Norma Jeane Mortenson, in arte Marilyn Monroe, adottò il suo nome da due "M" impresse all'interno del palmo delle mani.
La dualità artistica ed umana la contraddistinse per tutta la vita.
I produttori le affidarono parti in film "Gli uomini preferiscono le bionde", "Quando la moglie è in vacanza" "Come sposare un milionario", e "Facciamo l'amore", tipicamente riconducibili, alla vamp, svampita, bionda e spesso senza cervello.
E forse, rispecchiarono, se non l'essenza di Marilyn, ma un lato delle due medaglie come per sua stessa ammissione:
"Penso di avere dentro di me un lato gioioso ed uno striste".
Di Marilyn si conosce l'immagine, e si intuisce il lato umano alla ricerca dell'amore, dell'amicizia e dei sentimenti veri, ma tutto cambiò direzione dal momento del ritrovamento da parte di Anna Strasberg di due scatole contenenti le poesie ed i manoscritti della diva amata in tutto il mondo, ed è di questo che vogliamo parlarvi.
Il sogno di Marilyn era quello d'interpretare ruoli shakespeariani, da Giulietta a Lady Macbeth, e di creare una propria casa di produzione insieme a Marlon Brando.
Marilyn si sposò per la prima volta con James Dougherty di 5 anni più grande, e non fu un matrimonio lungo, durò legalmente solo 3 anni, ma il rapporto era finito da tempo a causa delle infedeltà del marito.
Gli scritti battuti a macchina, sono il resoconto, una sorta di diario di una donna-bambina, sposata ad un uomo che frequenta un'altra donna. Un primo matrimonio durato, per la grande ammirazione che l'attrice provava verso qualsiasi influenza intellettiva. In questo caso il marito amava la musica classica, e lei, sempre alla ricerca di affermazione, essendo esile e delicata, propendeva per la compagnia o di persone più giovani, o mature. Ai primi aveva qualcosa da insegnare, dai secondi qualcosa da apprendere.
Una fame di cultura che poco si addice alla diva, ma che ha contraddistinto molti dei suoi rapporti personali. Immagine da tenere volutamente all'oscuro dai produttori, in quanto stridente con l'immagine confezionata a tavolino che poco si addiceva alla donna, fragile e sensibile.
Marilyn scriveva su fogli di carta o pagine di quaderno, abbozzi, schizzi di poesie che faceva leggere a Norman Rosten, amico di Arthur Miller che di lei , disse:
"Aveva l'istinto e i riflessi del poeta, ma non la capacitàdi disciplinarli";
"Per sopravvivere, sarebbe dovuta essere più cinica. O quanto meno più realista. Invece era un poeta che, all'angolo della strada, cercava di recitare i suoi versi a una folla desiderosa solo di strapparle i vestiti".
Una sua poesia recita:
"Vita Life
Ho in me entrambe le tue direzioni I am of both of your directions
Restando come appesa all'ingiu' Somehow remaining hanging downward
più spesso the most
ma forte come la tela di un ragno al but strong as a cobweb in the
vento - esisto di più nella fredda brina scintillante. wind - I exist more with the cold glistening frost
Ma i miei raggi perlati hanno i colori che ho But my beaded rays have the colors I've
visto in un quadro - ah vita di hanno seen in a pinting - ah life they
imbrogliata have cheated you
Marilyn ha scritto diverse variazioni intorno al tema della vita a doppia ragnatela, fragile, a volte invisibile, rivelata dalla rugiada e resistente al vento.
Gli appunti dell'attrice contengono molteplici poesie e momenti di paura, ricondotti principalmente a prestazioni artistiche, e sull'ansia di non riuscire a recitare, o di essere assalita da attacchi di panico prima di girare una scena.
Intorno al 1955, reduce dall'esperienza con Lee Strasberg, suo mentore, l'attrice nei suoi appunti ricorda l'infanzia, e le paure ataviche che la contraddistinsero la sua infanzia e ciclicamente tornavano a tormentarla.
Scrive della zia Ida Martin, che, in quanto cristiana evangelica, seguiva un metodo educativo fondato sul senso di colpa.
Scrivere per Marilin, probabilmente corrisponde ad un avvicinamento alla psicoanalisi, dove tenta di abbandonare sensi di colpa, grazie anche al mestiere d'attrice. Spogliarsi, dimenticare, rimuovere, per riappropriarsi pienamente di sè.
Nel 1955, esattamente tra aprile e settembre, vive per diversi mesi nel prestigioso hotel "Waldorf -Astoria" e molti dei suoi appunti sono scritti sulla carta intestata trovata in albergo.
Su un'agenda italiana tra il 1955 ed il 1956 raccontò dei suoi incontri, e della relazione ancora appagante con Arthur Miller, fondata su una grande passione ed al tempo stesso una fiducia totale, idilliaca. (rapporto tra maestro-allieva)
Ed è forse da questo momento in poi che qualcosa probabilmente comincia a cambiare con gli scritti su un certo Peter Lawfor che conobbe agli inizi degli anni '50, e con cui non sono chiari i rapporti intercorsi. Di certo, Peter Lawfor sposò Patricia Kennedy, diventando il cognato del Presidente.
