Ieri sera al Teatro Nazionale di Milano, Albano ha regalato ai suoi fans uno spettacolo nuovo, una formula vincente.
Un ricordo costante alle origini, all'arrivo a Milano a fine anni '50.
Gli inizi come muratore in un cantiere.
Le serate in compagnia di 4 candele ed una chitarra.
Candele subito abbandonate, perché presagivano situazioni tristi a cui lui non voleva tornare.
La malinconia della sua terra, della sua gente , degli amici.
Il racconto di Albano troppo veritiero supportato da video e dalla musica dell'abilissimo pianista, si è alternato con le canzoni del suo repertorio di maggior successo, e da ospiti, compreso suo figlio Yari.
Yari, quasi in punta di piedi, ha cantato e suonato 3 canzoni di cui una dei Led Zeppelin, accompagnato dal chitarrista di Albano.
Il gruppo sul palco era affiatato, perfettamente coordinato, supportato dalle voci di 3 donne cantanti che chiamare "coriste" sarebbe riduttivo.
L'assolo del pianista, di ognuna delle cantanti, del chitarrista e dello scoppiettante batterista hanno fatto della serata un piacevole incontro tra amici.
Dove l'amico del sud, parla della sua esperienza in cui per la prima volta che ha messo piede a Milano e per sua stessa ammissione, una città che amerà sempre e se potesse si inginocchierebbe a baciare il pavimento.
Quanta umiltà in un uomo, durante uno special dove di solito molti danno sfoggio di fama e visibilità.
Una umiltà dimostrata nello stringere la mano ad un addetto della sicurezza, oppure il largo spazio sul palco dato al suo amico paroliere.
Non dimentichiamo la lotta di Albano per i preziosi ulivi millenari presenti nella sua terra.
Un ricordo veloce alla madre americana dei suoi quattro figli, per introdurre Yari, e per scherzare con il figlio parlando in americano.
Abbiamo apprezzato la continua maturità vocale di Albano, avrebbe potuto far venir giù gli specchi con qualche ulteriore acuto, ma si è ambientato e con doveroso rispetto ha reso i suoi virtuosismi vocali, mai ostentati ed urlati.
La piena consapevolezza della propria grandezza al primo attacco di ogni canzone.
Un ricordo costante nella mente di Albano quella di Domenico Modugno, suo grande amico.
Un amico che omaggia ad ogni suo concerto. Un amico che ha scritto "Volare" arrivando al meritato successo dopo molteplici anni di gavetta.
Questo accomuna Albano con tutte le persone che lo hanno incontrato e di cui lui è diventato amico. Un filo conduttore tesse una fitta rete di relazioni da sempre.
E' come se, avendo la fortuna di incontrarlo, entrando nel suo cuore molte persone non ne siano più uscite per un motivo diverso dall'altro.
Dalle nostre parole capirete che il live-concerto-racconto-ricordo di Albano ci ha regalato una splendida serata. Arricchita dal fatto che, non c'è stato neanche bisogno di scomparire dal palco, aspettando l'ovazione del bis.
Albano, finito il concerto, è rimasto sul palco per incontrare i suoi fans.
E proprio ad un suo fan, vogliamo fare un regalo.
Una fotografia che abbiamo scattato per rappresentare non solo tutti i fans, ma il solo che è salito di scatto sul palco per essere ripreso con il cantante. Purtroppo la sua macchina fotografica non ha funzionato, la nostra si!
Nella mente abbiamo canticchiato tutto il giorno: "Cara terra mia......" , "Ci sarà.........."
"Volare, oh oh".........
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