venerdì 13 ottobre 2017

GALLERIA D'ITALIA - MILANO PIAZZA DELLA SCALA - CARAVAGGIO E DE CHIRICO -






ASPETTANDO “L’ULTIMO CARAVAGGIO. EREDI E NUOVI MAESTRI”

Caravaggio e l’impervia strada per diventare un mito; la sua alterna eredità tra immediata adesione e indifferenza all’inizio del Seicento, proprio quando si afferma il gusto barocco. Questo in sintesi il leitmotiv della mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri che Intesa Sanpaolo realizzerà nel proprio museo in Piazza Scala a Milano dal 30 novembre 2017 all’8 aprile 2018. Il percorso si svilupperà attorno al capolavoro del Merisi, il Martirio di sant’Orsola dalle collezioni della Banca, rientrato da Palazzo Reale alle Gallerie d’Italia.
Il cuore dell’esposizione sarà costituito dall’inedito e rivelatore confronto tra due opere, entrambe dedicate alla tragica vicenda di Sant’Orsola: l’ultimo dipinto eseguito da Caravaggio a Napoli poco prima della sua morte nel 1610 e la tela realizzata da Bernardo Strozzi negli anni della sua prima maturità (1615-1618).
Con oltre 50 opere di seguaci di Caravaggio, come Battistello Caracciolo e Ribera, e nuovi maestri, quali RubensVan DyckProcaccini e Strozzi – molte delle quali esposte per la prima volta a Milano – la mostra rievocherà le principali vicende artistiche di tre città italiane: Napoli, Genova e Milano, legate all’orbita spagnola in anni di rinnovamento del gusto, tra la rivoluzione tutta tesa al naturale di Caravaggio e la nuova età colorata e festosa del Barocco.
Eccezionale la presentazione in mostra de l’Ultima Cena di Giulio Cesare Procaccini, tela di 40 metri quadrati eseguita per l’amata chiesa della Santissima Annunziata del Vastato di Genova dalle famiglie aristocratiche della città e che è stata oggetto di un lungo e articolato lavoro di restauro presso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale. Questo capolavoro restituisce al pittore bolognese radicato a Milano un peso nella storia dell’arte italiana che gli va definitivamente riconosciuto.
Il biglietto di ingresso all’esposizione “Dentro Caravaggio” di Palazzo Reale darà diritto all’ingresso ridotto a 5 euro alla mostra “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri”.
Mostra organizzata con il patrocinio del Comune di Milano e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.




DE CHIRICO INCONTRA BOCCIONI



Corrispondenze” è una nuova rassegna che Intesa Sanpaolo propone nelle proprie sedi museali, le Gallerie d’Italia di MilanoNapoli e Vicenza, con l’obiettivo di far dialogare i capolavori delle collezioni della Banca con nuclei ristretti di opere provenienti da prestigiose raccolte italiane o estere. Grazie al rapporto di collaborazione tra realtà culturali, si realizzano così occasioni di incontro fra importanti opere d’arte, per approfondirne la conoscenza e metterne in luce nuove “corrispondenze”.
In questa prima edizione del programma, la tela di Boccioni in collezione Intesa Sanpaolo, Officine a Porta Romana, “incontra” due Piazze d’Italia di de Chirico dal Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Affiancare a Officine a Porta Romana di Boccioni due dipinti di de Chirico dedicati al tema da lui prediletto delle “piazze d’Italia” consente di mettere a confronto il Futurismo e la Metafisica, che sono state le esperienze più innovative e internazionali della pittura italiana nella prima metà del Novecento. Si deve a questi due pittori una percezione e una rappresentazione dello spazio urbano che ha tenuto conto da un lato delle sue decisive trasformazioni legate alla rivoluzione industriale, e dall’altro della crisi d’identità e delle inquietudini dell’uomo moderno.
L’opera con cui Boccioni passava nel 1910 dal linguaggio divisionista a quello futurista, destinato a esplodere l’anno dopo nel famosissimo dipinto La città che sale, riflette l’entusiasmo per una realtà in continuo movimento, rinnovata dalla tecnica. Le “piazze d’Italia” di de Chirico, da lui create a partire dal 1909 e continuamente riprese nei decenni successivi, sono degli spazi ideali, immobili e silenziosi, ispirati ai valori immutabili della tradizione e della classicità. Non rappresentano un luogo reale, come la Milano periferica che Boccioni vedeva dalle sue finestre, ma elaborano in manipolazioni iconografiche e visive sempre più ardite i ricordi di edifici e monumenti di città diverse, che il pittore aveva frequentato.
Si tratta di due sguardi profondamente diversi, ma che sembrano rispondere, anche se ognuno a suo modo, alle stesse istanze, nella comune volontà di indagare il mistero dello spazio che ci circonda nella nostra esperienza quotidiana per cercare di dargli un significato.