Marilyn, cominciò a frequentare assiduamente la loro casa sulla spiaggia di Santa Monica.
Poetica l'immagine dei pensieri impressi sulle carte di tutto il mondo come nel 1956 quando Marilyn sposa Arthur Miller.
Il lento declino, dovuto anche ad un rapporto conflittuale con Laurence Olivier, con cui recitò ne "Il principe e la ballerina", la portò ad un iniziale momento di crisi artistica, in quanto venne trattata da Laurence con fare altezzoso ed arrogante, si acutizzò quando lesse gli scritti del diario del marito.
Artur Miller nel suo diario manifesta la sua delusione nei confronti della moglie di cui si sente non del tutto amato, e dai suoi comportamenti che lo mettono in imbarazzo, senza tralasciare la paura dell'invecchiamento.
Parole non dette, lette per caso, che feriscono Marilyn, tanto da dover chiamare in soccorso la dottoressa Margaret Hohengerg psicoanalista di New York.
Nell'estate del 1957 Marilyn ed Arthur si stabilizzano a Roxbury nel Connecticut, dove Miller aveva già abitato con la prima moglie.
Marilyn comincia ad avvertire i vuoti inevitabili non appagabili dal vivere in campagna, dal fare la padrona di casa o dal veder germogliare le piante.
Il vuoto creato dalla mancanza d'amore nel rapporto con il marito, la mancanza di figli, assumono una dimensione da analizzare allo specchio. Dove l'essere umano, nudo, un'anima torturata, capisce che vuole continuare ad amare ed essere amata nonostante all'orizzonte la realtà si manifesti con un muro.
Nella primavera del '58 l'attrice stanca della vita troppo tranquilla nei quartieri residenziali, vuole ricominciare a lavorare ed attratta da un riassunto di Billy Wilder con la commedia "A qualcuno piace caldo"di trasferisce a Los Angeles per le riprese del film. Contemporaneamente i suoi appunti fanno un resoconto di un'anno di analisi con la dottoressa Hohenberg, sotto forma di richiesta d'aiuto.
Marilyn adorava inventare nomignoli per gli amici e per sè, ed i suoi appunti comprendevano gli incarichi da affidare al socio Milton Greene, ed una lista di buoni propositi (tra i quali iscriversi ad un corso di letteratura).
Gli appunti di cucina tra il 1955 e 1956, riportano il lettore ed il fans ad una visione che identificava bene l'essere di Marilyn Monroe: precisa, attenta a volte meticolosa, riempie pagine di appunti, prende misure, raccoglie campioni, immagina disposizioni di mobili e l'abbinamento dei colori, così come per una cena da organizzare.
Tutto meticolosamente descritto nei suoi appunti compresa la cena di compleanno per Helen Schneider a New York alla fine del 1955, per l'inaugurazione dell'appartamento di Marilyn all'angolo tra Sutton Place e la 57esima, dopo la lunga permanenza nella suite del Walford -Astoria diventata troppo costosa per la Marilyn Monroe Productions.
L'attrice, donna, non ebbe un grande rapporto di fiducia con i giornalisti, di cui non si fidava.
Ma in una delle ultime interviste del 1962, parlò delle sue certezze, delle persone che aveva amato e stimato, e della grande paura della sua vita di finire in un ospedale psichiatrico, come la madre e la nonna.
Di certo si fidò di Strasberg di cui parlò in una lettera del 19 dicembre 1961, in cui espose il suo progetto di una nuova società di produzione indipendente che ai suoi occhi avrebbe avuto un senso, solo se ne fosse divenuto socio Strasberg ed in via accessoria, sua moglie ed i loro due figli Susan e Johnny.
I preziosi appunti di Marilyn, alla sua morte furono ereditati da Strasberg, ed alla morte di quest'ultimo dalla moglie, che ne curò la diffusione non nell'intento speculativo, ma in omaggio ad una grande diva, ad una donna alla perenne ricerca d'amore, una nostalgica poetessa che non riusciva forse ad imprimere il giusto tono alle sue poesie, ma è riuscita a tramandare quel filo di nostalgia che ha pervaso tutta la sua esistenza.
L'essenza di una diva da scoprire alla vigilia del suo 90esimo compleanno.
E' in vendita in questi giorni il super attico di Marilyn Monroe ed il drammaturgo Arthur Miller al tredicesimo ed ultimo piano dell'edificio al 444 E 57th Street, di New York, dove vissero dal 1956 al 1961.
La cifra impressionante di 6,75 milioni di dollari è lievitata dalla prima volta in cui l'appartamento è stato messo in vendita nel 2011.
220 metri quadrati, con un terrazzo panoramico circondato da imponenti grattacieli. Una vista mozzafiato tra il cemento, ma esclusiva per gli amanti della City.
WWW.STARESULPEZZO.BLOGSPOT.IT
Nessun commento:
Posta un commento