’essenza e il più profondo significato, esaltandone la perenne modernità. Ed è questo il motivo principale di attrazione di un evento veramente speciale, perché Mitchell, grande compositore in proprio, di rado affronta pagine di altri autori: la sua rilettura dell’estetica coltraniana ha perciò il valore di un unicum. Perché Mitchell, artista di punta di un’estetica improvvisativa peculiare come quella di Chicago, si è eminentemente misurato con l’identità fonica degli strumenti, con il ritmo e con il silenzio: la sua visione del mondo coltraniano non punta perciò all’esame dell’approccio estatico talvolta implicito nel modalismo, ma alle componenti strutturali distinte di quel linguaggio. Rievocando gli anni della scuola di Chicago e del leggendario Art Ensemble of Chicago, lo stesso Mitchell sottolinea delle specifiche diversità: I musicisti a Chicago lavoravano veramente insieme, si frequentavano intensamente, quotidianamente, e insieme studiavano e provavano a lungo. Ci chiedevamo essenzialmente, e in profondità, cosa significasse improvvisare all’interno di una composizione. E trascorrevamo molto tempo sviluppando l’improvvisazione per e su una determinata pagina musicale. Se scrivevi un pezzo, avevi gli strumenti che lo enunciavano per un certo dato periodo di tempo, poi lo elaboravano, poi subentrava il silenzio contro il quale tutto questo lavoro si stagliava, e poi ancora elaborazione e ancora silenzio, e così via. Credo che se tu vuoi veramente essere un buon improvvisatore devi conoscere il meccanismo compositivo: la musica è suono per il cinquanta per cento, e silenzio per l’altro cinquanta per cento. Se ti concentri nell’ascoltare a lungo il silenzio, l’esperienza è veramente intensa. Quando interrompi quel silenzio con un suono, e cominci a lavorarci sopra insieme agli altri, tutto ha a che vedere con il modo di occupare lo spazio. Molti giovani improvvisatori si soffermano su di un ritmo che in realtà non esiste, e trascorrono il loro tempo cercando di ricavarne a tutti i costi qualcosa. Io cerco di elaborare al di fuori dei cliché più rassicuranti: è rischioso, ci si trova scoperti all’aperto, ma è un’esperienza che può donarti moltissimo.
Roscoe Mitchell Sextet Plays John Coltrane è una prima mondiale e unica data italiana, un progetto originale, concepito appositamente per “Aperitivo in Concerto”, e che vede Mitchell attorniato da musicisti di indiscutibile rilevanza come la violoncellista Tomeka Reid, la violinista Mazz Swift, la contrabbassista Silvia Bolognesi, il contrabbassista Junius Paul, il batterista Vincent Davis.
ROSCOE MITCHELL
Nato a Chicago nel 1940, Roscoe Mitchell è tra i protagonisti iniziali della Experimental Band, organico ideato da Muhal Richard Abrams per esplorare nuovi territori musicali, importante nucleo di artisti che daranno in seguito vita all’AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians). Nel 1966 Mitchell incide “Sound”, disco fondamentale di uno stile che oltrepassa il jazz della “new thing”, dando nuovo rilievo ad elementi quali il polistrumentismo, il ruolo espressivo del timbro e dei silenzi, la ricchezza dei contrasti dinamici. Mitchell suona all’epoca il sax alto, il clarinetto e le percussioni; la sua estetica è debitrice nei riguardi di Coltrane, ma già guarda altrove, verso nuove sintesi. Che si affermano nell’Art Ensemble of Chicago (inizialmente Roscoe Mitchell Art Ensemble) qualche anno dopo. Il celebre quintetto con Bowie, Jarman, Favors e Moye sarà fino alla fine degli anni Novanta un gruppo cardine dell’avanguardia jazzistica. Parallelamente, Mitchell approfondisce l’esibizione in solo sax, fonda diversi gruppi, compone ampie partiture su commissione di diverse istituzioni musicali, incide moltissimi dischi a suo nome. Da ricordare almeno “Nonaah”, pietra miliare per 4 sassofoni, rivisitata in seguito diverse volte.
Impossibile in poche righe dar conto delle molteplici collaborazioni del sassofonista. Da menzionare il duo con Anthony Braxton e Muhal Richard Abrams, la Creative Orchestra, i gruppi Sound And Space Ensemble e The Note Factory. Dagli anni 2000: i lavori a fianco di Evan Parker, Matthew Shipp, Craig Taborn, Hugh Ragin, Kikanju Baku, Mike Reed e un’intensa attività di leader. Roscoe Mitchell ha insegnato in varie università e dal 2007 è docente al Mills College di Oakland.
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