  • L’OTTOCENTO


    Il percorso espositivo delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala “Da Canova a Boccioni. Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo” attraversa un intero secolo di storia dell’arte: l’Ottocento italiano.
    Il percorso ha inizio con una magnifica sequenza di tredici bassorilievi in gesso di Antonio Canova, ispirati a Omero, Virgilio e Platone, di proprietà della Fondazione Cariplo, e si conclude altrettanto emblematicamente con quattro capolavori di Umberto Boccioni (tra cui “Tre donne“e “Officine a Porta Romana” del 1909-1910), appartenenti al patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo, fondamentali per comprendere il decisivo passaggio dal Divisionismo al Futurismo.
    Protagonista è la pittura dell’Ottocento lombardo, rappresentata da dipinti che testimoniano come Milano sia stata in quel secolo il maggiore centro artistico italiano, interprete delle istanze di una società in rapida trasformazione e delle aspirazioni stesse di una nazione in via di formazione.
    La dimensione civile del Romanticismo trova la sua massima espressione nei quadri storici di Francesco Hayez, del quale il Museo ospita opere fondamentali. I monumentali dipinti di battaglie di Gerolamo Induno e di Sebastiano De Albertis confermano, nel loro commovente slancio epico, il contributo decisivo della pittura lombarda al Risorgimento nazionale. Accanto a questi esempi di soggetti storici, le sezioni del Museo ricostruiscono le vicende degli altri generi pittorici – la veduta urbana, la pittura prospettica, il paesaggio, le scene di vita popolare – che sono stati consacrati dalle esposizioni e dai collezionisti come l’espressione della vita moderna.
    I dipinti di Giuseppe Molteni, Giovanni Migliara, Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Luigi Premazzi, Angelo Inganni rappresentano la vera e propria riscoperta di una importante stagione pittorica, quella del Romanticismo lombardo, ancora poco nota e non adeguatamente considerata. Ma documentano anche in maniera eccezionale l’immagine e le trasformazioni della città, rappresentata non solo nel suo solenne centro monumentale, il Duomo, ma anche nella vivacità quotidiana dei suoi quartieri popolari, lungo le rive dei Navigli che oggi non esistono più.
    Con Domenico e Gerolamo Induno si apre il Naturalismo che domina, soprattutto nella pittura di paesaggio, la seconda metà del secolo, diventando la premessa del Divisionismo sperimentato da Giovanni Segantini, Filippo Carcano, Giovanni Sottocornola, Angelo Morbelli. Non manca, grazie alla presenza di opere di Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Lorenzo Delleani, Federico Zandomeneghi, Vincenzo Irolli, Antonio Mancini, la possibilità di un confronto con le esperienze più innovative di altri centri italiani, tra la Firenze dei Macchiaioli, Torino e Napoli.
    Di particolare rilievo per l’importanza e la qualità delle opere esposte è la sezione dedicata al Simbolismo che, tra Ottocento e Novecento, ha dominato la scena artistica italiana con risultati di livello europeo. Lo testimoniano, accanto ai dipinti ancora legati alla trasfigurazione della realtà quotidiana di Luigi Rossi, Emilio Gola, Leonardo Bazzaro, i capolavori di Angelo Morbelli, Filippo Carcano e Gaetano Previati, realizzati con la nuova tecnica divisionista. Appaiono caratterizzati da una moderna forza visionaria, che nelle monumentali superfici dipinte da Giulio Aristide Sartorio, il pittore del Parlamento protagonista della grande decorazione ufficiale, diventa allegoria e sontuosa celebrazione – nel richiamo a Fidia e a Michelangelo – della tradizione classica.
    Tag:, , , , Giorgio de Chirico (Volos, 1888 - Roma, 1978) Piazza d'Italia con torre rosa, (1934) olio su tela, 46,5 x 55 cm Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto © Giorgio de Chirico by SIAE 2017
  • Umberto Boccioni Officine a Porta Romana, (1909-1910) olio su tela, 75 x 145 cm Collezione Intesa Sanpaolo Gallerie d’I


