Venerdi' 30 aprile, Silvia Vegetti Finzi presso l'Unione Femminile in Corso di Porta Nuova a Milano, ha presentato il libro "Una bambina senza stella". Un proficuo incontro durato oltre 2 ore, ripercorrendo gli anni dal 1938 con la promulgazione delle Leggi razziali, e l'analisi disincantata per particolari momenti storico politici italiani della vita di una bambina di nome Finzi.
Tre sapienti relatrici hanno introdotto, analizzato e trovato similitudini, spaziando tra gli autori europei e non, per rivivere gli anni della nostra formazione moderna dal '40 in poi.
Una famiglia, una bambina affidata ad una coppia di parenti, una maestra di Brescia. Un faro nella vita di Silvia Vegetti Finzi, approdata in classe all'età di 11 anni.
Il racconto del libro autobiografico nasce per stimolare il racconto autobiografico di tutti noi. Pochi raccontano "le storie", si sente parlare sempre della "Storia".
Tramandare i racconti, le esperienze, il proprio vissuto atttraverso la "deportazione", per raccontare "l'indicibile".
La terza persona usata nella stesura di "Una bambina senza stella" appare sotto una forma linguistica diversa e terapeutica che spinge a raccontare con gli occhi di un adulto.
Una donna come per sua stessa ammissione, moglie, madre e nonna felice.
Un racconto che dà sostanza ad un'identità.
Quella dei bambini solitamente dimenticati in tempi di guerra. Una guerra che ha reso poveri i contadini, le donne, ed i bambini arrivati da soli sulle navi bianche organizzate dalla Croce Rossa.
Senza tentare d'improvvisarsi esperti, possiamo suggerire la lettura di "Una bambina senza stella" le risorse segrete dell'infanzia per superare le difficoltà della vita, come un libro di rilessioni educative, dove si possono intravedere modalità differenti. Una biografia che parte dall' "Io" inespresso con riflessioni sulla propria infanzia, sulla vita, in maniera ingenua ed acuta.
Partendo dall' "IO" durante lo scorrere delle pagine si arriva al "NOI".
Una sorta di condivizione collettiva, un'unica storia, in tante storie.
Un'abile esortazione nel raccontare la storia di ognuno di noi. E, se realmente potessimo farlo, ne scriveremmo pagine in "corsivo" ed in "grassetto" per descrivere la "putina" o la "bambina" proprio come l'autrice.
"Le risorse segrete dell'infanzia per superare le difficoltà della vita sono servite a Silvia Vegetti Finzi, a rievocare flash della propria infanzia".
Un esempio, un modello, un punto di riferimento per tutti i bambini spesso colpiti dai traumi della separazione, dell'indifferenza e del disamore. E il dolore infantile non cade mai in prescrizione".
"Negli squarci di un passato che non passa possiamo cogliere però, con l'evidenza della vita vissuta, anche le meravigliose risorse con le quali l'infanzia può attraversare le difficoltà della vita: il gioco, la fantasia, la creatività e l'ironia. Risorse che, attualmente, un'educazione ansiosa e iperprotettiva rischia di soffocare".
E concludiamo con la lettura iniziale del libro: "Cara lettrice o caro lettore, se stai leggendo queste righe significa che qualche cosa ci avvicina, forse solo un incontro casuale ma mi auguro che si trasformi, col procedere delle pagine in una profonda sintonia".
Questo è avvenuto esattamente a noi, un incontro casuale ci ha portati a sederci ed assistere alla presentazione del libro.
Ne siamo usciti arricchiti e contenti nell'intraprendere un "Meraviglioso futuro"
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