martedì 18 giugno 2024

Casa della Memoria. Visita la mostra "Dall'Italia ad Auschwitz"- L’esposizione descrive la storia delle persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio italiano e deportate nel complesso concentrazionario di Auschwitz-Birkenau.

 





DALL’ITALIA AD AUSCHWITZ

a cura di Sara Berger e Marcello Pezzetti dal 12 al 30 giugno 2024

La Fondazione Museo della Shoah, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti e Casa della Memoria di Milano, presentano a Milano la mostra “Dall’Italia ad Auschwitz”, a cura di Sara Berger e Marcello Pezzetti.

La mostra si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero della Cultura, dell’UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Istruzione della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma, dell’Associazione Figli della Shoah.

Dario Venegoni, presidente ANED Nazionale, dichiara: “Siamo molto felice di ospitare questa mostra presso la Casa della Memoria di Milano. Si tratta di una mostra molto ricca di documenti d’archivio e di immagini che segna una novità metodologica importante, considerando in modo unitario il complesso della deportazione italiana verso Auschwitz, esaminando contemporaneamente, senza artificiose distinzioni, sia la deportazione ebraica – largamente prevalente, in quel campo – che quella politica, che comunque ha avuto dimensioni importanti, troppo spesso dimenticate.

Il merito degli autori della mostra, Sara Berger e Marcello Pezzetti, è quello di essersi spinti oltre il risaputo, e di avere condotto ricerche in proprio in una pluralità di archivi, in Italia e all’estero. E anche di avere sollecitato e ottenuto collaborazioni che non erano scontate a priori in ambiti diversi da quelli del solo mondo delle organizzazioni ebraiche. L’ANED, per parte sua, ha offerto la propria collabo - razione, soprattutto attraverso l’impegno di Dunja Nanut di Trieste e di Laura Tagliabue della sezione di Sesto San Giovanni-Monza. Il risultato è una mostra che per la prima volta offre della deportazione italiana ad Auschwitz una visione d’insieme, corale, veritiera, al di là di anacronistici steccati nella memoria collettiva del paese. Un decisivo passo avanti verso una più forte consapevolezza della unitarietà del disegno dello sterminio nazista.”

L’esposizione descrive la storia delle persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio italiano e deportate nel complesso concentrazionario di Auschwitz-Birkenau.

 Casa della Memoria, via Federico Confalonieri 14, Milano

Visite: Dal martedì alla domenica, dalle ore 10:30 alle ore 18:00 - Ingresso libero

Si tratta innanzitutto delle persone di origini ebraiche – spesso interi blocchi familiari –, compresi gli ebrei stranieri che negli anni precedenti avevano cercato rifugio nella penisola e gli ebrei che risiedevano nelle isole del Dodecaneso, nella quasi totalita’ di nazionalita’ italiana. Ma, grazie alle indagini storiografiche condotte, si e’ scoperto che la realta’ della deportazione “politica” – nella quasi totalita’ costituita da donne residenti nel territorio dell’Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico) – e’ ben piu’ consistente rispetto a quella proposta fino ad ora dalla storiografia e che la deportazione ha toccato anche un piccolo numero di rom – dato fino ad oggi sconosciuto –, anch’essi arrestati nell’Adriatisches Küstenland e di cui nessuno risulta essere sopravvissuto alla fine della guerra. Un piccolo approfondimento e’ dedicato a un gruppetto di antifascisti della prima ora, gia’ schedati nel Casellario Politico Centrale prima del 25 luglio del 1943, giunti per diverse vie nel complesso del grande Lager nazista in Polonia: operai, braccianti, intellettuali accomunati dall’impegno della lotta al regime e dai lunghi anni di carcere e di confino patiti a causa della loro opposizione al fascismo. Persone che ancora dopo l’8 settembre 1943 si impegnarono attivamente nella Resistenza, nell’organizzazione degli scioperi, nella lotta armata. E che ritroviamo ad Auschwitz a quasi 20 anni di distanza dalle prime condanne inflitte loro dal regime di Mussolini. Anche per loro, in diversi casi, questo Lager segno’ l’ultima stazione di una vita da leggenda.

L’esposizione si apre con un’introduzione sulla storia di Auschwitz-Birkenau dal 1940 al 1943, ovvero del periodo precedente l’arrivo dei primi prigionieri giunti dall’Italia, per poi proseguire con una sala dedicata ai trasporti, dove appaiono volti e numeri dei deportati di ogni convoglio partito dal territorio italiano.

E’  messa in luce la sorte degli ebrei deportati, che rappresentarono la parte piu’ consistente delle vittime, dalla “selezione all’arrivo” all’omicidio sistematico di massa. Viene conseguentemente presentato un focus sul meccanismo e sulle strutture di messa a morte.

Si prosegue quindi con il racconto relativo alla sorte dei prigionieri ebrei e “politici” all’interno del complesso concentrazionario, partendo dalle procedure di immatricolazione (in particolare il tatuaggio, metodo utilizzato solo ad Auschwitz), per arrivare al loro inserimento nel sistema del lavoro schiavo, soprattutto nei vari “sottocampi” dipendenti da Auschwitz III (Monowitz). Ci si sofferma sulle terribili condizioni igienico-sanitarie e, in generale, sulla vita nel campo. Uno sguardo particolare viene dato alla sperimentazione medica e alle “selezioni interne”, procedura omicida a cui furono sottoposti prevalentemente gli ebrei.

Segue, infine, la parte dedicata all’evacuazione del complesso concentrazionario, al trasferimento dei prigionieri ancora in grado di camminare e di lavorare verso i Lager nel Reich e all’abbandono dei cosiddetti “inabili”, in prevalenza ammalati, nelle strutture concentrazionarie locali, dove il 27 gennaio del 1945 giunsero le truppe sovietiche.

Molte novita’ presenti in questa esposizione sono il frutto di un lavoro di ricerca effettuato per diversi mesi dai curatori insieme ad autorevoli studiosi della Shoah, della deportazione ebraica e della deportazione politica. Per la prima volta gli enti piu4 prestigiosi che si occupano del tema hanno lavorato fianco a fianco, anche in previsione della realizzazione del memoriale italiano che sara’ allestito dal Governo italiano nel Blocco 21 di Auschwitz. Si tratta del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) di Milano – Liliana Picciotto e il suo staff –, della Fondazione Memoria della Deportazione, sempre di Milano, dell’ANED (l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) nazionale, l’ANED di Sesto San Giovanni – Laura Tagliabue – e di Trieste – Dunja Nanut – e del Auschwitz-Birkenau State Museum – Jadwiga Pinderska-Lech 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti


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