    L’OTTOCENTO


    Il percorso espositivo delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala “Da Canova a Boccioni. Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo” attraversa un intero secolo di storia dell’arte: l’Ottocento italiano.
    Il 
    Protagonista è la pittura dell’Ottocento lombardo, rappresentata da dipinti che testimoniano come Milano sia stata in quel secolo il maggiore centro artistico italiano, interprete delle istanze di una società in rapida trasformazione e delle aspirazioni stesse di una nazione in via di formazione.
    La dimensione civile del Romanticismo trova la sua massima espressione nei quadri storici di Francesco Hayez, del quale il Museo ospita opere fondamentali. I monumentali dipinti di battaglie di Gerolamo Induno e di Sebastiano De Albertis confermano, nel loro commovente slancio epico, il contributo decisivo della pittura lombarda al Risorgimento nazionale. Accanto a questi esempi di soggetti storici, le sezioni del Museo ricostruiscono le vicende degli altri generi pittorici – la veduta urbana, la pittura prospettica, il paesaggio, le scene di vita popolare – che sono stati consacrati dalle esposizioni e dai collezionisti come l’espressione della vita moderna.
    I dipinti di Giuseppe Molteni, Giovanni Migliara, Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Luigi Premazzi, Angelo Inganni rappresentano la vera e propria riscoperta di una importante stagione pittorica, quella del Romanticismo lombardo, ancora poco nota e non adeguatamente considerata. Ma documentano anche in maniera eccezionale l’immagine e le trasformazioni della città, rappresentata non solo nel suo solenne centro monumentale, il Duomo, ma anche nella vivacità quotidiana dei suoi quartieri popolari, lungo le rive dei Navigli che oggi non esistono più.
    Con Domenico e Gerolamo Induno si apre il Naturalismo che domina, soprattutto nella pittura di paesaggio, la seconda metà del secolo, diventando la premessa del Divisionismo sperimentato da Giovanni Segantini, Filippo Carcano, Giovanni Sottocornola, Angelo Morbelli. Non manca, grazie alla presenza di opere di Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Lorenzo Delleani, Federico Zandomeneghi, Vincenzo Irolli, Antonio Mancini, la possibilità di un confronto con le esperienze più innovative di altri centri italiani, tra la Firenze dei Macchiaioli, Torino e Napoli.
    Di particolare rilievo per l’importanza e la qualità delle opere esposte è la sezione dedicata al Simbolismo che, tra Ottocento e Novecento, ha dominato la scena artistica italiana con risultati di livello europeo. Lo testimoniano, accanto ai dipinti ancora legati alla trasfigurazione della realtà quotidiana di Luigi Rossi, Emilio Gola, Leonardo Bazzaro, i capolavori di Angelo Morbelli, Filippo Carcano e Gaetano Previati, realizzati con la nuova tecnica divisionista. Appaiono caratterizzati da una moderna forza visionaria, che nelle monumentali superfici dipinte da Giulio Aristide Sartorio, il pittore del Parlamento protagonista della grande decorazione ufficiale, diventa allegoria e sontuosa celebrazione – nel richiamo a Fidia e a Michelangelo – della tradizione classica.


    Tag:, milano, 
  • Risultati immagini per foto caravaggio
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  • o ha inizio con una magnifica sequenza di tredici bassorilievi in gesso di Antonio Canova, ispirati a Omero, Virgilio e Platone, di proprietà della Fondazione Cariplo, e si conclude altrettanto emblematicamente con quattro capolavori di Umberto Boccioni (tra cui “Tre donne“e “Officine a Porta Romana” del 1909-1910), appartenenti al patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo, fondamentali per comprendere il decisivo passaggio dal Divisionismo al Futurismo.

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