Cosa spinge 4 giovani ad armarsi di mazze ed andare a bastonare 4 clochard, due coppie parenti tra loro?
Qual è la giustificazione per questi giovani, probabilmente italiani, che alle 4 del mattino dello scorso 25 gennaio a Genova decidono di interrompere il sonno di 4 persone inerti?
La telecamera di un negozio ha ripreso il malfatto.
I quattro slovacchi, dopo varie peripezie, si sono ritrovati a fare i mimi di strada ed a dormire protetti solo da cartoni. Bobak dal pestaggio ha ricavato una placca di metallo in testa, nell'intento di proteggere la moglie Alice dall'inaspettato attacco violento. Il cognato di Bobak, Jonas Koloman è il fratello di sua moglie. Jonas è spostato con Susanna. Sono quattro 50enni slovacchi che scappati dal loro paese hanno tentato la fortuna in Italia. Sono arrivati con una chitarra ed una maschera da mimo.
Fortuna che sembra averli abbandonati, visti i recenti accadimenti, e la scadenza del permesso di soggiorno a marzo 2014.
Una cosa è certa, le malefatte dei 4 giovani hanno procurato danni forse irreversiboli. A Jonas hanno rotto la mano e forse non potrà più suonare la chitarra, suo unico sostentamento economico, insieme alla moglie che raccoglieva le elemosine.
Ora i 4 sono stati ospitati in una parrocchia del centro.
A parte tanta paura e molte ossa rotte, dalla bocca di Bobak non escono altro che ringraziamenti per la parrocchia di Sant'Egidio, per i volontari della Caritas, e per i negozianti di Genova a cui sono vicini.
Interroghiamoci, perché l'evento di Genova non è il primo e non sarà l'ultimo.
Le grandi città sono il teatro in cui assistiamo a queste tragedie umane, da sconfiggere e da cui prendere le distanze.
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